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Speciale Toscana: Petra

31 Ottobre 2012 Emanuele Pellucci
Ecco il tredicesimo dei 22 ritratti aziendali dedicati alla regione Toscana: Petra di Suvereto (Livorno). Sull'argomento sono già on line anche la panoramica regionale delle Doc e Docg I nostri report: Toscana e i dossier sulla Cantina Banfi di Montalcino (Siena), Carpineto di Greve in Chianti (Firenze), Casale Falchini di San Gimignano (Siena) Castello di Bolgheri (Castagneto Carducci, Livorno), Castello di Querceto di Greve in Chianti (Firenze), Castello d'Albola di Radda in Chianti (Siena), Fattoria di Grignano di Pontassieve (Firenze), Fattoria di Magliano (Magliano in Toscana, Grosseto), Fontodi di Panzano in Chianti (Firenze), Tenuta Le Mortelle di Castiglione della Pescaia (Grosseto), La Cura di Massa Marittima (Grosseto) e Melini di Poggibonsi (Siena).

Verticalità personale filosofia nel fare vino

PROGETTATA DALL'ARCHISTAR MARIO BOTTA E' IL SOGNO AVVERATO DI VITTORIO E FRANCESCA MORETTI. L'OBIETTIVO: PRODURRE UN ROSSO IMPORTANTE. UN PROGETTO DI STUDIO SUI SUOLI E SUI CLIMI ALL'INTERNO DELLA VASTA PROPRIETA' Petra è il sogno realizzato di Vittorio e Francesca Moretti. Non soltanto un’azienda modello in terra toscana divenuta anche un’attrazione turistica per la sua particolare cantina firmata dall’”archistar” svizzero Mario Botta, ma soprattutto un’azienda interprete del territorio della Val di Cornia attraverso vini che esprimono le straordinarie potenzialità di vitigni come Merlot, Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Fin dall’acquisto dei terreni nelle vicinanze di Suvereto, nel 1997, l’obiettivo di Vittorio Moretti è stato quello di dar vita a una Cantina che seguisse il concetto dei grandi châteaux bordolesi. BORDEAUX A SUVERETO - Fu progettata «una struttura», ricorda oggi il papà delle bollicine Bellavista di Franciacorta, «in grado di evidenziare la bellezza del luogo e il fascino del lavoro. Per realizzarla mi sono affidato a Mario Botta, del quale ho sempre apprezzato le scelte innovative e coraggiose, ma anche la linearità, il rigore filologico e il rispetto per i luoghi in cui ha costruito. Credo che con Petra sia riuscito a esprimere al meglio le esigenze di funzionalità e di impatto estetico. Con la sua verticalità, infatti, Petra rimanda all’idealità del “fare vino” e al contempo soddisfa le esigenze di razionalità e naturalità». LA COLLABORAZIONE CON ATTILIO SCIENZA - «L’obiettivo di Petra», continua sua figlia Francesca, enologo e responsabile dell’azienda, «è stato sin dall’inizio quello di produrre un vino rosso importante, di alta qualità e grande carattere. Un vino destinato a un consumatore esigente e attento. Abbiamo pertanto indirizzato i primi, importanti, investimenti verso un’accurata indagine dei suoli con l’intento di assicurare un ottimo livello dell’uva quale materia prima». Grazie alla collaborazione con Attilio Scienza nasce quindi il progetto di studio e di ricerca sulla pluralità di suoli e climi della proprietà (300 ettari totali di cui 100 a vigneto) con il duplice scopo di individuare i vitigni più idonei ai diversi terreni e di interpretare le molteplicità di sfaccettature che il territorio della Val di Cornia può rappresentare. TUTTE LE ETICHETTE - Nasce così Petra Igt Toscana, blend di Cabernet Sauvignon e Merlot coltivati in diversi appezzamenti di vigna (San Lorenzo e Riotorto), il vino emblema del progetto. «Ogni anno», dice Francesca, «si rinnova la sfida di trasporre le sfaccettature sensoriali dei due vitigni base in un blend di unica complessità espressiva, fine, elegante che, a più voci, ci racconta dello spirito del luogo o, come direbbero gli antichi, del genius loci». Oltre a Petra, la produzione è concentrata sui monovarietali Alto (Sangiovese in purezza), Quercegobbe (Merlot) e Potenti (Cabernet Sauvignon). Tre vini che ben rappresentano le cariche espressive di questi vitigni nel territorio della Val di Cornia. Un’azienda, questa dei Moretti, proiettata nel futuro, come dimostrano anche i recenti progetti Petra Green Code e Petra Green Experience.  

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