Speciale Toscana: Casale Falchini
Ecco il terzo dei 22 ritratti aziendali dedicati alla regione Toscana: Casale Falchini di San Gimignano (Siena). Sull’argomento sono già on line anche la panoramica regionale delle Doc e Docg I nostri report: Toscana e i dossier sulla Cantina Banfi di Montalcino (Siena) e Carpineto di Greve in Chianti (Firenze).
Un’assoluta fiducia in Vernaccia e Cabernet
I FRATELLI MICHAEL E CHRISTOPHER HANNO RACCOLTO L’EREDITA’ DEL PADRE E GUIDANO LA CANTINA DI FAMIGLIA DIVENTATA FAMOSA PER LA QUALITA’ DEI VINI BIANCHI PRODOTTI IN TOSCANA
La Cantina che i fratelli Michael e Christopher Falchini guidano da un paio d’anni, dopo la prematura scomparsa del padre Riccardo, è giustamente considerata una delle ambasciatrici del territorio di San Gimignano. E non solo della Vernaccia, il vino simbolo di questa storica area, ma anche dei grandi rossi Igt, meglio conosciuti come Supertuscan. Una realtà innovativa fin dalla sua fondazione, che ha saputo andare incontro al gusto dei consumatori e ha portato le eccellenti produzioni enologiche di San Gimignano sui mercati mondiali.
STORIA DELLA TENUTA – Acquistata nel 1964 dal giovane Riccardo Falchini, imprenditore edile pratese, Casale Falchini ebbe il primo importante impulso innovativo grazie agli amichevoli suggerimenti di Giacomo Tachis. Già nel 1976, con la costruzione della nuova cantina in località Casale, divenne la prima azienda della zona a essere dotata dei più moderni impianti per il controllo a freddo dei mosti e dei vini, oltre a prevedere sistemi specializzati per l’imbottigliamento. «Nel 1977», ricordano oggi i due fratelli, «fu proprio la nostra Vernaccia a sbarcare negli Stati Uniti, ponendosi come apripista nel mercato a stelle e strisce. L’esempio di come la Toscana, la cui immagine era tradizionalmente ancorata ai vini rossi, fosse in realtà capace di dar vita anche a bianchi di grande personalità».
IN VIGNETO – Altre tappe importanti, sempre su consiglio di Tachis, furono la prima spumantizzazione di uve Vernaccia per produrre un Metodo Classico (1978) e l’impianto di un vigneto sperimentale di Cabernet Sauvignon che, pochi anni dopo (1985), avrebbe dato vita al Campora, ancora oggi uno dei fiori all’occhiello della produzione, ottenuto dalla lavorazione quasi in purezza del vitigno. Dalla metà degli anni Novanta Riccardo Falchini è affiancato nella conduzione aziendale dai figli Michael e Christopher. La Cantina si estende su 60 ettari, di cui 35 a vigneto. Oltre a Vernaccia e Sangiovese, che costituiscono l’80% degli impianti, sono presenti piccole percentuali di Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Trebbiano toscano e Malvasia. La densità varia tra le 4.500 e le 5.000 piante per ettaro.
IL TOP DELLA PRODUZIONE – La gamma dei vini comprende, oltre alla Vernaccia di San Gimignano e al Chianti Colli Senesi, anche Vinsanto e bianchi e rossi Igt Toscana, per una produzione complessiva di circa 280 mila bottiglie annue. I top di gamma sono Ab Vinea Doni, Vernaccia di San Gimignano Docg e il già citato Campora. Altre etichette di rilievo sono Paretaio, Igt Toscana (a base Sangiovese) e il Falchini Brut, Spumante Metodo Classico Millesimato (Vernaccia, Chardonnay e Pinot nero). Da più di 40 anni Casale Falchini esporta i suoi vini nel mondo e ha ricevuto molti riconoscimenti nelle più grandi competizioni internazionali.
Tag: Cabernet Sauvignon, Campora, Casale Falchini, Giacomo Tachis, Michael e Christopher Falchini, Riccardo Falchini, Sangiovese, SuperTuscan, Vernaccia© Riproduzione riservata - 16/10/2012