Speciale Toscana: Melini
Ecco il dodicesimo dei 22 ritratti aziendali dedicati alla regione Toscana: Melini di Poggibonsi (Siena). Sull’argomento sono già on line anche la panoramica regionale delle Doc e Docg I nostri report: Toscana e i dossier sulla Cantina Banfi di Montalcino (Siena), Carpineto di Greve in Chianti (Firenze), Casale Falchini di San Gimignano (Siena) Castello di Bolgheri (Castagneto Carducci, Livorno), Castello di Querceto di Greve in Chianti (Firenze), Castello d’Albola di Radda in Chianti (Siena), Fattoria di Grignano di Pontassieve (Firenze), Fattoria di Magliano (Magliano in Toscana, Grosseto), Fontodi di Panzano in Chianti (Firenze), Tenuta Le Mortelle di Castiglione della Pescaia (Grosseto) e La Cura di Massa Marittima (Grosseto).
Con il progetto Re-Chianti un gran debutto
OGGI DI PROPRIETA’ DEL GRUPPO ITALIANO VINI, LA CANTINA HA ALLE SPALLE UNA STORIA DI OLTRE TRECENTO ANNI. L’OBIETTIVO E’ SEMPRE STATO QUELLO DI VALORIZZARE IL TERRITORIO D’APPARTENENZA
Melini, Chianti e Chianti Classico, Toscana: un filo conduttore che unisce un marchio, un territorio, un vino e un’intera regione da oltre tre secoli. Una storia che comincia nel 1705 quando la famiglia fiorentina Melini, decise di avviare un’attività anche nella vitivinicoltura impiantando la prima cantina a Pontassieve, a pochi chilometri da Firenze. In questi trecento anni la Casa vinicola, passata dalla famiglia Melini alla Buitoni, poi alla Martini&Rossi per approdare finalmente al Gruppo Italiano Vini, ha consolidato il suo forte radicamento nel territorio toscano.
IL “GOVERNO ALL’USO TOSCANO” – Una delle prerogative della Melini è sempre stata quella di sapersi rinnovare mantenendo salde le tradizioni di base della vitivinicoltura toscana. Lo dimostra l’ultima iniziativa volta non solo alla valorizzazione del vitigno Sangiovese, ma soprattutto al recupero di un caposaldo dell’enologia chiantigiana: il “governo all’uso toscano”, pratica abbandonata quasi del tutto negli ultimi decenni e che invece Melini ha voluto recuperare attraverso un progetto denominato Re-Chianti. Questo è il nome che l’azienda ha dato alla nuova linea di prodotti per tutti i consumatori, anche i giovani, abituati a degustare vini più fruttati e moderni.
LE ETICHETTE RE-CHIANTI – Due i vini Re-Chianti che hanno debuttato sul mercato: il Chianti Docg, prodotto con un innovativo metodo di vinificazione, consistente nell’aggiunta di grappoli integri al vino appena svinato e il Chianti Governo all’uso toscano. È questo il vino che si rifà al passato, creato con una lenta rifermentazione ottenuta grazie all’aggiunta di uve Sangiovese leggermente appassite in fruttaio. La linea Re-Chianti si distingue anche per l’originale bottiglia denominata “neocampana”, che ricorda l’antico fiasco toscano. Inoltre il QR Code sul pendaglio che accompagna la bottiglia consente al consumatore di entrare virtualmente nel mondo del Chianti. Oggi alla guida dell’azienda, dopo la lunga direzione di Nunzio Capurso, è l’enologo Marco Galeazzo, che sta dando nuovo impulso alla filosofia della Melini rivolta alla qualità e all’amore per la terra e la natura.
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© Riproduzione riservata - 30/10/2012