L’Oregon oltre il Pinot nero: la varietà della Columbia River Gorge

L’Oregon oltre il Pinot nero: la varietà della Columbia River Gorge

Sorvegliato dall’imponente e solitario Mount Hood a sud e dal Mount Adams a nord, l’ultimo tratto del Columbia River (un largo fiume che scorre placido fino a buttarsi nelle acque salate dell’oceano Pacifico) segna il confine tra Oregon e Washington State. La zona, chiamata Columbia River Gorge, è molto frequentata dagli sportivi e dai geologi. Ma sta iniziando a farsi conoscere anche per la sua produzione vinicola.

L’area solcata dal fiume Columbia River e attraversata dalla Catena delle Cascades, di cui fanno parte gli innevati monti Hood e Adams, prende il nome di Columbia River Gorge. È un territorio caratterizzato da un paesaggio incredibilmente multiforme.

Paradiso dei geologi e degli sportivi

È composto da un canyon fluviale con alte pareti di rocce nere rigate da imponenti cascate – le più famose sono le Multnomah Falls – ma anche da dolci colline modellate dai venti. Anche il clima è variegato. Si passa dall’umido al desertico a mano a mano che si procede verso est, mentre i suoli sono di origine alluvionale e vulcanica; le due montagne ai lati opposti del fiume sono, infatti, vulcani attivi. Questa varietà rende la zona un paradiso per geologi e amanti dello sport in ogni stagione. Ma anche per i viticoltori che hanno scommesso su una regione nuova e di piccole dimensioni, ma divenuta AVA (American Viticultural Area) dal 2004.

Columbia River Gorge
L’imponenza delle Multnomah Falls della Columbia River Gorge

Viaggio in Oregon, tra la Willamette Valley e la Columbia River Gorge

Dalla città di Portland, centro economico e culturale dell’Oregon (la cui capitale è invece Salem), basta percorrere 30 km in direzione sud-ovest per raggiungere l’inizio della Willamette Valley. È la regione vinicola più famosa e fiorente dello Stato; e anche una delle più riconosciute anche a livello internazionale per la produzione di Pinot nero, tanto da meritarsi il soprannome di “Borgogna d’America”. Qui, grazie a vini di ottima qualità e prezzi continuamente in crescita, gli investitori stanno aumentando; tra gli altri, anche il Gruppo Vinicolo Santa Margherita con la recente acquisizione di Roco Winery. Ma sempre da Portland, proseguendo per circa 50 km verso est lungo la Highway 84 che costeggia il Columbia River, ci si può inoltrare nella profonda gola che dà origine a un’altra regione vinicola molto più piccola, ma anche sorprendentemente varia: è la Columbia Gorge.

Una regione vinicola nuova e promettente

È la seconda metà degli anni ’70, quando un primo gruppo di produttori inizia a piantare vigne su entrambe le sponde del Columbia River nei dintorni di Hood River in Oregon e White Salmon nello Stato di Washington, cittadine collegate da uno dei pochi ponti che attraversano il fiume. È un’area vergine per la viticoltura, ma dalle condizioni climatiche e geologiche adatte alla produzione di vini di alta qualità. In meno di mezzo secolo la zona è cresciuta. Negli ultimi dieci anni una manciata di giovani viticoltori sta contribuendo a darle una identità forte, dinamica e intrigante. Oggi si contano poco più di 500 ettari vitati per una cinquantina di aziende, la maggior parte delle quali è di piccole o minuscole dimensioni. Sebbene si estenda su due Stati, sono in molti a sostenere che la regione della Gorge abbia più aspetti in comune con altre zone vinicole dell’Oregon che con quelle di Washington State; e tra questi c’è anche Eric Asimov, giornalista del New York Times.

Varietà e sperimentazione

Nonostante la costante presenza di Pinot nero e Chardonnay, gli stessi vitigni che dominano la Willamette Valley, le Cantine della Columbia Gorge amano sperimentare, mettendosi a nudo di fronte agli elementi naturali. Il clima diverso a seconda delle zone e la mancanza di antiche tradizioni da rispettare consentono ai produttori di testare un’ampia gamma di varietà e, a volte, anche di poter sbagliare. Qui ancora è tutto in trasformazione, è la diversità ad accomunare tutti. In questo luogo pieno di vitalità prosperano uve bianche come Gewürztraminer, Albariño, Riesling, Grüner Veltliner, Fiano, Greco, Tocai friulano, rosse come Trousseau, Dolcetto, Syrah e Gamay e chi più ne ha più ne metta. Di fronte a tutta questa varietà, si trova più coesione nel carattere dei vini che si distinguono per le sfumature minerali, per la complessità che rispecchia la zona da cui provengono, ma soprattutto per la grande acidità.

Columbia River Gorge
Analemma è un’azienda agricola biodinamica

Due produttori: Analemma in Oregon

A Mosier, sulla sponda oregoniana, nel 2010 è stata fondata Analemma. È un’azienda agricola biodinamica e i proprietari Steven Thompson e Kris Fade hanno scelto di dedicarsi a diverse varietà con il filo conduttore della Spagna. Qui si coltivano uve conosciute e semisconosciute come Mencía, Albariño, Godello e Tempranillo, ma anche Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot nero, Syrah e Trousseau. I vigneti affacciati sul Mount Hood sono spesso sferzati dai forti venti che attraversano la gola. I vini che ne derivano sono vivi ed espressivi, pur con un corpo sempre leggero e alcolicità contenuta.

Savage Grace si nasconde in mezzo a una foresta di conifere con affaccio panoramico sulla Gorge

E Savage Grace nello Stato di Washington

Savage Grace si trova invece a Underwood, sulla sponda appartenente allo Stato di Washington. È stata fondata dall’enologo Michael Savage e dalla moglie Grace e si nasconde in mezzo a una foresta di conifere con affaccio panoramico sulla Gorge. Anche qui la varietà di vitigni, che va dal Gewürztraminer al Cabernet Franc passando per il Pinot nero, si riflette in una gran quantità di etichette. Forse non tutte particolarmente espressive, ma frutto di una gran voglia di cercare la giusta via da seguire. La troveranno.

Foto di apertura: panorama della Columbia River Gorge © E. Kuchko

Tag: , , , ,

© Riproduzione riservata - 09/03/2022

Leggi anche ...

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto

La fine dei dazi cinesi basterà a rianimare il mercato del vino australiano?
Senza confini
La fine dei dazi cinesi basterà a rianimare il mercato del vino australiano?

Leggi tutto