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La vie en rose della Maison Louis Roederer festeggia i primi 50 anni con il Cristal Rosé
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La cuvée de prestige della celebre azienda di Reims, distribuita in Italia da Sagna S.p.A da 35 anni, festeggia mezzo secolo dalla prima uscita nel mercato, avvenuta 1974. La sua evoluzione va di pari passo con le scelte produttive e stilistiche della Maison.
Cinquant’anni possono diventare un prezioso momento di riflessione, di crescita e trasformazione. Così è per il marchio Louis Roederer, che nel 2024 festeggia il mezzo secolo dalla nascita dell’iconico Champagne Cristal Rosé.
Le origini della cuvée
Molto più che una cuvée de prestige, il Cristal Rosé è un appassionante racconto in prospettiva delle tecniche di vinificazione, degli approcci alla vigna e del lavoro di ricerca verso il raggiungimento della massima finezza condotto dalla storica Maison, i cui vini sono distribuiti in esclusiva in Italia da Sagna S.p.A dal 1988. Creato nel 1974 da Jean-Claude Rouzaud, all’epoca responsabile dei vigneti e delle cantine Louis Roederer, il Cristal Rosé fu subito acclamato dalla critica e dai connaisseurs di tutto il mondo. Ben presto diventò un’iconica versione – o meglio espressione – dello stile Cristal, lo Champagne nato nel 1876, famoso per la sua inconfondibile energia, unita a una texture concentrata e fine.
Le scelte in vigna e in cantina
Per l’assemblaggio del Cristal Rosé la scelta è ricaduta sul Pinot Noir di Aÿ, nella zona delle Bonottes, e sullo Chardonnay di Avize (l’appezzamentoPierre Vaudón) e Le Mesnil-sur-Oger (Montmartin), frutto di accurate selezioni parcellari. Nel 1998, viene aggiunta La Villiers, una nuova parcella sulla collina di Aÿ, e nel corso degli anni successivi, si è deciso per una ridefinizione continua delle parcelle del Cristal Rosé, scegliendo le migliori viti provenienti dai vigneti storici e da selezioni massali al fine di garantire rese basse e uve dagli aromi e profumi più concentrati.
Tra il 1998 e il 2006, uno studio più approfondito del terroir e il perfezionamento dei protocolli di vinificazione hanno permesso di fare ulteriori passi verso la definizione dello stile. Gli anni Duemila hanno segnato una serie di accorgimenti legati al cambiamento climatico, a cominciare dall’avvio del percorso di conversione biologica rigenerativa della Maison.
Una ridefinizione costante dell’eccellenza
L’arrivo dello chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon nel 1999 affina la pionieristica tecnica d’infusione dolce, diventato il tratto distintivo della cuvée, mentre il 2008 – tra le più belle annate del secolo – segna il rinnovo delle parcelle storiche impiegate per il blend.
«Possiamo dire che con questo millesimo il Cristal Rosé entra in una nuova dimensione», racconta racconta lo chef de cave della Maison Jean-Baptiste Lécaillon. «La Maison sviluppa una ricerca all’avanguardia sul patrimonio vegetale e sulla selezione massale delle viti in Champagne, sfociato poi nell’ambizioso e pionieristico progetto “In Vinifera æternitas”».
L’evoluzione del Cristal Rosé segue in parallelo quella della Maison. «Jean-Claude Rouzaud è stato il primo ad aver capito le implicazioni del dialogo tra i vigneti e le cantine, gettando le basi di una reinterpretazione costante. La ricerca dell’eccellenza e l’accentuazione delle tecniche sono poi proseguite, migliorando incessantemente la precisione e la finezza dei prodotti, rendendoli sempre più unici e distintivi».
Le annate del Cristal Rosé
Durante il suo mezzo secolo di storia, sono state realizzate 25 edizioni del Cristal Rosé, ovvero le annate 1974, 1975, 1976, 1978, 1981, 1982, 1983, 1985, 1988, 1989, 1990, 1995, 1996, 1999, 2000, 2002, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2012, 2013 e 2014, l’ultima in commercio. Definita dallo chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon come «un Cristal Rosé 2014 che con il suo frutto maturo, slanciato e la sua texture deliziosa, vanta un’incredibile precisione. Una delizia, quasi elettrica, di grande intensità gustativa».
L’assemblaggio prevede il 55% di Pinot nero e il 45% di Chardonnay; il 20% della massa viene vinificata in fusti di rovere. Si procede un metodo unico in Champagne, “l’infusione”, che permette di estrarre la parte succosa e matura dei Pinot noir preservando, al tempo stesso, una grandissima freschezza. Una parte dei succhi di Chardonnay viene poi aggiunta durante la macerazione delle uve nere per fermentare insieme e integrarsi perfettamente. Lo Champagne affina almeno 6 mesi sui lieviti.
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