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Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano: lunga vita al Vermentino

Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano: lunga vita al Vermentino

La cooperativa grossetana ha presentato in anteprima il San Bruzio 2023, un Vermentino in purezza nato per esplorare il potenziale di invecchiamento di questa varietà, oggi al centro di un trend consolidato. Il tasting moderato dal giornalista Aldo Fiordelli che mette a confronto la new entry con un’altra etichetta simbolo, il Vigna Fiorini.

La ragione sociale recita Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, ma nei vigneti di questa dinamica cooperativa grossetana – che è arrivata a riunire 170 soci e 700 ettari – c’è posto anche per il Vermentino. E oggi la linea premium aziendale Le Vigne si arricchisce di una nuova referenza: il San Bruzio, Maremma Toscana Vermentino Superiore Doc 2023. Presentato in anteprima alla stampa milanese il 15 gennaio alla Trattoria Trippa, uscirà ufficialmente sul mercato ad aprile 2025 al prezzo medio di 18 euro in enoteca.

La scommessa sulla longevità del Vermentino

Il titolo dell’incontro, “Lunga vita al Vermentino”, è una dichiarazione d’intenti in piena regola: dimostrare come il tempo possa rivelarsi un alleato di questo vitigno, andando oltre l’idea di vino bianco fresco da bere in gioventù, meglio se in una sera d’estate.
«Con il San Bruzio vogliamo lavorare sul lungo affinamento del Vermentino», hanno commentato il presidente Benedetto Grechi e il direttore Sergio Bucci. «L’obiettivo è esplorarne tutte le sfumature e mettere in evidenza l’estrema versatilità di questa varietà, che nella Maremma ha trovato il suo habitat ideale. Nella linea Le Vigne erano già presenti lo spumante San Rabano e il Vermentino Maremma Toscana Vigna Fiorini. Proprio la degustazione di alcune vecchie annate del Vigna Fiorini ci ha fatto capire che il Vermentino ha un interessante potenziale di invecchiamento. Da lì l’idea del San Bruzio, che prende nome dall’antica canonica di San Bruzio, costruita attorno all’anno Mille a ridosso del borgo di Magliano, di cui rimangono alcuni resti. Un vino che si può bere subito, ma che regala note e sensazioni straordinarie se lasciato riposare almeno 2-3 anni dalla vendemmia».

La risposta italiana alla Provenza, ma non solo

A condurre la degustazione c’era il giornalista fiorentino Aldo Fiordelli, senior editor di James Suckling e grande esperto del vitigno.
«Oggi il Vermentino è certamente un trend, che continua a crescere per numero di ettari e apprezzamento da parte del pubblico», ha esordito Fiordelli. Per lui rappresenta in un certo senso «la risposta italiana ai rosati di Provenza», e non a caso regioni costiere come la Liguria, la Sardegna e la Maremma in Toscana hanno una forte identità connessa con il Vermentino. «È un bianco sapido, fresco, profumato, perfetto per la bella stagione, ma è anche dotato di un bel potenziale in termini di longevità che merita di essere approfondito».
Il wine tasting dedicato alla stampa è cominciato con il San Bruzio 2023, a seguire una mini-verticale di quattro annate del Vigna Fiorini, dalla 2021 fino alla 2018.

Vignaioli del Morellino Vermentino
L’etichetta bianca del San Bruzio, Maremma Toscana Vermentino Superiore Doc 2023

San Bruzio e Vigna Fiorini, punti in comune e differenze

Il San Bruzio è un Vermentino 100%, mentre nel caso del Vigna Fiorini c’è un saldo di circa il 15% di Viognier, presente nell’omonimo appezzamento. L’altitudine dei vigneti è la medesima (circa 120 metri di altezza), così come la distanza in linea d’aria dal mare (circa 7-8 km), mentre il tipo di terreno, arenario limoso, è leggermente diverso. I suoli di Magliano, che danno vita al San Bruzio, sono un po’ più argillosi di quelli del Vigna Fiorini, situati più a sud, nell’area di Scansano.
L’età media degli impianti è di circa 7-10 anni e in entrambi i casi si procede ad una raccolta a maturazione tardiva, di circa 2-3 settimane, per favorire lo sviluppo di aromi fruttati. Nulla di nuovo a ben vedere: è quanto avveniva nella tradizione contadina, quando i vignaioli raccoglievano le uve rosse e bianche in un unico passaggio, solitamente a inizio ottobre. Nel caso del San Bruzio la vendemmia ritardata concerne solo 2/3 delle uve, che restano in pianta fino a fine settembre, mentre il resto viene vendemmiato a metà mese e poi mantenuto in cella. Per il Vigna Fiorini la surmaturazione riguarda tutta la massa: Vermentino e Viognier vengono raccolti insieme e poi vinificati separamente.

Solo acciaio e tempi di affinamento ancora più lunghi

Sia il San Bruzio che il Vigna Fiorini sono vinificati e affinati esclusivamente in acciaio, senza l’uso di legno o altri contenitori alternativi come cemento o anfora. La complessità nel calice, quindi, sarà tutta legata all’uva di partenza e, essendo il Vermentino dotato di un acino ovale e piuttosto grande, l’operazione di pressatura risulta fondamentale. Non deve essere né troppo “gentile” né troppo invasiva, per evitare estrazioni insufficienti o eccessive (con presenza di note amare e tannino). L’iter di lavorazione in cantina è pressoché lo stesso, ma per il San Bruzio i tempi di macerazione per l’estrazione del mosto fiore e di affinamento risultano più lunghi. La permanenza sulle fecce fini, ad esempio, passa da 3 a 6 mesi.

Il tasting

San Bruzio 2023

Bouquet di ginestra, tiglio, mela, susina gialla, con un finale di albicocca. La nota salmastra, cifra stilistica del Vermentino maremmano, è ben presente già al naso. In bocca una certa grassezza e rotondità controbilanciano il carattere fenolico del vitigno. C’è freschezza, ma non manca il volume. L’annata 2023, decisamente equilibrata, contribuisce a infondere uno stile elegante e delicato: “primaverile”.

Vigna Fiorini 2021

Naso di frutta esotica in cui ritorna il carattere iodato che qui richiama più distintamente le alghe o meglio i “gusci delle vongole”, come suggerito da Aldo Fiordelli per descriverne l’impronta salmastra e al tempo stesso carnosa. Setoso e avvolgente, rivela una bella pienezza in bocca e un’alcolicità importante (14,5% vol.) ma non invadente. È figlio di una annata quasi perfetta, al netto di due gelate che però non hanno creato grossi problemi nei vigneti della zona.

Vigna Fiorini 2020

Naso di mela golden, limone che vira verso il candito, poi ananas e susina. La maturità di frutto aumenta e la nota esotica si fa più pronunciata. Resta quella sensazione marina di alga, con accenni di pepe bianco e una finale minerale e smoky che richiama il Riesling e rivela l’evoluzione in corso. Più potenza e definizione rispetto al 2021 a dispetto di un’annata decisamente più complessa, molto calda e siccitosa.

Vigna Fiorini 2019

Il viaggio nel tempo continua con un’altra bella vendemmia, regolare e salubre. Il profilo olfattivo rievoca la papaia, la menta, la mandorla, fino al marzapane. Resta la nota idrocarburica che allunga il finale. In bocca è più largo, con un’acidità ancora tagliente e un carattere particolarmente vibrante (dovuto forse anche al mezzo punto di alcol in meno). Di grande equilibrio.

Vigna Fiorini 2018

Rosmarino, timo, elicriso, susina, melone invernale, richiami iodati e liquirizia modulano un naso articolato e intrigante. Un Vermentino figlio di un’annata esuberante, che dimostra un carattere altrettanto generoso, dinamico e ancora molto integro considerati gli anni sulle spalle. In bocca è rotondo, con un’acidità sempre viva che bilancia quella sensazione tannica e quella nota un po’ amarognola che trova nell’accompagnamento gastronomico la sua giusta collocazione.

Foto di apertura: i vini degustati durante il wine tasting: il San Bruzio 2023 e il Vigna Fiorini dalla vendemmia 2021 alla 2018

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© Riproduzione riservata - 21/01/2025

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