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Tenuta di Capezzana: l’emozionante verticale di Vin Santo di Carmignano Riserva

Tenuta di Capezzana: l’emozionante verticale di Vin Santo di Carmignano Riserva

Una degustazione più unica che rara che ha messo a confronto sei preziose vendemmie: 1985, 1996, 2001, 2007, 2013 e 2017, quest’ultima degustata in anteprima assoluta. L’omaggio aziendale nei confronti di un’antica tradizione toscana portata avanti con orgoglio e passione.

Il Vin Santo toscano, da sempre considerato il vino dell’ospitalità e dell’amicizia, ha alle spalle una tradizione attestata a partire almeno dalla metà del XIV secolo. Più o meno la stessa epoca in cui appare per la prima volta la parola Chianti legata al vino in un documento. Ancora oggi molte aziende continuano a produrre il Vin Santo nonostante gli alti costi e le difficoltà commerciali che questa tipologia, così come altri vini dolci o da fine pasto in generale, incontra.

L’assaggio comparato di sei vendemmie

Per fortuna c’è anche chi, come Beatrice Contini Bonacossi, la cui famiglia è proprietaria della storica Tenuta di Capezzana sulle colline di Carmignano a cavallo tra Prato, Firenze e Pistoia, evidenzia un ritorno al consumo di questi vini, a suo dire più da meditazione che da dessert. Un mercato che, per quanto riguarda quest’azienda, ha come capofila l’Inghilterra, Paese che da almeno mezzo secolo apprezza molto i vini aziendali. Nei giorni scorsi la famiglia Contini Bonacossi ha voluto rendere omaggio al proprio Vin Santo di Carmignano Riserva, che nell’ultimo ventennio si è aggiudicato più volte (annate 2000, 2011, 2013 e 2014) i più importanti premi internazionali riservati ai vini dolci. Come? Presentando alla stampa di settore una straordinaria verticale di sei vendemmie: 1985, 1996, 2001, 2007, 2013 e 2017 (in anteprima assoluta).

Vin Santo Capezzana
Le uve che compongono il Vin Santo sono Trebbiano e un piccolo saldo di San Colombano

Tour nei locali dell’appassimento e nella vinsantaia

Prima di passare all’assaggio dei preziosi nettari, è stato interessante seguire la visita alle stanze dell’appassimento delle uve e alla vinsantaia dove riposano sottotetto per sette anni i caratelli del Vin Santo. Il tutto con le esaurienti spiegazioni di Benedetta Contini Bonacossi, l’enologa della famiglia, che ha un amore sconfinato proprio nei confronti di questo vino e lo cura come fosse il suo figlio prediletto. Le uve utilizzate sono in massima parte Trebbiano e solo per un 10% San Colombano. Un mix che non è mai cambiato nel tempo.

L’iter di produzione

«Dai primi giorni di settembre», ha spiegato Benedetta, affiancata dal figlio Ettore, amministratore delegato di Capezzana, «i grappoli riposano per mesi sulle stuoie prima di trasformarsi in un succo prezioso che resta per sette anni o più in caratelli». Nella vinsantaia ce ne sono circa 280 di vari legni (castagno, ciliegio, rovere), capacità (fino a 100 litri) ed epoche, tutti rigorosamente non paraffinati. Al termine della maturazione nei caratelli, dove si registrerà un calo fisiologico del liquido originario di circa il 50%, il Vin Santo sarà imbottigliato in un momento di luna calante. La produzione annua non supera quasi mai le 6 mila bottiglie da 375 cl.

Vin Santo Capezzana
I calici del Vin Santo di Tenuta di Capezzana protagonisti del tasting

La verticale di Vin Santo di Carmignano Riserva Doc

1985

Un clima variabile che non ha pregiudicato un grado alcolico finale di 17,74% vol., ma con un basso grado zuccherino (6,07 g/l). In caratello è rimasto per poco meno di cinque anni e all’assaggio dopo, quasi quarant’anni, ha mantenuto una bella eleganza, con profumi di albicocca e miele e una buona acidità volatile. Prodotto in 4.890 bottiglie.

1996

Raccolta delle uve ritardata a causa delle piogge di settembre dopo un’estate dall’andamento regolare che ha comunque portato a un buon grado alcolico (15,53 % vol.) e a un tenore zuccherino di 12,58 g/l. Bel colore ambrato, note di albicocca, pesca, miele e cuoio.
Produzione abbondante per questa tipologia: 7.477 bottiglie.

2001

«Con l’annata 2001 c’è stato uno sviluppo delle caratteristiche», ha spiegato Ettore Fantoni, figlio di Benedetta Contini Bonacossi e ad dell’azienda. Uno sviluppo dovuto anche all’impiego di legni nuovi dei caratelli, visibile per esempio nel cambio di colore del vino, più scuro, e avvertibile nei profumi marcati di miele, fichi secchi e spezie. Ottimo il finale. Per quest’annata soltanto 3.980 bottiglie.

2007

Clima estivo molto favorevole dopo un inverno mite e leggere piogge a fine agosto per sfociare in un settembre asciutto che ha permesso un’ottimale maturazione degli acini. Il color mogano già visto con l’annata 2001 qui si ripete, e al naso è un’esplosione di note speziate. Prodotto in 5.640 bottiglie.

2013

Una delle migliori annate del Vin Santo di Capezzana. La raccolta delle uve scelte di Trebbiano e San Colombano è iniziata il 23 settembre e l’appassimento sulle stuoie si è prolungato fino al 10 febbraio 2014. Un bel colore ambrato con riflessi dorati, al naso note di miele, fichi secchi, rabarbaro, con tannino ben pronunciato e piacevole finale. Prodotto in 5.256 bottiglie.

2017

Dulcis in fundo, è il caso di sottolinearlo, un Vin Santo eccellente, degustato in anteprima assoluta. Estrema variabilità meteorologica, con anticipo della raccolta delle uve al 12 settembre, grande concentrazione zuccherina in pianta che ha portato ad anticipare la fine dell’appassimento al 22 dicembre. Vino potente, strutturato e lungo con esplosione di profumi fruttati e speziati. È questo il “Vino iconico di Capezzana”, come recitava il sottotitolo della verticale. Prodotto in 5.008 bottiglie. Fortunato chi potrà metterne almeno uno in cantina!

Foto di apertura: la bottiglie di Vin Santo di Capezzana, vendemmie dal 1985 al 2017

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© Riproduzione riservata - 10/12/2024

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