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Au nom de la Terre: Champagne Telmont e la Réserve de la Terre

Au nom de la Terre: Champagne Telmont e la Réserve de la Terre

La Maison in cui ha investito Leonardo di Caprio prosegue il suo impegno verso una “sostenibilità senza compromessi” che passa dalla certificazione biologica dei vigneti di proprietà e dei conferitori, prevista entro il 2031. La cuvée manifesto, prodotta in 64.800 bottiglie, è destinata soprattutto alla ristorazione e all’hotellerie d’alto profilo.

Volendo spiegare Champagne Telmont a chi non conosce questa Maison, si potrebbe cominciare col dire che è quella su cui, nel 2022, ha investito Leonardo di Caprio. La scelta della star hollywoodiana di diventare azionista è direttamente collegata al suo forte impegno ambientalista. Anche Telmont ha infatti abbracciato senza riserve la causa biologica, innanzitutto abolendo l’uso di diserbanti, pesticidi, fungicidi e fertilizzanti sintetici. Ma non solo.

Verso un parco vigne certificato bio al 100%

Nel 2025 è prevista la certificazione biologica del 100% delle vigne di proprietà, mentre il 2031 è la data entro cui dovrà essere certificato il 100% delle uve provenienti dai vigneron conferitori (ad oggi la percentuale di uve certificate o in conversione è pari del 49%).
«Questo ambizioso obiettivo è in linea con la nostra filosofia green, che si esemplifica in una serie di attività e iniziative concrete, riunite sotto il cappello/manifesto “Au nom de la Terre”, in italiano “Nel nome di Madre Natura”», spiega Ludovic du Plessis, presidente di Telmont. «Si tratta di un programma lanciato nel 2021 che ha come capisaldi la salvaguardia del terroir e della sua biodiversità. Secondo noi un grande vino non può che essere un dono della natura, e come tale deve essere intimamente custodito e protetto».

Le scelte per ridurre l’impatto ambientale

L’approccio ecologico della Maison – fondata nel 1912 a Damery, vicino ad Épernay, e oggi parte del gruppo Rémy Cointreau – passa dalla dismissione delle gift box e degli altri imballaggi considerati non necessari, così da minimizzare l’impronta carbonica. In quest’ottica sono state abolite anche le bottiglie trasparenti e non riciclabili. «Tutte le cuvée sono vendute in bottiglie verdi, al 100% riciclabili e fatte per l’85% di vetro riciclato», prosegue il presidente du Plessis.
Ma c’è di più: nei mesi scorsi Telmont ha lanciato “la bottiglia di Champagne più leggera al mondo”, realizzata dopo quattro anni di test e sviluppo in collaborazione con Verallia France. Il peso, sceso a 800 grammi (contro i precedenti 832), garantisce il -4% di emissioni di CO2 durante la produzione. Stesso orientamento per la gestione dell’energia elettrica, che proviene al 100% da fonti rinnovabili. «Dal luglio 2021 il trasporto aereo è stato vietato. E, a partire dal 2024, i nostri Champagne destinati agli Stati Uniti vengono imbarcati su navi Neoline, un mezzo di trasporto marittimo alimentato a energia eolica che beneficia di un fattore di emissione di CO2 inferiore», precisa du Plessis.

Champagne Telmont
La bottiglia di Réserve de la Terre

Réserve de la Terre, lo Champagne manifesto

Un altro segno distintivo della trasparenza aziendale è rappresentato dalle etichette “parlanti”. Numerate singolarmente, sono concepite come delle carte di identità degli Champagne, riportando nel dettaglio tutte le informazioni chiave del prodotto quali uvaggio, percentuali di vini di riserva e relative annate, note di vinificazione, dégorgement e dosage. «Per noi la chiarezza verso il consumatore è centrale e la nuova cuvée Réserve de la Terre, da uve 100% biologiche, ne è la dimostrazione più emblematica». Lanciata sul mercato lo scorso ottobre, è l’unione di tre diverse annate: il 70% della massa proviene dalla vendemmia 2020; mentre il restante 30% è composto da vins de réserve per metà del 2019 e per metà del 2018. Quanto all’uvaggio, c’è una leggera predominanza del Meunier (44%), seguito da Chardonnay (34%) e Pinot noir (22%).

I commenti di chi ha creato la cuvée

«Con questa nuova Réserve de la Terre, Telmont continua a dimostrare i benefici dell’agricoltura biologica per il suolo, i viticoltori e il vino stesso», spiega il presidentedu Plessis. «Per noi rappresenta il sapore del futuro». Gli fa eco Bertrand Lhôpital, rappresentante della quarta generazionee attuale chef de cave e responsabile dei vigneti: «Questa cuvée 100% biologica è una delle mie più grandi vittorie», commenta. «È il frutto del lungo impegno nella viticoltura certificata e del rispetto che nutro verso il terroir e le viti. Una cuvée manifesto, radiosa, luminosa e pieno di vita».
Tra gli artefici c’è anche il fuoriclasse Richard Geoffroy, storico chef de cave di Dom Pérignon, oggi produttore di Iwa Sake, ma anche enologo consulente presso realtà spumantistiche di prestigio, come la franciacortina Bellavista (qui l’articolo che abbiamo dedicato al recente progetto Alma Assemblage 1, co-firmato insieme a Francesca Moretti). Per lui la Réserve de la Terre è «un vino solare che rivela il terroir in tutta la sua purezza. È il futuro dello Champagne: una coerenza totale tra intenzione e risultato. Luminosità, energia, armonia e serenità».

Alla prova del calice

Vinificazione in acciaio inox con fermentazione malolattica svolta, tre anni di affinamento in cantina, dosaggio Extra Brut (2,5 g/l). Perlage finissimo e persistente, colore dorato con riflessi verdognoli. Bouquet incisivo ed energico con ricordi delicati di viola, elicriso, note agrumate di pompelmo rosa, poi mela verde, pepe bianco, anice e mandorla tostata.
Seguono richiami salmastri di ostrica con un finale piacevolmente gessoso. In bocca la freschezza fruttata è incalzante, con una bella progressione sapida che invoglia a continuare la beva. Precisione, slancio, croccantezza e grinta da vendere per questo Champagne di grande vitalità e armonia che il tempo saprà solo migliorare. La tiratura è di 64.800 bottiglie (il totale aziendale di 400 mila) e la quota destinata all’Italia è distribuita da Molinari, che dal 2022 ha l’esclusiva nazionale.
«La nostra missione è produrre il miglior Champagne senza nessun compromesso sul fronte della sostenibilità e questo inevitabilmente comporta volumi più bassi e una distribuzione fortemente selettiva», conclude il presidente du Plessis. Nel nostro Paese, l’obiettivo è la progressiva crescita nel canale Horeca, in particolare la ristorazione e l’hotellerie d’alta fascia.

Foto di apertura: L’attore Leonardo di Caprio con il presidente Ludovic du Plessis © Champagne Telmont

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© Riproduzione riservata - 16/01/2025

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