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Declinazioni d’Aglianico secondo Fonzone

Declinazioni d’Aglianico secondo Fonzone

La Cantina di Paternopoli ha presentato all’Enoluogo di Civiltà del bere il suo Taurasi Docg Riserva Legare. Un vino che è il punto di arrivo di un percorso inedito sul vitigno simbolo dell’Irpinia cominciato nel 2019 con l’autorevole consulenza di Luca D’Attoma.

Intima, scapigliata, originale ma anche fortemente territoriale: è la nuova visione dell’Aglianico secondo Fonzone. Un inedito sentiero di valorizzazione imboccato nel 2019 con Luca D’Attoma, tra i più celebri e celebrati nomi dell’enologia nazionale, e che ha portato a nuove declinazioni del vitigno rosso simbolo dell’Irpinia. L’ultima, e forse la più simbolica, si chiama Legare, un Taurasi Docg Riserva che rappresenta il compimento di questo progetto e che è stato presentato all’Enoluogo di Civiltà del bere.

Vignaioli per scelta

Fondata nel 2005 per volontà di Lorenzo Fonzone Caccese, l’azienda agricola si trova nelle campagne di Paternopoli, uno dei 17 comuni della Docg Taurasi, in provincia di Avellino, nel cuore dell’Irpinia. La cantina, circondata da vigneti la cui altitudine varia dai 360 ai 430 metri, sormonta un colle nella sottozona Campi Taurasini e produce 10 etichette con un approccio sostenibile, valorizzando al massimo le varietà autoctone: l’Aglianico appunto e naturalmente la Falanghina, il Fiano d’Avellino e il Greco di Tufo.
«Siamo un’azienda famigliare, di vignaioli per scelta», racconta Silvia Campagnuolo Fonzone, moglie di uno dei quattro figli di Lorenzo, Gabriele, che col fratello Davide si occupa della produzione vitivinicola. «La collaborazione con un grande rossista come D’Attoma è nata proprio per la nostra volontà di esplorare le potenzialità dell’Aglianico seguendo un approccio libero per definire uno stile distintivo. Un nuovo inizio che ha richiesto un grande sforzo in vigna e in cantina».

Vitigno che ha bisogno di «essere domato»

Esuberante, molto produttivo, ricchissimo di tannini e antociani e capace di dare vini di grande struttura, «l’Aglianico è un vitigno che ha bisogno di essere domato, ma è capace di regalare espressioni di straordinaria qualità e grande longevità come poche altre varietà sanno fare», ha spigato D’Attoma. «Quello con Fonzone è stato il mio primo approccio a questa varietà in Irpinia, e abbiamo voluto interpretarla esplorando vinificazioni differenti e sperimentando contenitori inusuali per gli affinamenti. Dall’anno prossimo inizieremo anche una ricerca per arrivare a una selezione dei lieviti indigeni, che possono rappresentare un elemento distintivo e di ulteriore espressione del terroir».

Un percorso originale

Il viaggio è iniziato con un rosato atipico, Fonsé, che «si allontana dal paradigma del vino sottile e leggiadro a cui spesso siamo abituati e declina le peculiarità dell’Aglianico dando vita a un’interpretazione completa, complessa, gastronomica senza essere eccessiva, grazie anche alla fermentazione spontanea in legno e all’affinamento in piccole botti esauste».
Mattoda’, nome originale derivato dall’anagramma di D’Attoma ma ispirato anche dalla voglia di rompere gli stilemi produttivi più paradigmatici e tradizionali sul rosso irpino, è stato il passo successivo. Tecnicamente un Taurasi (addirittura si sarebbe potuto fregiare dell’appellativo “Riserva”) è stato classificato invece come Campi Taurasini Doc «per sottolineare lo stacco stilistico col paradigma della denominazione e perché l’abbiamo inteso come il biglietto da visita per presentare la nostra visione al pubblico», ha spiegato Silvia Campagnuolo Fonzone.
«È un’interpretazione personale, con la quale abbiamo voluto metterci in gioco per creare qualcosa di nuovo E cioè un Aglianico che potesse essere apprezzato anche da giovane, senza accorciargli la vita», ha proseguito D’Attoma. «Ho pensato di utilizzare contenitori di cocciopesto, materiale antichissimo utilizzato fin dai tempi degli antichi romani capace di favorire la microssigenazione e dunque ideale per levigare i tannini».

Tradizione che si innova con Legare

Ideale prosecuzione del solco tracciato da Mattoda’, Legare ne completa l’originale cammino, e non solo nell’appellativo. Se infatti il primo aveva scompaginato l’idea tradizionale di Aglianico, il secondo amplifica ancora di più questa visione rivelandosi un Taurasi Riserva incredibilmente espressivo, ricco di sfumature ed estremamente piacevole. «Ha in comune con Mattoda’ l’utilizzo di materiali di affinamento inconsueti, come il cocciopesto, ma poi rimane a lungo in botti grandi di rovere di Slavonia. Legare esprime la nostra visione di un Aglianico contemporaneo, capace di innovare senza perdere il legame con la tradizione».

I vini Fonzone in assaggio

La degustazione

Fonsé, Irpinia Rosato Doc 2023

Biglietto da visita olfattivo intenso ed elegante, con toni di mela matura e frutti rossi e guizzi di erbe aromatiche. Una parte cremosa già al naso che anticipa un corpo rotondo, sapidità e struttura al palato e un sorso di grande equilibrio. Un rosato prodotto in appena 1600 bottiglie e che può stare in cantina anche per qualche anno. Prezzo d’enoteca attorno ai 20 euro.

Mattoda’, Irpinia Campi Taurasini Doc 2020

Il mosto fermenta in cocciopesto per tre settimane. Una parte prosegue l’affinamento negli stessi contenitori, un’altra passa in botti di grandi dimensioni per 24 mesi. Al naso è intenso e si svela con toni terrosi, una nota piccante, sensazioni di radici che ricordano la liquirizia e una parte di frutta rossa matura. Al palato è educato, con un tannino di grande proporzione ed eleganza. In enoteca a 25 euro.

Scorzagalline, Taurasi Riserva Docg 2019

Vino frutto delle uve della sezione più alta del vigneto di Aglianico della Tenuta Fonzone, situato sulla sommità di una collina nella Contrada Scorzagalline. Capostipite dei rossi di Fonzone, è il Taurasi più tradizionale dell’azienda. Fermenta in acciaio e affina tra botte grande e barrique. Ha un timbro olfattivo molto classico e balsamico, una bocca avvolgente, intensa e dotata di grande persistenza gustativa. Prezzo 45 euro circa.

Legare, Taurasi Riserva Docg 2019

Il vigneto si trova sul punto più alto del colle di Paternopoli, ad altitudini che sfiorano i 600 metri, su un terreno franco-argilloso. Dopo la fermentazione malolattica, il vino ottenuto prosegue la maturazione di 5 anni di cui 12 mesi in anfora di cocciopesto e 36 mesi in botte grande da 30 ettolitri. Ha aristocratici profumi di frutta matura e spezie e la stessa austerità si ritrova in bocca, dove i tannini sono fitti ma di grande finitura e la persistenza è notevole. Un vino di grande stoffa, con le stimmate del rosso da lunga evoluzione. Prodotto in 6500 bottiglie, prezzo sui 70 euro.

Foto di apertura: la gamma dei vini Fonzone, dal rosato Fonsé al Taurasi Riserva Legare

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© Riproduzione riservata - 06/12/2024

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