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Gian Annibale, nuovo vino dedicato al fondatore di Castello del Terriccio

Gian Annibale, nuovo vino dedicato al fondatore di Castello del Terriccio

L’omaggio di Vittorio Piozzo di Rosignano allo zio Gian Annibale, eclettico fondatore di Castello del Terriccio, è un Petit Verdot proveniente da un singolo vigneto peculiare, in blend con Cabernet Sauvignon. Debutta con l’annata 2018.

Da diverso tempo il Petit Verdot è al centro delle sperimentazioni di Castello del Terriccio. Oggi, a tre anni dalla scomparsa del suo fondatore Gian Annibale Rossi di Medelana, il nipote Vittorio presenta una nuova etichetta che eredita i frutti del lavoro di ricerca sulla varietà condotto dall’enologo Carlo Ferrini per volontà di Gian Annibale. Un Supertuscan insolito, a produzione limitata, che punta con decisione al mercato dei fine wines.

“A mio zio Gian Annibale”

L’idea e la genesi di questo vino rispondono prima di tutto a una «questione affettiva», racconta Vittorio Piozzo di Rosignano. Un omaggio urgente e necessario allo zio Gian Annibale che, costretto a reinventare il suo destino – da brillante corridore a produttore vinicolo – dopo il grave incidente che lo paralizzò nel 1979, seppe costruire il futuro di Castello del Terriccio avviando fin da subito un’importante crescita qualitativa della produzione vinicola. Fino alla svolta con l’enologo Carlo Ferrini, in azienda dalla fine del 1992, insieme al quale nacquero i rossi iconici della Tenuta.

Doppia scommessa: produrre un grande rosso da Petit Verdot

Non è stato semplice intraprendere oggi il progetto di un nuovo rosso d’alto lignaggio da inserire nella gamma aziendale. La storica punta di diamante rappresentata dal Lupicaia, blend di Cabernet Sauvignon e Petit Verdot prodotto dal 1993, trova già un valido contraltare dal 2000 nel Castello del Terriccio, rosso vellutato e setoso a base Syrah. Altrettanto difficile è stato vincere la scommessa sul Petit Verdot, «un vitigno “duro”, da aspettare», come racconta Ferrini, che proprio quest’anno festeggia trent’anni al Terriccio.

Petit Verdot da single vineyard

Le uve di Petit Verdot che compongono il 60% del blend (per la restante parte è Cabernet Sauvignon) provengono da una singola vigna al confine con l’area boschiva che si estende nella proprietà. La vasta Tenuta del Terriccio consiste in un corpo unico di 1500 ettari, pari a metà del Comune di Castellina Marittima; 60 sono vitati, 40 condotti a uliveto e il resto destinato a seminativi e spazi per l’allevamento allo stato brado di mucche e cavalli.

La produzione in vigna e cantina

I filari di Petit Verdot – circa due ettari verso l’entroterra, del tutto separati dal resto dei vigneti – sorgono su terreni collinari costantemente ventilati, con suoli calcarei, ricchi di scheletro, ma anche argilla ed elementi ferrosi. Le due specifiche particelle destinate alla varietà sono Vigna Addis e Vigna Tregge, con impianti di 10-15 anni d’età. In cantina la vinificazione delle due uve che compongono il blend è separata. Dopo una macerazione per 25 giorni in vasche troncoconiche, il vino è stoccato in barrique e tonneau di rovere francese per 24 mesi, poi un anno in bottiglia.

“A mio zio Gian Annibale”: la dedica di Vittorio

Note di degustazione: Gian Annibale 2018

Riflesse in questo vino, chi l’ha conosciuto coglie alcune peculiarità umane del fondatore del Terriccio: grande eleganza, unita a un carattere non facile. Nel calice Gian Annibale 2018 è ampio, dai toni freschi di piccoli frutti rossi, melograno, anguria, contornati da spezie dolci e una delicata nuance floreale; in bocca è velluto e al contempo decisamente teso, il tannino oggi scalpita di gioventù, prospettandone la longevità. Tra Petit Verdot e Cabernet Sauvignon il matrimonio è perfetto. Al primo dobbiamo i toni più acuti e la verve che manterrà il vino nel tempo; il Cabernet, invece, dona pienezza al mezzo palato e ne ingentilisce le asperità, rendendolo già pienamente godibile ora.

Al debutto sul mercato con Meregalli

Gian Annibale 2018 è disponibile sul mercato italiano da ottobre, ma guarda con ottimismo anche al comparto mondiale dei fine wines. «Con le difficoltà commerciali di Bordeaux e climatiche della Borgogna, sul mercato internazionale si sta aprendo una prospettiva interessante per i super-vini italiani, insieme a quelli del Nuovo Mondo. Un cambio accelerato dalla pandemia», commenta Marcello Meregalli, distributore ufficiale. «Data l’esigua produzione – 3668 bottiglie, 500 magnum, 100 jeroboam e 6 mathusalem – saranno privilegiati nella fornitura i clienti storici di Castello del Terriccio». Il prezzo al pubblico è di circa 200 euro.

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© Riproduzione riservata - 07/10/2022

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