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Speciale Piemonte: Terre del Barolo

Speciale Piemonte: Terre del Barolo

Da I report di Civiltà del bere: Piemonte

Terre del Barolo: la forza di 400 soci che esaltano il terroir

Nel 1958, i tempi non erano facili per la gente di Langa. Molti erano quelli che lasciavano la vigna per cercare lavoro e sicurezza economica nell’industria, migrando verso le città. La nascita della cooperativa del Barolo, una realtà tutt’ora unica nel suo territorio, contribuì in modo determinante a creare un’alternativa vivibile per tutti quei contadini e vignaioli che non desideravano allontanarsi dalla terra e da tradizioni spesso secolari. Se oggi, questa regione può vantare dei vigneti candidati a diventare Patrimonio dell’Umanità sotto la tutela dell’Unesco, è anche grazie a storie come questa.
Con 400 soci distribuiti in tutti gli 11 comuni della Doc, oltre 700 ettari di vigna e una produzione annuale che si aggira sui 3 milioni di bottiglie, di cui 1 milione di solo Barolo, Terre del Barolo è una realtà importante per tutto il territorio, per la sua economia e la sua cultura.

GLI INVESTIMENTI DELLA COOPERATIVA – Se da un lato un vitigno come il Nebbiolo, invero difficile da lavorare, chiede sacrifici, dall’altro la sua unicità e il carattere scontroso, restio ad adattarsi ad altre geografie ne fanno una sorta di assicurazione per il futuro. Il Barolo si fa solo qui e si continuerà a fare solo qui. Ed ecco l’impegno e gli investimenti volti a migliorare la qualità del prodotto finito ma, soprattutto, lo sforzo teso a evolvere lo stile di lavoro in vigna. I tecnici della Cooperativa assistono continuamente i soci per apportare miglioramenti e ridurre drasticamente l’uso di sostanze chimiche nel terreno e nei trattamenti in modo da ottenere uve più sane seguendo criteri di rigoroso rispetto dell’ambiente.

PROGETTO QUALITÀ PER IL BAROLO – A fronte di una produzione ampia che comprende tutti i vitigni ammessi dai vari disciplinari (in questa zona non è raro che le Doc si sovrappongano) è certamente il Barolo che la fa da padrone. In particolare le etichette legate al Progetto Qualità. Avviata nel 2001, questa iniziativa, nata dalla mappatura ostinata e minuziosa del territorio e dal riconoscimento delle vigne più vocate, è volta ad ottenere vini sempre più rappresentativi del terroir. Oggi sono disponibili 5 versioni: 4 cru (è di moda chiamarli single vineyard) e un Barolo proveniente da una selezione delle vigne migliori.

L’ULTIMA ANNATA – In arrivo il 2008 di prossima distribuzione. Nel segno ricorrente degli ultimi anni, anche quest’ultima è stata una vendemmia fortunata: estate calda e niente piogge nel momento cruciale che precede la raccolta. Il risultato è un vino ancora giovane, forse un po’ spigoloso, come si conviene a un adolescente, ma destinato a maturare nel tempo e a evolversi in un grande vino da invecchiamento. Per il futuro, il professor Matteo Bosco, docente di matematica e presidentedella cooperativa, prevede

Il Barolo prodotto dalla Cooperativa

un continuo successo del Barolo nel mondo e ribadisce l’impegno di Terre del Barolo, una vera missione, per tutelare e incentivare il lavoro dei soci attraverso la crescita qualitativa.

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© Riproduzione riservata - 11/07/2012

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