Vigna La Casa Vs Montosoli: per chi non crede al terroir

Vigna La Casa Vs Montosoli: per chi non crede al terroir

Le due aziende Caparzo e Altesino imbottigliano due vigne storiche sulla stessa collina ma opposte per ubicazione ed esposizione. Il risultato sono due vini con una personalità differente e ben definita: Vigna La Casa e il cru Montosoli.

Alcuni anni fa gli enologi del Nuovo Mondo, soprattutto gli australiani, non credevano davvero alla parola magica “terroir”, che consideravano piuttosto una bella invenzione europea per ribadire il primato della nostra viticoltura millenaria. Per fortuna, oggi si sono convinti quasi tutti del fatto che alcune combinazioni di suolo, clima e savoir-faire conducono a risultati distintivi e unici.

Stessa collina, esposizioni opposte

Ne abbiamo prove, degustando migliaia di vini all’anno, a ritmo quasi quotidiano, ma ultimamente un interessante confronto a Montalcino ha ribadito il concetto. È il caso delle due aziende Caparzo e Altesino, oggi della stessa proprietà Angelini, che hanno il privilegio di imbottigliare due vigne storiche complementari, ossia sulla stessa collina (Montosoli) ma opposte per ubicazione ed esposizione, i cui vini in questi decenni hanno mantenuto una personalità affatto differente e ben definita: Vigna La Casa e il cru Montosoli.

Un po’ di storia

Prima di addentrarci nell’analisi dei vini, una nota di colore. L’Altesino era proprietà di Giulio Consonno, sagace imprenditore milanese che tra le altre cose era stato uno dei fondatori di Prenatal. Consonno aveva anche partecipato alla cordata di amici che negli anni Settanta aveva fondato l’azienda Caparzo. Nel tempo, Elisabetta Gnudi Angelini aveva rilevato la totalità di Caparzo e Consonno manteneva l’altro versante della collina di Montosoli. Poco dopo la morte di Consonno, la signora Gnudi Angelini notò un sospetto andirivieni di automobili targate Francia; pareva che i proprietari di Château Margaux volessero acquisire l’Altesino. Questo sospetto, che sciovinisticamente stava diventando un timore, la convinse ad acquisire definitivamente anche “l’altra faccia di Montosoli”.

Differenze e analogie

Montosoli a Nord, La Casa a Sud, due vini che hanno celebrato vicini anche i propri 40 anni (il primo nel 2015 e il secondo nel 2017). Il suolo è simile, galestro in entrambi i casi, le differenze stanno nell’esposizione, lievemente nell’altimetria (Montosoli tra i 280 e i 320 metri slm, La Casa tra i 270 e i 300) e nelle viti. Montosoli nasce da una selezione massale – di cui onestamente la famiglia ammette di non sapere molto – mentre La Casa ha subito tre reimpianti nel 1986, 1996 e nel 2001 (l’ultimo con cloni F9 e R24). Inoltre, la vinificazione è differente, il che da un lato rende impossibile un paragone “puro” sulle differenze generate dal contesto pedoclimatico, ma dall’altro – interpretando correttamente il significato di “terroir” – rende conto di personalità diverse “allevate” (in senso lato) in maniera diversa per esaltarne le peculiarità. Di seguito, le note di degustazione dei due vini. Del Montosoli abbiamo assaggiato due annate.

Vigna La Casa, Brunello di Montalcino Docg 2017

Vino di sole, con sensazione di frutto maturo: prugna secca, composta di fragole, con accompagnamento di erbe aromatiche secche (origano) e tipica polvere di gesso. Al palato è molto secco, figlio dell’annata, ottima concentrazione di frutto, con tannino polveroso e astringente e alta acidità che garantirà una vita piuttosto lunga. In cantina hanno utilizzato lieviti sia indigeni sia selezionati, la maturazione avviene in botti grandi e per 1/3 in tonneau di terzo passaggio da 750 litri. Bottiglie prodotte: 15.000.

Montosoli, Brunello di Montalcino Docg 2017

Il colore tende maggiormente all’aranciato, il che potrebbe annunciare una maggiore maturità, invece al naso è più fresco, con note di violetta e lampone (disidratato). La bocca è succosa, torna il lampone, e si ritrova il timbro tendente al secco dell’annata arida, ma il vino ha mantenuto una buona acidità, con tannino deciso ma più vellutato rispetto a La Casa. In comune i due vini regalano un retrogusto tipico piacevolmente gessoso. Sono stati utilizzati solo lieviti indigeni e per la maturazione botte grande di legno di Slavonia da 70-80 hl. Bottiglie prodotte: 10.000.

Montosoli , Brunello di Montalcino Docg 2015

Ottima annata, al naso esprime piacevole complessità di sottobosco (felce) e poi tanto frutto: mora, prugna, fragola. Il palato è morbido, di grande concentrato, ma con tensione e freschezza, finale succoso e minerale.

Foto di apertura: Alessandra Angelini, figlia di Elisabetta Gnudi Angelini

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© Riproduzione riservata - 25/05/2022

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