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La verticale: Noir di Mazzolino, dal 1985 un ponte fra Oltrepò e Borgogna

La verticale: Noir di Mazzolino, dal 1985 un ponte fra Oltrepò e Borgogna

La storia di Tenuta Mazzolino ripercorsa in una verticale di Noir. L’azienda di Corvino San Quirico (Pavia) ha celebrato le sue prime 40 vendemmie con una degustazione di nove annate del suo Pinot nero più importante, che segnano le tappe della sua evoluzione stilistica.

Un rosso fuoriclasse, in grado di competere con le etichette internazionali più blasonate. È l’identità con cui il Noir si presenta al mondo fin dalla prima annata prodotta, la 1985; lo si comprende anche dal prezzo d’esordio di 28 mila lire, una cifra importante paragonata alle 50-60 mila lire di un Premier Cru Classé dell’epoca. Il Pinot nero simbolo di Mazzolino guarda alla Francia, ma ha le radici ben piantate in Oltrepò, dove il vitigno ha trovato una seconda dimora d’elezione. Enrico Braggiotti, fondatore della tenuta, ha l’ambizione di mostrare al mondo il valore di questo territorio ancora poco compreso. Trentacinque vendemmie dopo, abbiamo l’occasione di sondarne i risultati nel calice con la nipote Francesca Seralvo, oggi alla guida con il supporto del direttore Stefano Malchiodi.

Il fil rouge enoico e personale con la Francia

Ancor prima del vino, l’affinità di Tenuta Mazzolino con la Francia ha a che fare con la vita privata del suo fondatore, nato in Turchia da una famiglia di discendenza veneziana (i cosiddetti levantini) ma naturalizzato monegasco, e della moglie, originaria di Parigi. Un legame che si tramanda alle generazioni successive: «Ho fatto la scuola francese. Era la lingua che si parlava in casa dei nonni», ricorda Francesca, raccontando il percorso che l’ha portata a gestire la tenuta. «Mia madre Sandra è entrata in azienda nel 1995 e se ne è occupata per vent’anni. È stato poi mio nonno Enrico a scegliere di affidare Mazzolino a me, tra i suoi dodici nipoti. E io ho lasciato il lavoro di avvocato per dedicarmi a tempo pieno all’azienda».

Noir Mazzolino vigne Stefano Malchiodi e Francesca Seralvo
La titolare Francesca Seralvo con il direttore Stefano Malchiodi tra le vigne di Tenuta Mazzolino

Alle origini di Tenuta Mazzolino

Le vicende moderne di Mazzolino cominciano alla fine degli anni Settanta con l’acquisto di Enrico Braggiotti. Nell’area che tutti già conoscono come “la collina del Pinot nero” sorge la casa padronale ottocentesca (oggi completamente restaurata) dove il banchiere progetta di riunire la sua famiglia allargata, non lontano da Milano. La speciale vocazione dei vigneti di proprietà che circondano la tenuta, un corpo unico di 22 ettari vitati (più 22 di bosco) dai suoli bianchi e gessosi suddiviso in 49 parcelle, e la passione per il vino condivisa con gli “amici esperti” Luigi Veronelli e Giacomo Bologna lo spingono presto a riprendere la produzione vitivinicola del luogo, integrando le preesistenti vigne di Pinot nero e Chardonnay con barbatelle acquistate direttamente in Borgogna.

Anche la cantina è di ispirazione borgognona

La disposizione a raggiera dei vigneti intorno alla tenuta riduce la distanza dai locali per la vinificazione, che avviene ancora oggi nella cantina storica. L’edificio ottocentesco è stato ampliato in alcune parti, ma conserva la struttura originaria interrata su tre livelli, funzionale anche per la gestione della temperatura. Dalla mitica patria del Pinot nero d’Oltralpe provengono anche i legni per l’affinamento introdotti da Enrico Braggiotti: barrique da 228 litri, 3 litri extra rispetto ai canonici 225 bordolesi (pari a 300 bottiglie da 0,75). Un formato ancora in uso, ideato in Borgogna per compensare il “fondo” che si forma quando il legno è contenitore anche per le prime fasi di vinificazione.

Vecchie annate di Noir, il Pinot nero simbolo di Mazzolino
Vecchie annate di Noir, il Pinot nero simbolo di Mazzolino

La consulenza di Kyriakos Kynigopoulos

L’avvento di Kyriakos Kynigopoulos alla fine degli anni Novanta consolida in via definitiva il legame con il modello bourguignon. «Mio nonno legge di questo giovane enologo francese di origine greca che sta rivoluzionando la Borgogna e decide di chiamarlo per Mazzolino», spiega Francesca, ricordando il primo arrivo un po’ rocambolesco del consulente in azienda. Dal 1998 la presenza di Kyriakos è un punto fermo nell’attività produttiva della tenuta, e offre uno scambio privilegiato con l’esperienza e le pratiche in uso in Côte d’Or. Accanto a lui c’è l’enologo Roberto Piaggi, operativo nella cantina di Mazzolino da prima dell’arrivo di Kyriakos fino alla pensione, nel 2021.

Vigna Regina, dove nasce il Noir di Mazzolino

Dalla vigna Regina, una delle più storiche di Mazzolino, provengono le uve del Noir: 1,95 ettari di viti fino a 63 anni d’età. Una parte è stata integrata negli anni Ottanta; un’altra alla fine degli anni Novanta, con l’arrivo di Kyriakos. Gli impianti più recenti, infine, attendono di raggiungere i 20 anni per poter entrare nel Noir. Il vigneto guarda a nord, ma i filari sono disposti in modo da prendere i raggi del sole al mattino da un lato e nel pomeriggio dall’altro. Le rese sono basse (45 quintali a ettaro), incentivate da pratiche che inducono la pianta a essere meno generosa – oltre alla vendemmia verde. «La verticale ci darà l’opportunità di discutere sull’incredibile ecosistema da cui provengono», spiega Stefano Malchiodi. «Vecchie vigne su suoli vivi, argillosi, dalle forti pendenze, dove la presenza di vene calcareo-gessose si riflette nella sorprendente freschezza del calice anche dopo parecchi anni».

Vigneti Mazzolino Oltrepò
I vigneti di Mazzolino, disposti a raggiera intorno alla tenuta, hanno pendenze fino al 45%

Come si affronta il climate change

L’adattamento al cambio climatico nell’area trova un alleato nelle escursioni termiche e nella presenza di argilla su questo versante, che aiuta la gestione idrica. È una viticoltura d’Appennino per posizione geografica e pendenze, che raggiungono il 45% nella vigna accanto alla Regina. Ma le conseguenze dell’innalzamento globale delle temperature sono evidenti anche qui: «Oggi si vendemmia un mese prima rispetto agli anni Novanta», prosegue il direttore. «L’ultima annata ha visto anche un rincaro importante delle uve raccolte a mano. Dal 2021 al 2022 siamo passati da 65 a oltre 100 euro al quintale». In cantina si cerca di sopperire con alcuni accorgimenti: «Nelle annate più concentrate “allarghiamo” il legno, utilizzando maggiormente i tonneaux».

La verticale di Noir ripercorre la storia di Mazzolino

Le nove annate della verticale di Noir segnano tre diverse fasi della storia di Tenuta Mazzolino. Nella prima, dall’esordio alla metà degli anni Novanta, si recupera il preesistente con una visione già fortemente orientata alla qualità, grazie anche al sostegno e ai consigli di Luigi Veronelli e Giacomo Bologna. La seconda tappa è segnata dall’arrivo in azienda di Kyriakos Kynigopoulos e del suo bagaglio di esperienze d’Oltralpe. La terza e ultima parte vede alla guida Francesca e Stefano, che insieme a Kyriakos intraprendono numerosi viaggi in Borgogna. Una costante sembra attraversare tutta la degustazione: «Nelle annate facili e con maggiore estratto emerge con forza il terroir, nelle annate difficili la varietà», sintetizza Stefano Malchiodi.

Prima fase “naif”

In degustazione 1988-1990-1995

Sono tutte annate contraddistinte da un inverno a lungo freddo e nevoso, condizione importante per garantire le riserve idriche d’estate (che è stata calda nel 1988 e nel 1990, più piovosa nel 1995). La vinificazione avveniva in tini troncoconici di legno con estrazione probabilmente importante, “alla piemontese”.

Noir 1988

In pieno stato di grazia. Una vaga traccia ematica e di fogliame bagnato cede subito il passo a toni marini, salmastri, di petricore. Emerge un profilo fresco balsamico, di eucalipto e mentuccia, con note di chiodi di garofano, petali e rosmarino essiccato, scorza d’arancia, un ricordo di piccoli frutti rossi. Il palato è sorprendentemente fresco, a tratti salato; un doppio passo tra succosità e acidità dà forza ed eleganza al vino.

Noir 1990

Millesimo leggendario. Molto profondo e concentrato, austero, potente nelle note di goudron e cuoio. Ha grande stoffa e carattere baroleggiante, bordolese. Emerge anche qui un’importante sapidità, dai tratti quasi gessosi. In bocca sono più evidenti il frutto e l’eleganza del Pinot nero, accompagnati da un tannino perfetto, setoso, con esito di grande equilibrio.

Noir 1995

Frutto di un’annata piovosa, anche in primavera e in estate. All’olfatto è più ematico, vira decisamente su note di frutta surmatura e confettura, vagamente ossidate. Risulta meno ampio e complesso. L’assaggio è una sorpresa, e svela un naso ingeneroso rispetto al palato fresco, molto godibile ed espressivo.

Seconda fase “francese”

In degustazione 1998-2003-2008

Con l’arrivo di Kyriakos cambia il formato della bottiglia, da bordolese a borgognotta. In cantina il consulente introduce alcune novità, come la macerazione pre-fermentativa a freddo delle uve non pressate per un’estrazione più delicata. In vigna pianifica la vendemmia a 100 giorni dalla fioritura (poco meno se l’estate è molto calda), secondo l’uso della Borgogna: una pratica che nel tempo porta Mazzolino a diventare un punto di riferimento in zona per l’avvio della raccolta.

Noir 1998

Più estrattiva rispetto alla media delle annate già assaggiate, è una versione densa, muscolare del Noir. Toni ferrosi ed ematici si accostano a note di erbe officinali, rabarbaro, china, alloro. Al palato è molto intenso, denso, di grande estrazione, con finale decisamente lungo.

Noir 2003

Il calore estivo (vendemmia anticipata al 20 agosto) porta a frenare l’estrazione in cantina, una scelta che diventerà prassi. Nel calice non accusa le temperature, anche grazie alle riserve idriche dei suoli argillosi. Abbina toni di tabacco dolce e frutti neri, più maturi, alla freschezza balsamica dell’eucalipto e ai fiori, come la rosa canina.

Noir 2008

Annata fresca e piovosa, sfidante. Riflette in pieno le caratteristiche varietali, a partire dal colore etereo. Il Pinot nero sfoggia la sua nobiltà nelle note di piccoli frutti rossi, fragoline, ribes, erbe officinali, accompagnate da una fresca speziatura – anice stellato, cardamomo. La dolcezza del frutto ritorna in bocca, di grande precisione e pulizia, con un tocco tannico setoso e tanta freschezza.

Terza fase: i viaggi in Borgogna

In degustazione 2012-2017-2019

La gestione aziendale passa a Francesca Seralvo, affiancata dal direttore Stefano Malchiodi dalla fine del 2016. Insieme a Kyriakos si intensificano gli scambi con la Borgogna in una serie di incontri con Domaines plurisecolari, come Comte de Vogüé; confronti illuminanti per interpretare in una visione più ampia alcune scelte stilistiche o pratiche “di moda”, come l’uso dei raspi. I millesimi in degustazione sono frutto di tre annate calde.

Noir 2012

Il naso è ampio e generoso, molto speziato. Spazia da note di frutti rossi a sentori più golosi di uva passa, caramello salato, vaniglia, ingentiliti dai toni floreali di rosa. In bocca è succoso, di sostanza, intensamente fruttato, con una bella vena salata che invoglia la beva. Belle prospettive di invecchiamento.

Noir 2017

Oltre al caldo, l’annata 2017 ha visto una terribile gelata primaverile con auto-diradamento della produzione (ne avevamo scritto qui). Questo ha portato a una vendemmia record (iniziata il 4 agosto per gli spumanti, il 16 agosto per il Noir). Al naso è deciso, richiama l’incenso, la china, il rabarbaro, con eleganti toni boisé. Denso e lievemente verde al palato, dal tannino asciutto; nel complesso, molto concentrato.

Noir 2019

Pronto per l’immissione sul mercato, l’ultimo millesimo scalpita di gioventù. Espressione di un anno segnato della perdita di un importante punto di riferimento per Francesca e per l’azienda, con la morte del fondatore Enrico Braggiotti. Chiude il cerchio della verticale con un frutto vivido e succoso, che dalla bacca rossa vira all’arancia; bel corredo di spezie dolci, suggestione brulé, chiusura leggermente erbacea. In bocca spicca il tannino già maturo, la polpa e l’elegante sapidità che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso.


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© Riproduzione riservata - 23/01/2023

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