Degustazioni Degustazioni Elena Erlicher

Trefiano di Capezzana dà voce alla Toscana del Carmignano

Trefiano di Capezzana dà voce alla Toscana del Carmignano

Il primo cru di Carmignano della famiglia Contini Bonacossi compie 40 anni. Una verticale del rosso toscano per apprezzare la sua costanza stilistica nel tempo e i valori d’identità territoriale che ne sono alla base.

Ci sono vini che, nonostante siano nati 40 anni fa, sono stati concepiti con uno stile contemporaneo che conservano ancora oggi. È il caso del Trefiano di Capezzana, primo cru di Carmignano, che punta, allora come ora, su valori come identità e interpretazione territoriale, e li declina nelle diverse annate ma sempre con la stessa costanza stilistica. Il territorio in questione è appunto quello di Carmignano, a cavallo tra Prato, Firenze e Pistoia, una delle più antiche denominazioni enologiche italiane, citata addirittura in un bando del 1716 del granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici. «La verticale di dieci annate – che abbiamo degustato il 28 settembre, nda – parte dalla prima prodotta, la 1979, per concludersi con la 2019, ora in commercio», spiega il neo amministratore delegato Ettore Contini Bonacossi. «In tutto sono state prodotte 21 annate, perché il Trefiano vede la luce solo nelle annate migliori».

Lo storico cru

Il Trefiano nasce per volontà di Vittorio Contini Bonacossi – di cui riporta oggi il nome in etichetta – che voleva dar vita a un cru dai 5 ettari di vigneti dell’omonima villa rinascimentale in cui abitava, un tempo di proprietà della nobile famiglia fiorentina dei Rucellai. Qui da sempre si coltiva la vite, in particolare Sangiovese, Canaiolo e uva Francesca, cioè “francese” – in questo caso il Cabernet Sauvignon – che oggi compongono il blend di Trefiano, rispettivamente con 80%, il 10% e il 10%. I suoli hanno composizione ed esposizione diversa: la vigna di Pietraia, argillosa e ricchissima di pietre, guarda a sud; quella di Le Croci ha argille bianche, gialle o terreni calcarei a seconda dell’esposizione, nord e nord-est; quella di Cabernet Sauvignon, che guarda a nord, ha argille collose e gialle nella parte alta, mentre suoli sabbiosi e tufacei nella parte bassa.

Ambiente eterogeneo e protetto

Oltre alla varietà pedologica, Carmignano gode di un microclima particolarmente favorevole. La vicinanza degli Appennini ingentilisce le temperature nei mesi più caldi, mentre il Montalbano ripara dai venti più freddi. Inoltre, fin dal 2008, la viticoltura, così come l’olivicoltura, cui sono dedicati 140 ettari di proprietà, è a conduzione biologica (certificata dal 2015), garantendo un quadro morfologico così eterogeneo da riflettersi nell’ampio corredo aromatico dei vini dalle sorprendenti potenzialità d’invecchiamento.

Verticale Capezzana
Serena Contini Bonacossi, l’enologo consulente Franco Bernabei, Benedetta, Filippo, Ettore Contini Bonacossi, l’agronomo Andrea Beconcini, Gaddo e Beatrice Contini Bonacossi

La verticale di Trefiano Carmignano Riserva Docg

Tutte le annate sono maturate in legno dai 12 ai 24 mesi (in media 18) e un altro anno in vetro.

1979

Una delle migliori annate della seconda metà del Novecento. Viene definito da Franco Bernabei, consulente della tenuta da dieci anni, “evoluto, ma ancora vivo, fresco e complesso”. Di colore aranciato, sa di confettura di mora, fieno, liquirizia, incenso ed erbe officinali; ben bilanciato tra alcol e acidità, ha tannino setoso, sapidità e un finale di morositas. Prodotto in 7.045 bottiglie.

1983

Una delle annate di Carmignano migliori di sempre. Nasce sotto la consulenza di Vittorio Fiore e dimostra una lunghissima capacità di invecchiamento, come si rileva dalla vivacità di colore e dalla croccantezza del frutto. Esprime un carattere selvatico, di iodio, radice di rabarbaro, china e sottobosco; palato ferroso ed ematico, con tannino più aggressivo che poi si stempera, con una sensazione di freschezza persistente. Assomiglia a un grande Borgogna. Prodotto in 7.538 bottiglie.

1985

Bella e abbondante annata dall’andamento invidiabile con piogge cadenzate. Stabilità del colore. Al naso cuoio e rabarbaro, ma freschezza di frutto (ciliegie e more); in bocca il tannino è vibrante, con note di salsedine e salmastre, preludio di un finale dove convivono eleganza e freschezza. Un vino marino prodotto in 11.633 bottiglie.

1988

Annata abbondante caratterizzata da un’estate molto asciutta che ha richiesto un’attenta selezione delle uve. Vino più evoluto, ma comunque vivace e piacevole, con note di frutta croccante, timo, maggiorana e origano, e uno speziato ben dosato; in bocca il tannino è più evidente, conserva una buona acidità nonostante qualche nota terziaria, finale iodato. Prodotto in 13.140 bottiglie.

1998

Un balzo in avanti di dieci anni ci porta a una delle prime annate calde, che preannunciano il cambiamento climatico, con estate caldissima e vendemmia anticipata, ma che si è distinta per qualità rispetto al resto della Toscana. Da qui entrano in produzione le vigne più giovani (10 anni) di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, e si inizia a introdurre gradualmente l’uso di legni più piccoli. Colore rubino porpora di maggior intensità. Naso elegante dove emergono note di pino selvatico, carruba, humus e sottobosco, ma anche floreali di viola mammola, fruttate e marine; più ricco e cremoso al palato, ha un tannino di buon nerbo e retrogusto leggermente balsamico. Prodotto in 11.914 bottiglie.

2003

Un vino elegante e fine, inaspettato per un’annata così torrida. Colore rosso rubino di grande vivacità. Note dolci al naso, con sentori di mirto, china, rabarbaro e after eight; ingresso in bocca un po’ graffiante, bella acidità, piacevole e minerale con ritorno di pietra focaia. Anche lui ricorda un grande Borgogna. Prodotto in 9.432 bottiglie.

2005

Frutto di un’annata più fredda e poco piovosa, subito è parso un vino più austero, poi con il tempo si è aperto in tutta la sua complessità. Sentori di erbe officinali e mediterranee, genziana e camomilla, tabacco fresco, terra bagnata e confettura; in bocca è più compatto, quasi polveroso ma piacevole. Prodotto in 8.740 bottiglie.

2012

Inverno piovoso, seguito da una primavera prima piovosa e poi stagione siccitosa fino alla vendemmia. «Dal 2010 usiamo più legno di Taransaud per non nascondere l’intensità e il carattere del Sangiovese e far emergere il fruttato di mora e cassis», spiega Benedetta Contini Bonacossi, che segue la parte enologica dal 1998. Al naso note di bacca di ginepro, maggiorana, liquirizia e china; bocca molto minerale, fresca e balsamica. Prodotto in 6.774 bottiglie.

2015

Inverno piovoso, poi estate siccitosa ma non troppo calda. Vino fresco, giovane e avvolgente con note che ricordano l’eleganza di un Borgogna, muschiate, di rugiada, corteccia fresca e sanguinella, oltre alle solite erbe mediterranee e officinali, fruttato, ematico, minerale. Fresco e minerale al palato, il tempo saprà domare un tannino più aggressivo. Prodotto in 11.052 bottiglie.

2019

La migliore tra le ultime annate prodotte, con inverno siccitoso, primavera piovosa, giugno fresco, piogge a settembre. Il vento di Tramontana ha ritardato la raccolta del Sangiovese. Un vino che riunisce tutti i valori di Capezzana e pecca solo di gioventù, ma saprà evolversi meravigliosamente nel tempo. Naso fruttato di ribes nero e mora, con note di liquirizia dolce, erbe officinali e selvatiche, sottobosco; palato di graffiante tannicità, salinità e sapidità, fruttato con finale molto lungo. Prodotto in 6.867 bottiglie.

Foto di apertura: le dieci annate di Trefiano di Tenuta di Capezzana protagoniste della verticale: 1979, 1983, 1985, 1988, 1998, 2003, 2005, 2012, 2015 e 2019.

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© Riproduzione riservata - 10/10/2023

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