Tenuta Fratini, una nuova stella nel cielo di Bolgheri
Da oltre mille ettari di tenuta a Donoratico, la famiglia fiorentina Fratini – già fondatrice di Tenuta Argentiera – produce tre vini di alta gamma frutto di anni di ricerche agronomiche con una squadra di star internazionali. L’assaggio in anteprima dell’intera gamma accompagnati dall’enologo Emiliano Falsini
Una nuova stella si accende nel firmamento di Bolgheri, quella della famiglia Fratini che, su oltre 1.000 ettari di proprietà, ne ha destinati 28 alla viticoltura. Per individuare i siti migliori sui quali piantare la vite è stata formata una squadra di pesi massimi sulla scena enologica mondiale: Eric Boissenot, per la prima volta in zona, il geologo cileno Pedro Parra, Nelson Muñoz Jara di AgroPrecision e Françoise Vannier, di Adama Terroirs Viticoles. Questi ultimi hanno introdotto la tecnologia Mrs (Magnetic resonance sounding), uno strumento innovativo che ha portato a risultati straordinari nelle analisi del suolo, ha consentito di comprenderne a fondo le caratteristiche peculiari per selezionare di conseguenza vitigni e portinnesti ideali per l’obiettivo enologico da raggiungere.
Al team è stato affiancato anche Xavier Choné, agronomo esperto di mappatura e comprensione dei terroir, molto apprezzato nel Medoc. La squadra si chiude con l’agronomo Gianni Moscardini e soprattutto con Emiliano Falsini, punta di diamante del Gruppo Matura, e stimato enologo toscano con profonda conoscenza del territorio.
Flashback, l’esperienza precedente
La famiglia Fratini ha un ruolo di rilievo nell’imprenditoria fiorentina, il padre degli attuali proprietari, Fiorenzo, è stato un “principe del jeans”, con il celebre marchio Rifle che chiunque abbia solo sfiorato gli anni Settanta ricorda certamente. Questo ramo della discendenza segue altre strade, soprattutto nel settore immobiliare, fino all’illuminazione sulla via di Damasco, o meglio sul viale dei Cipressi: grazie alla dritta e alla provvidenziale insistenza dell’amico Piero Antinori, i Fratini acquistano una grande tenuta a Donoratico, oltre mille ettari, avviando insieme nel 1999 un progetto vinicolo, Tenuta Argentiera, che in soli vent’anni ottiene ottimi consensi. Piero Antinori esce dopo pochi anni dalla società e la famiglia Fratini la vende nel 2016, dopo aver portato l’Argentiera a ragguardevoli traguardi.
Ritorno al vino, passione di famiglia
Oggi Ludovica, figlia di Corrado Fratini e nipote di Fiorenzo, è il volto della nuova avventura, un ritorno alla produzione e all’imbottigliamento di un sogno, ritorno realizzato con i tempi lenti e meditati di chi non ha bisogno di correre. Le vigne (Cabernet Franc, Merlot e Cabernet Sauvignon) sono state progettate con attenzione maniacale e l’anno scorso ha debuttato “il terzo vino”, con l’annata 2021, che si chiama Clinio, un Igt Toscana composto da Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon.
Il 23 settembre, in tenuta a Donoratico, abbiamo assaggiato anche il primo e il secondo vino, entrambi Bolgheri Superiore, sempre del notevole millesimo 2021: Hortense (80% Cabernet Franc, 20% Cabernet Sauvignon) e Harte (72% Cabernet Franc, 21% Cabernet Sauvignon, 7% Merlot). Tutti vini eseguiti, da Falsini e dallo staff di cantina, con la meticolosità conseguente al lavoro cominciato in vigna, con separazioni di parcelle (sino ai blend finali), selezioni severe, tavoli di cernita e tutto il coté dell’eccellenza in stile bordolese.
Gli assaggi in anteprima
Clinio, Toscana Igt 2022
È il vino “di château” (ottima definizione che suggeriamo a tutti quelli che dribblano faticosamente espressioni orrende come “vino base”), ove in quest’annata prevale il Cabernet Franc. Fermenta in cemento e parte in acciaio, affina in barrique di 2° e 3° passaggio. Estrazione soft, nessuna chiarifica,solo follature per non stressare il vino.
«Il nostro stile», commenta Falsini, «persegue l’eleganza. Senza rinnegare il percorso precedente, vorremmo riscrivere la nostra storia con minore opulenza». All’assaggio, Clinio esprime un brillante frutto rosso, lampone e fragola, con una ravvivante nota erbacea e floreale, con tocco mentolato e di pepe verde. Al palato è elegante, dal tannino setoso e solo leggermente verde, persistente con chiusura balsamica. Il vino si trova in enoteca attorno ai 50 euro.
Harte, Bolgheri Superiore Doc 2021
Solo 3.000 bottiglie, prende il suo nome dall’amore di famiglia per l’arte, che in effetti punteggia tutta la tenuta, dall’ingresso sino alla casa padronale, per chilometri. L’espressione del vino, sempre a prevalenza Cabernet Franc, è più profonda e scusa con ricordi di mora, legno dolce, pomodoro dolce, guarrigue, spezie orientali fresche, e una piacevole chiusura ferrosa. Al palato è avvolgente, il tannino signorile, voluminoso e morbido, con un’ottima freschezza di base e finale di liquirizia e caffè. In enoteca si attesterà sui 150 euro.
Hortense, Bolgheri Superiore Doc 2021
Prende il nome dalla principessa Ortensia, che cavalcava su questi terreni, ed è la punta di diamante della produzione, 2.000 bottiglie disponibili. Il profumo è intensamente balsamico, un ampio ventaglio che comprende succo di ciliegia e fragola, eucalipto, alloro, lentisco cannella e cioccolato. In bocca è di rimarchevole concentrazione, succoso, dal tannino potente e profondo, ancora severo; il palato è ricco, ampio, con un lungo finale leggermente astringente, di liquirizia e menta. Sa coniugare freschezza, sapidità e potenza. In enoteca oltre i 300 euro.
Foto di apertura: la nuova sala degustazione nel bosco con vista su vigne e mare
Tag: Bolgheri, Emiliano Falsini, Fratini, Ludovica Fratini© Riproduzione riservata - 04/10/2024