Sound Sommelier vol. 17, il vino si può ascoltare
Il vino? Si può ascoltare. Paolo Scarpellini (classe 1953) si autoproclama Sound Sommelier dopo 20 anni di critica giornalistica musicale e altri 20 come giudice e reporter su varie testate. Il suo credo? Considerare il vino come “musica da bere” e la musica come “vino da ascoltare”. Ecco quattro abbinamenti tra vino e musica suggeriti dal nostro Sound Sommelier. Per info: www.psmusicdesign.it
Chanson francese
Grand Vintage 2002 Moët & Chandon
Con Edith Piaf – Mon manège à moi. Icone francesi in coppia: la chanteuse parigina si fa champenoise sposando il Grand Vintage 2002 Moët & Chandon. Se i primi accordi fanno risaltare un fine perlage, il vispo refrain di archi e xilofono solletica subito l’olfatto fra noci e mandorle, mentre il clarinetto sciorina note torrefatte. Il vibrante attacco vocale poi (“Tu me fais tourner la tëte”) fa girar la testa e aprir la bocca: qui le sensuali erre arrotate spremono agrumi, la fisarmonica vaniglia. L’improvviso finale bilancia al meglio il lungo retrogusto.
Reggae
Rosè Metodo Classico Dosaggio Zero 2015 Erpacrife
Con Giorgio Conte – Amadie. Affinità piemontesi: il cantautore astigiano musica l’albese Rosè Metodo Classico Dosaggio Zero 2015 Erpacrife. Al via, la batteria porta l’occhio sul rosarancio del Nebbiolo spumante. Il ritmo in levare sventola poi al naso un bouquet sciccoso: frutti rossi (dalla batteria), sottobosco (basso), agrumi (chitarra), pesca (voce). Al ritornello, la bolla sale croccante in bocca: il basso spinge acidità, le tastiere irrorano vinosità, i cori spargono salinità. Il subitaneo stop del brano non ferma un finale lungo e amaricante.
Jazz
Luce 2006
Con Piero Umiliani – Gassman Blues. Abbinata toscana: il musicista fiorentino illumina di note il Luce 2006 Luce della Vite. I primi, lontani cenni di sax scuriscono il rubino nel calice. Al salire del ritmo, il duetto alternato sax-vibrafono fa salire alle narici ora liquirizia, ora bacche nere; subito dopo, il pimpante refrain preme sul palato con cremosa fermezza: la batteria tiene ritmo e corpo pieni, il contrabbasso strega la lingua con vellutati tannini, il clarinetto sparge acidità. Nel lungo finale, col piano che manda eucalipto, l’ultimo colpo di piatti solleva sprazzi minerali.
Post Fado
Vintage Port 1963 Grahams
Con Madredeus – Alfama. Il terroir? Portoghese: la band Madredeus crea un’atmosfera per il Vintage Port 1963 Graham’s. I primi accordi di chitarra e violoncello sorvolano il rubino pallido nel calice, poi la struggente voce da soprano decanta e sveglia il Porto dormiente estraendo aromi di prugna e mentolo, sui quali la seconda chitarra innesta spezie e caffè. Tastiere e fisarmonica scaldano quindi il palato con sontuosa potenza, tessendo morbidi tannini mentre la malinconica vocalità esprime acidità. Il brano finisce di botto, in contrasto con l’infinita chiusura al caramello.
Tag: Erpacrife, Graham’s, Luce della Vite, Moët & Chandon, sound sommelier© Riproduzione riservata - 09/05/2021