Degustazioni Degustazioni Jessica Bordoni

Assaggi d’alta quota. Il tasting dei vignaioli di montagna del Trentino e dell’Alto Adige

Assaggi d’alta quota. Il tasting dei vignaioli di montagna del Trentino e dell’Alto Adige

Il giornalista Massimo Zanichelli ci porta alla scoperta di sei piccole ma rinomate realtà della provincia di Trento e Bolzano. Sei zone vocate, sei diversi vitigni (Nosiola, Müller Thurgau, Riesling, Schiava, Pinot nero, Groppello di Revò) e un grande denominatore comune: la montagna.  

Da un lato il Consorzio Vignaioli del Trentino, dall’altro il Freie Weinbauern Südtirol, suo corrispettivo altoatesino. Due facce della stessa medaglia, o meglio della stessa regione alpina. Le due associazioni sono partite dal concetto comune di altitudine per organizzare la degustazione digitale “Quote in assaggio“, condotta dal giornalista Massimo Zanichelli lo scorso 5 maggio. Nel corso del tasting sono stati presentati sei vini di altrettanti vignaioli di montagna impegnati nel dare voce alle diverse anime del territorio.

Vignaiolo Fanti

Il viaggio comincia in provincia di Trento, nel paese di Pressano. Siamo pochi chilometri a nord di Lavis, su una collina ariosa e soleggiata, terra d’elezione del vitigno autoctono Nosiola (che qui viene declinato al maschile, il Nosiola; mentre è femminile nella valle dei Laghi). La storia aziendale della famiglia Fanti inizia con papà Giuseppe e dal 1991 è Alessandro a prendere il testimone. Quattro ettari, per una media di 18.000 bottiglie l’anno. In vigna solo trattamenti con zolfo e rame.

Vignaiolo Fanti, Trentino Nosiola Doc 2019

La pedologia della zona è complessa, con marne friabili e parti limose, che garantiscono alla Nosiola una spiccata sapidità. Il vigneto, poco più di mezzo ettaro, si trova tra i 400 e i 500 metri di altezza. Le piante, di 30 anni, sono allevate a pergola e con una resa di 70 quintali per ettaro. Metà della massa viene posta a macerare per una settimana e prosegue la fermentazione in legno. Il resto fermenta e affina in acciaio. Poi permanenza di 8 mesi sulle fecce fini (senza rimescolamento), che permette di mantenere l’integrità aromatica e donare profondità. Al naso il bouquet è balsamico con note di frutta bianca e fiori di campo. In bocca il vino è sapido, succoso, asciutto, volutamente spigoloso. Da (ri)scoprire con il passare degli anni.


Simoni

Superando le prime colline di Lavis e seguendo il corso tortuoso dell’Avisio si raggiunge la Val di Cembra, regno incontrastato del Müller Thurgau, che qui contende il primato allo Chardonnay. La zona poggia su suoli porfirici di colore rosato e la pergola recita ancora un ruolo di primo piano. I terrazzamenti vitati si estendono per 700 ettari, per un totale di 708 km di muretti a secco realizzati con pietra locale. La Cantina Simoni si trova nel cuore del borgo di Palù di Giovo (Trento) e produce circa 15 mila bottiglie annue. Fondata nel 1918 da nonno Giuseppe, oggi è gestita dai nipoti Ferruccio e Michele.

Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau Igt 2019

I vigneti (tra i 10 e 30 anni) sono situati lungo l’anfiteatro che circonda la zona di Palù di Giovo, con esposizione sud, sud-ovest su terreno calcareo-argilloso. La quota è compresa tra i 550 e 700 metri e la pergola trentina raggiunge una densità di impianto di 4.500 ceppi/ettaro. Dopo la pressatura soffice delle uve, la fermentazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata; poi affinamento di 6 mesi sui lieviti. Nel calice un bianco di bella fragranza, con note di menta ed erbe officinali. Il sorso è verticale, preciso, perfettamente coerente con il territorio.


Kuen Hof

La Tenuta risale al XII secolo, quando il podere apparteneva ai vescovi di Bressanone. Circa 200 anni fa fu acquistata dal bisnonno di Peter Pliger, che oggi la gestisce con la moglie Brigitte. Siamo in Valle Isarco, con vigneti esposti prevalentemente a sud-est tra i 550 e i 700 metri. La superficie vitata aziendale è pari 6 ettari, con 8.000 ceppi per ettaro e 35.000 bottiglie all’anno. Anche qui la viticoltura è eroica, o meglio estrema. Peter Pliger è tra i pionieri del Riesling in Valle Isarco, dove il vitigno nordico ha trovato una seconda casa grazie all’ambiente tipicamente montano.

quote in assaggio

Kaiton, Alto Adige Riesling Valle Isarco Doc 2019

Kaiton era il nome celtico della zona intorno al maso Kuenhof e il paesino di Tschötsch. Il terreno è pietroso, con scisto, quarzo e piccole quantità di argilla; il sistema di allevamento è a Guyot con impianti fino a 26 anni di età. Anche in questo caso si procede con una prolungata permanenza sui lieviti a cui segue un affinamento in acciaio e in grandi botti di acacia, senza lo svolgimento della malolattica. Naso fresco di fiori d’acacia, albicocca, erbe di montagna per un bianco dalla purezza cristallina, con un’acidità vivace e un sorso scattante.


Weingut Unter Moser Hof

Questo storico maso si trova nei pressi di Bolzano, nel cuore della zona classica di Santa Maddalena. La tenuta è stata menzionata per la prima volta in un documento del 1630 e oggi è gestita dalla quarta generazione della famiglia di Georg Ramoser, impegnata nella produzione di vini identitari ed eleganti, figli di un approccio naturale e rispettoso dell’ambiente. I pendii della Schiava e del Lagrein sono esposti a sud, con terreni sabbiosi e argillosi.

Alto Adige Santa Maddalena Classico Doc 2019

95% Schiava, 5% Lagrein per questo rosso gentile e fruttato, molto espressivo, da vigne che hanno tra i 40 e i 60 anni. Dopo la fermentazione in acciaio, viene svolta la malolattica e il vino riposa per 6 mesi in botti di rovere da 17 e 25 ettolitri. Si tratta del vino “base” aziendale, prodotto in circa 11 mila bottiglie all’anno, ma la finezza è quella di una selezione.


Stroblhof

Questo maso altoatesino plurisecolare, guidato da Rosmarie e Andreas Nicolussi-Leck, si trova nella frazione Appiano di San Michele. I vigneti, in tutto 6 ettari, sono situati ai piedi del massiccio della Mendola, a un’altezza media di 500 metri che garantisce agli impianti una buona ventilazione. I terreni sono di origine porfirica-vulcanica, con aree più ricche di calcare (che ben si prestano allo sviluppo del Pinot nero). La produzione si aggira sulle 45.000 bottiglie, divisa in egual misura tra bianchi e rossi.

Pigeno, Alto Adige Pinot nero Doc 2017

Il vino prende il nome dalla località in cui sorge il vigneto, esposto a sud-est. La resa per ettaro si attesta sui 55 ettolitri. Dopo la vendemmia le uve vengono sottoposte a una macerazione a freddo con fermentazione in tini di rovere per 20-22 giorni. L’affinamento di un anno avviene in barrique francesi dal I fino al V passaggio, a cui seguono 6 mesi in botti grandi di rovere da 30 ettolitri e altri 5 in bottiglia. Ne nasce un Pinot nero rarefatto, dai profumi sfumati di ciliegia, mora e lampone. L’acidità è viva ma composta, i tannini sono equilibrati. Grande attitudine all’invecchiamento.


El Zeremia

Il viaggio si conclude in Val di Non, che si apre lungo il corso del torrente Noce, nella zona nord-ovest del Trentino. Qui un piccolo gruppo di aziende mantiene viva la produzione vinicola in un paesaggio dove i meleti hanno decisamente preso il sopravvento sulle altre coltivazioni. Il Groppello di Revò è un’antica uva autoctona locale (si tratta di un vitigno diverso da quello diffuso nell’area del Garda). Dopo il Syrah australiano, è la seconda varietà per concentrazione di rotundone nella buccia, precursore dell’aroma di pepe. Lorenzo Zadra, figlio dell’indimenticato Augusto, detto El Zeremia, porta avanti il sogno paterno di far conoscere questa eccellenza locale fuori dal territorio.  

Il vigneto storico di El Zeremia

El Zeremia, Groppello di Revò Vigneti delle Dolomiti Igt

Accanto al Groppello d’annata, vinificato in acciaio, la Cantina produce questa selezione El Zeremia. I vigneti, terrazzati, si trovano a Revò, sulle sponde del lago di Santa Giustina: 700 metri di altezza con esposizione a sud-est e una pendenza del 40%. I terreni sono calcareo-sabbiosi, con forte presenza di dolomia. Le viti, a piede franco, hanno oltre 120 anni di età. La vendemmia avviene intorno ai primi di ottobre (in passato si raccoglieva anche a novembre) con macerazione di 2 settimane a 28-30 °C e maturazione di 1 anno in barrique. È un rosso dalla forte personalità, sanguigno, concentrato, con note di sottobosco e una speziatura decisa. In bocca è denso, piacevolmente rustico, fresco, con un lunghissimo finale.

Foto di apertura: alcune delle vigne di Unter Moser Hof hanno tra i 40 e i 60 anni

Tag: , , , , , , , ,

© Riproduzione riservata - 12/07/2021

Leggi anche ...

Derthona Due.Zero 2024, i nostri migliori assaggi
Degustazioni
Derthona Due.Zero 2024, i nostri migliori assaggi

Leggi tutto

Oltre le Doc: a Vinitaly la degustazione di Civiltà del bere dedicata al valore delle sottozone
Degustazioni
Oltre le Doc: a Vinitaly la degustazione di Civiltà del bere dedicata al valore delle sottozone

Leggi tutto

Le Fornaci: la quintessenza del Lugana secondo Tommasi
Degustazioni
Le Fornaci: la quintessenza del Lugana secondo Tommasi

Leggi tutto