Per celebrare i 30 anni di Turriga Argiolas presenta Dialogo Adagio

Per celebrare i 30 anni di Turriga Argiolas presenta Dialogo Adagio

Una mostra visitabile a Serdiana fino alla fine di settembre che nasce dall’incontro di Argiolas con il laboratorio creativo Pretziada. Artigiani locali hanno ascoltato il dialogo tra natura e uomo proponendo preziosi manufatti intimamente connessi con l’anima dell’isola, come Turriga, il grande rosso della dea madre.

Il Turriga compie trent’anni: 1988-2018. Un evento importante nel cosmo vinicolo italiano, poiché questa etichetta è l’emblema del rinascimento enologico della Sardegna, ma non solo; a livello nazionale rappresenta la svolta d’eccellenza di tutto il comparto, alla stregua – per citare altre luminose stelle – del Sassicaia e del Tignanello. E non è un caso che questo vino sia nato con la collaborazione di Giacomo Tachis, che dei celebri toscani era stato il creatore, quand’era capo enologo della famiglia Antinori.

Argiolas Turriga
Franco e Giuseppe Argiolas con Giacomo Tachis

La nuova generazione non dimentica il passato

Valentina, Francesca e Antonio Argiolas, nuova generazione della famiglia, hanno voluto celebrare l’anniversario con un’iniziativa profonda, non coi fuochi pirotecnici che divertono ma si dimenticano in fretta, ovvero coinvolgendo artisti e artigiani sardi (spesso le due qualità si fondono e confondono) sotto la regia di Pretziada, un laboratorio creativo dove si uniscono ascolto del patrimonio naturale e di quello antropologico grazie all’impegno di una coppia italo-americana: Kyre Chenven, californiana, e Ivano Atzori, milanese dall’origini inequivocabili, trasferitisi a Santadi, nel Sud dell’isola non lontano da Serdiana dove vivono gli Argiolas, per “resuscitare l’artigianato locale”.

Piccoli errori, grandi idee

All’insegna della serendipity e della consueta trasparenza, Valentina racconta durante il pranzo di presentazione del progetto, avvenuto il 23 maggio a Milano: «Sono entrata in contatto con un grande artista dell’artigianato sardo per caso. Ho ricevuto una mail inviata a me per errore, alla quale ho sfacciatamente risposto chiedendo di incontrarci». E per fortuna l’ha fatto, perché oggi (e fino al 30 settembre nella sede dell’azienda a Serdiana) possiamo visitare una mostra speciale, intitolata Dialogo Adagio, generata da questo sbaglio, come semi portati dal vento. Tessuti, ceramiche, strumenti realizzati da artigiani sardi evocativi di quella storia ancestrale che – in fin dei conti – è la medesima che ci sussurra sorseggiando il Turriga, che porta in etichetta quell’immagine così essenziale e così potente della dea madre custodita al museo archeologico di Cagliari e rinvenuta fortuitamente da un contadino di Senorbì (tra Ortacesus e Selegas) nel 1935.

Valentina Argiolas presenta il progetto Dialogo Adagio a Milano; arazzo di Mariantonia Urru; Maria Paola Piras ceramista; Ceramiche di Maria Paola Piras; Mariantonia Urru tessitrice

La storia del vino in quattro decenni

Nell’occasione abbiamo assaggiato quattro importanti annate di Turriga, una per decennio: 2018 (ancora non disponibile), 2008, 1998 e 1988. Le ha raccontate l’enologo “di famiglia”, Mariano Murru, da 30 anni in azienda, che ha ricordato il maestro Tachis con le parole con cui l’accolse il primo giorno in azienda: «Mariano, questa è una famiglia stupenda e hanno grandi obiettivi».

Ricordiamo che Turriga è composto da quattro vitigni autoctoni: Cannonau (conferisce il timbro, l’aroma, l’anima), Carignano (per la morbidezza), Bovale (per il tannino e il frutto) e Malvasia nera (per il tannino). Ed ora dedichiamoci all’assaggio.

2018

Caratterizzata da scarsa piovosità nell’inverno, copiosa in primavera, nel complesso un’annata fresca ad evoluzione graduale, con maturazione equilibrata. È un trionfo ancora squillante di frutto rosso (ciliegia) ed erbe aromatiche, baccello di vaniglia, velatura di canfora.

2008

Un millesimo importante, piovoso d’inverno, ma con primavera ed estate nella norma, un buon decorso sul finale. Molto equilibrato, rispecchia appieno i caratteri Turriga. Al naso esprime piccoli frutti rossi e neri, con una carezza boisé; in bocca ha corpo e maturità di tannini, accompagnati da una buona freschezza e lunga persistenza. Mediterraneo ed elegante.

1998

Un’annata calda che si percepisce anche nel calice. Inizialmente ci toccano raffinate note balsamiche e di sigaro, cui fanno seguito frutti maturi (composta di fragole e lamponi) e il caratteristico tocco di erbe mediterranee, mirto e lentisco. In bocca molto caldo con frutto maturo, tannino morbido ma potente.

1988

Infine, emozionante assaggio della prima annata. Si presenta con discrezione ed eleganza, quasi austero, fino a cogliere note raffinate di tabacco dolce, prugna, scaglie di cioccolato. Un’eleganza squisita sostenuta dall’inattesa gradazione di 12.8%Vol. Difatti, il corpo è medio, da Bordeaux di epoche lontane; tannino vivido e ancora una buona presenza di frutto al palato, con lunga raffinata persistenza.

Foto di apertura: Valentina, Francesca e Antonio Argiolas con Kyre Chenven e Ivano Atzori di Pretziada © F. Piras

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© Riproduzione riservata - 22/06/2022

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