Degustazioni Degustazioni Aldo Fiordelli

Lupicaia in verticale. L’evoluzione di un pilastro dell’enologia toscana

Lupicaia in verticale. L’evoluzione di un pilastro dell’enologia toscana

Tra le degustazioni ospitate nel nostro “salotto del vino” ricordiamo quella del celebre SuperTuscan del Castello del Terriccio. Che è stata l’occasione per ripercorrere, calice dopo calice, la storia e il nuovo corso di questa importante Cantina.

In Toscana si dice che nel più ci sta il meno, un modo popolare e anche un po’ sempliciotto per elogiare i benefici di ciò che si può selezionare. Il concetto da solo non basta a spiegare il Castello del Terriccio, una delle più grandi tenute della regione, ma aiuta a introdurne le caratteristiche di questo “mito in evoluzione” come è stato recentemente presentato all’Enoluogo di Civiltà del bere a Milano durante una degustazione dedicata al vino simbolo aziendale, il Lupicaia.

Dove si trova il Castello del Terriccio

Il Terriccio è nel comune di Castellina Marittima, uno di quelli dove il suffisso non indica il mare – sono tutti paesi di collina – ma significa “della Maremma”. Siamo in effetti proprio sul confine settentrionale di questa storica regione, delimitata già da Dante nel Quattrocento: “da Bolgheri a Corneto”. Qui siamo in realtà ancora qualche passo più a nord, sopra il Cecina. Una proprietà di circa 1.500 ettari che occupa, tanto per dare un’idea, il 50% del comune di Castellina Marittima, dalle pale eoliche sul crinale che si vede arrivando dall’autostrada giù fino al mare. Di questi 800 ettari sono di bosco e macchia mediterranea, 400 a seminativo, 200 di pascolo, 40 di uliveti e appena 60 di vigna. Come a dire che il meglio per piantare uva da vino è stato selezionato e rifinito negli anni.

Lupicaia
La degustazione di Lupicaia all’Enoluogo condotta da Aldo Fiordelli e Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana

Gli uomini che hanno costruito al successo aziendale

È così, per esempio, che è andato scemando il Merlot ed è aumentato il Cabernet Sauvignon. Per lo stesso motivo ma con una logica opposta è ben rappresentato il Petit Verdot che già a Bolgheri fatica. Esplorando la proprietà si sono individuati proprio quest’anno un’esposizione a nord e un suolo più adatto al Merlot del clima di oggi. Il vitigno era uscito dal blend del Lupicaia nel 2008, ma se i risultati saranno incoraggianti potrebbe rientrarvi in futuro. È a Gian Annibale Rossi di Medelana, spesso più conosciuto informalmente come Pucci Rossi per gli amici, che il Castello del Terriccio deve la notorietà e l’importanza di cui gode nel mondo come azienda vinicola vocata alla produzione di vini di altissima qualità. Il Cavaliere, che era un olimpionico di equitazione prima dell’incidente che lo costrinse in sedia a rotelle, ereditò l’azienda e nel 1975 decise di rifondarla. Oltre alla passione per l’allevamento dei cavalli, questa mai abbandonata, le sue intuizioni a braccetto con il talento di Carlo Ferrini che entrò in azienda già dal 1993, hanno dato vita a uno dei più grandi rossi toscani. Basti assaggiare annate come la 2006 o la 2016 per capire il livello di eccelso Lupicaia.

L’omaggio al produttore Gian Annibale Rossi di Medelana

Un vino di potenza e grazia spesso inarrivabili, con tannini e alcol che non fanno pensare nemmeno alla Maremma data la qualità e la freschezza. E in effetti il Terriccio fa un po’ storia a sé con tutto il bosco e la purezza intorno, caratterizzato da un timbro di eucalipto che viene dalle piante omonime messe come frangivento ai crinali di alcuni vigneti. Non c’entra il Cabernet Franc che pure spesso porta questo aroma. Lupicaia è un blend di Cabernet Sauvignon e Petit Verdot che qui matura come non mai. È per questa ragione che alla fine del 2019, quando la proprietà è passata a Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana, unico nipote del cavalier Gian Annibale, nascerà un vino a base di Petit Verdot con un piccolo saldo di Cabernet Sauvignon dedicato proprio allo zio scomparso.

Il tasting delle vecchie annate all’Enoluogo

Da allora numerosi sono stati i cambiamenti. Dall’apertura di un ristorante nella tenuta all’ingresso nella distribuzione di Meregalli, al già citato nuovo vino. Ma il Terriccio si spiega con la consistenza della sua evoluzione. Vittorio Piozzo ha deciso di portare all’Enoluogo non le annate migliori, ma una selezione di quelle più calde e più fresche. Il 2004 ancora giovanissimo, pieno di note agrumate tra legno di cedro e chinotto, fiori secchi, eucalipto e una bocca vellutata con un’acidità ancora masticabile, quasi nervosa. Il 2007 che fu un 2003 al quale i produttori avevano però preso le misure. Senza dubbio più faticoso, pieno di concentrazione con un grande naso dal tabacco al Vicks e un tannino un po’ rustico. Il 2008 è in un momento di grazia, qui il Merlot ancora presente nel blend, gioca il ruolo della “carezza in un pugno”: tabacco, scatola di sigari, eucalipto, corteccia, china, viola di Parma. Velluto blu, rinfrescante. Che vino!

Tra le vendemmie più giovani, la 2018 promette bene

La 2010 è stata una delle ultime grandi annate della Toscana e questo Lupicaia ben rappresenta quello stile “less is more” della vendemmia. Tannini condensati e un naso molto fresco sulle tradizionali note di cassis, viola dolce e eucalipto di questo vino. Sotto tono il 2012 afflitto questo sì dalla siccità dell’annata. Un vino pronto, che si discosta dal classicismo del Lupicaia. In compenso la 2018 oggi sul mercato, benché giovanissima e introversa, è un’annata di grande equilibrio e non priva di complessità tra note di chiodo di garofano, cioccolato scuro, e terrosa mineralità. Un vino croccante e teso sul palato che per essere un 2018 mostra un’invidiabile concentrazione. Il nuovo corso è tracciato. All’insegna della classicità, ma con più voglia di aprirsi e accreditare il Lupicaia al livello che merita, in mezzo ai più grandi.

Foto di apertura: le sei annate di Lupicaia degustate durante l’evento

Tag: , , , ,

© Riproduzione riservata - 29/08/2024

Leggi anche ...

Gavi vuol dire anche longevità: la degustazione all’Enoluogo di Civiltà del bere
Degustazioni
Gavi vuol dire anche longevità: la degustazione all’Enoluogo di Civiltà del bere

Leggi tutto

La cena “dei cipressi” (1 km di tavolata) per celebrare i 30 anni della Doc Bolgheri
Degustazioni
La cena “dei cipressi” (1 km di tavolata) per celebrare i 30 anni della Doc Bolgheri

Leggi tutto

Vitiarium, la linea per l’alta ristorazione di San Felice
Degustazioni
Vitiarium, la linea per l’alta ristorazione di San Felice

Leggi tutto