L’Irpinia delle piccole ma brillanti stelle

L’Irpinia delle piccole ma brillanti stelle

L’Irpinia è una delle zone viticole più interessanti d’Italia, con pochi astri molto luminosi e una pletora di stelle piccole, ma di valore, che portano diversità e mantengono vivace il territorio.

All’ultimo Vinitaly abbiamo scoperto tre di queste piccole realtà, delle quali desideriamo raccontarvi la storia e suggerirvi qualche assaggio “fuori pista”.

Irpinia
Oreste De Santis lavora con vitigni autoctoni su 14 ettari tra Lapio, Montefusco e Montemiletto

Macchie S. Maria (Montemiletto)

Il ragazzo si chiama Oreste De Santis, 34 anni, ma già piuttosto navigato: ha iniziato a 22 anni. È cresciuto a Montemiletto, territorio del nonno, e poi nel 2010, aiutato dal padre, ha creato il suo marchio, dopo aver studiato Economia a Siena. «Sono stato ispirato dalla Toscana, da dove in particolare ho portato a casa la voglia di investire sul territorio, aprendolo all’accoglienza che ancora non è molto sviluppata, a parte qualche realtà». Oreste ha avviato anche il suo bed & breakfast con 4 camere e un ristorante, ma in futuro vorrebbe creare anche una spa.
Sul fronte vinicolo lavora con vitigni autoctoni su 14 ettari nelle principali zone (Lapio, Montefusco, Montemiletto). La produzione totale è di circa 60 mila bottiglie. Vi segnaliamo due vini. 

Signifer, Fiano di Avellino Docg 2021

La vigna è nei suoi 20 anni ed evidentemente dà grandi frutti. Il profumo è molto attraente e spazia dal fiore bianco, la frutta polpa bianca fino all’arachide e a un tipico tocco fumé come colpo di coda. La bocca è equilibrata, sapida, di buona freschezza. Un cru, di fatto, disponibile a circa 14 euro.

Taurasi Docg 2015

Affina 1 anno in acciaio, 2 in botte grande e almeno 1 in bottiglia. Al naso è tipico e deciso: incenso, pepe, mirtillo, mora e un tocco di legna arsa. Al palato è di sostanza, morbido, ampio e succoso con una notevole freschezza balsamica e tannini setosi. Allo scaffale sotto i 20 euro.

Margherita Iommazzo gestisce l’azienda Colline del Sole, fondata nel 2004 dal padre Roberto

Colline del Sole (Torrioni)

Finalmente bio! Brillano gli occhi a Margherita Iommazzo, che gestisce l’azienda fondata nel 2004 dal padre Roberto, che è a tutt’oggi l’enologo. Il primo vino certificato sarà il Greco di Tufo 2021, ovvero le origini, perché le vigne di famiglia sono tra Tufo e Torrione, culla del pregiato vitigno. Sono suoi tufacei, minerali in una fascia a ridosso delle miniere di zolfo. L’azienda deve il nome al toponimo con cui i monaci di Montevergine, che riscuotevano i tributi, definivano l’area. La famiglia è attiva per dare un’anima autentica ai suoi vini, a partire dall’utilizzo di lieviti indigeni, selezionati dalla famiglia Mastroberardino sul territorio. Sono inoltre grandi sostenitori dell’autentica Coda di Volpe, che stanno recuperando a partire da una sola pianta rimasta. «La “vera Coda”», sostiene Roberto, «è rossa spargola con il punto nero». Vini molto interessanti.

Greco di Tufo Docg biologico 2021

Si arpe su sbuffi fumé una piacevole crema di limone, quindi intenso fiore bianco. Al palato è cremoso, pieno e caldo solo. Allo scaffale arriva sotto i 10 euro. Ottimo, in ogni modo, anche il non-bio e uscirà prossimamente una versione da vigna storica affinato in acacia.

Taurasi Docg 2017

Grande classe: colore rubino intenso, al cuore, con brillantezza diffusa, al naso si presenta con spezie e note intensamente balsamiche, con tocco di rosa macerata e prugna. Al palato, il tannino è setoso, ottima l’acidità, il calore ben supportato dalla maturità del frutto, ha sapore di more, liquirizia con incenso e spezie sul finale. In vendita a 17 euro sul sito aziendale.

Alfonsina Cornacchia con la mamma Margherita De Iorio e l’enologo Mourad Ouada

Historia Antiqua (Manocalzati)

La famiglia Cornacchia ha avviato l’attività nel 1969. Una delle tante belle storie d’amore del vino, in realtà. Marito e moglie, raccolgono la storia di viticoltura, con vigne della trisnonna nel comune di Pratola Serra. Nel 2006 viene rifondata l’azienda col nome di Historia Antiqua, con patrimonio di 45 ettari di vigna e 100-120 mila bottiglie prodotte mediamente. A dare man forte oggi c’è anche la figlia Alfonsina e, come consulente, Mourad Ouada, della scuola Cotarella, ma da anni ormai battitore libero, con consulenze anche all’estero.

Greco di Tufo Docg 2021

Il profumo è elegante, delicato con molto frutto a polpa bianca e caprifoglio. In bocca presenta una struttura importante e persistenza gustativa, con un piacevole tocco fenolico-tannico sul palato. Sul finale sprigiona sapidità di agrume. Allo scaffale attorno ai 10 euro.  

Taurasi Docg 2015

Grande vino, con naso molto intenso, balsamico, speziato e ricco di sottobosco, sensazioni che tornano al palato con note balsamiche e morbidezza, su una stoffa decisa, finale e retrogusto di kirsch e incenso. Si affina per metà in legno grande e metà in barrique francesi per 18-20 mesi. Prezzo sui 20 euro.

Foto di apertura: Colline del Sole è protagonista di un progetto di recupero dell’autentica Coda di Volpe

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© Riproduzione riservata - 03/05/2022

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