In Italia In Italia Jessica Bordoni

La Eno-gioventù: Emanuele Gambino e la sua Cantina a Costigliole d’Asti. A tutta Barbera ma non solo

La Eno-gioventù: Emanuele Gambino e la sua Cantina a Costigliole d’Asti. A tutta Barbera ma non solo

Dopo la laurea in Giurisprudenza, il richiamo della terra lo ha spinto a seguire la strada tracciata dai nonni e dar vita ad un progetto che porta il suo nome. In tutto 13 ettari di vigna e un’impostazione sartoriale in cantina. Nel calice territorio e finezza.

Ci sono i figli d’arte, ma anche i nipoti d’arte. Come Emanuele Gambino, classe 1983, cresciuto con la passione per la terra trasmessagli dai nonni, viticoltori nel Monferrato. Una passione che, dopo la laurea in Giurisprudenza, è tornata irresistibilmente a farsi sentire. «Durante l’infanzia ho avuto la possibilità di vivere l’atmosfera della vita contadina: le giornate scandite dal lavoro nei campi, il rito ancestrale della vendemmia, i gesti codificati delle operazioni di cantina», racconta. «Questo scenario mi ha segnato profondamente e a un certo punto ho sentito il bisogno di ritornare alle origini. Ho capito che dovevo seguire l’esempio dei miei nonni».  

Un traguardo speciale

Tra la decisione di fare il vignaiolo e l’inaugurazione ufficiale della Cantina Emanuele Gambino, avvenuta lo scorso 19 febbraio a Costigliole d’Asti, sono passati 13 anni. Un percorso impegnativo, fatto di determinazione, sfide e sacrifici. «I momenti difficili non sono mancati, ma la meta era chiara, e con il tempo sempre più vicina», spiega il produttore. «Sognavo uno spazio tutto mio, dove vinificare esclusivamente le uve di mia proprietà, con un occhio attento alla qualità, alla sostenibilità e alla genuinità dei prodotti. La scelta è maturata nel 2011, ma la costruzione aziendale vera e propria è partite nel 2016».

Al confine tra il Monferrato e le Langhe

La nuova cantina è il risultato della ristrutturazione di un antico cascinale dotato di attrezzature di ultima generazione. Sorge sulla cresta di una collina in località San Martino, a Costigliole d’Asti, quasi completamente circondata dai vigneti. L’altro appezzamento è in zona Piansrej, a Santo Stefano Belbo, proprio sotto la torre medievale e di fronte alla collina di Moncucco celebrata nella poesia I mari del Sud di Cesare Pavese. «Ci troviamo al confine tra il Monferrato e le Langhe, i cui paesaggi vitivinicoli sono stati iscritti nel Patrimonio Universale dell’Unesco ormai 10 anni fa. Costigliole d’Asti è uno dei paesi di riferimento per la produzione della Barbera astigiana, il terzo per estensione vitata; mentre Santo Stefano Belbo è da sempre una delle patrie del Moscato d’Asti».

Le scelte in vigna e in cantina

In tutto 13 ettari vitati, situati ad un’altitudine media di 270-300 metri, con suoli in prevalenza calcareo-argillosi. Barbera, Nebbiolo, Moscato ma anche alcune varietà internazionali come Sauvignon, Merlot e Chardonnay, che Emanuele ha deciso di interpretare a modo suo. «I vecchi vigneti sono stati parzialmente reimpiantati dopo l’acquisito delle due proprietà, nel 2016 e nel 2020. In campo abbiamo abolito l’uso di prodotti di sintesi e diserbanti per favorire la biodiversità e l’equilibrio naturale. Seguiamo i principi dell’agricoltura biologica: la certificazione sarà completata con la vendemmia 2024. La conversione al bio per me non è una questione legata alla redditività, ma al rispetto per l’ambiente, per la terra e per le persone che vivono la mia realtà e che consumano i miei prodotti».

Filosofia tailor made e cura dei dettagli

La vinificazione rigorosamente in acciaio e gli affinamenti si svolgono per lo più in botti grandi e tonneau di rovere, con qualche felice sperimentazione in anfore di terracotta. Emanuele Gambino gestisce l’attività in prima persona, con la consulenza dell’enologo Claudio Dacasto e dell’agronomo Roberto Abate. La prima vendemmia messa in commercio è la 2020 e per ora la produzione resta una nicchia di circa 25 mila bottiglie all’anno. Ma il potenziale è di 70 mila e c’è la volontà di crescere, ma senza perdere l’approccio sartoriale.  Non a caso il logo, raffigurato sulle etichette, è una farfalla in volo su una vite dalle profonde radici: «Rappresenta la cura che mettiamo nel creare vini dalla personalità autentica e sincera, che interpretano il territorio rinnovando la sua tradizione alla luce del presente e con lo sguardo rivolto al futuro».

Il focus sulla Barbera d’Asti: d’annata, Superiore e in futuro anche Nizza Docg

La Barbera è proposta sia in versione “d’annata” che Superiore. «È la varietà del mio cuore oltre che del territorio: farla bene è un imperativo. Per scelta stilistica, utilizzo solo il legno grande che preserva la componente fruttata e dona complessità al sorso. In entrambi i casi la vinificazione avviene in vasche di acciaio a temperatura controllata, intorno ai 26 °C. Le macerazioni durano circa 15 giorni, con rimontaggio e follature quotidiane e svolgimento della malolattica. Poi 1 mese di botte grande per la Barbera d’Asti Docg e di almeno 6 mesi per la versione Superiore».
Quest’ultima nasce da una vigna molto vecchia in località La Romana, nel comune di Nizza Monferrato, con grappoli spargoli e rese intorno ai 40 quintali per ettaro. «È la stessa da cui produrremo il Nizza Docg, che verrà messo sul mercato nel 2025». Alla prova d’assaggio, la Barbera d’Asti Docg 2022 rivela un’acidità scattante unita a una piacevolezza succosa, senza eccessi di concentrazione e un’alcolicità ben bilanciata. Note di amarena e lampone unite a sentori di liquirizia e spezie dolci. La Barbera d’Asti Superiore 2020 ha un profilo più importante, austero sia al naso che in bocca, con una sapidità distintiva e una materia elegante, con note piacevolmente tostate sul finale. 

Il grande amore per il Merlot

Un capitolo a parte merita il Merlot, Piemonte Docg 2020, che Emanuele Gambino non esita a definire come il suo «terzo figlio». La presenza del monovarietale internazionale in zona non deve stupire più di tanto: «Qui a Costigliole ha una sua tradizione. Le prime barbatelle furono importate dalla Francia oltre 200 anni fa dal marchese di Gresy, insieme a quelle di Chardonnay e di altri vitigni francesi. Ben presto si capì la buona capacità di adattamento in queste zone, tanto che circa 25-30 anni fa c’era il progetto di una Doc ad hoc, poi caduto nel nulla».
Il Merlot aziendale nasce dai vigneti bianchi e calcarei e affina 18 mesi in tonneau di rovere a grana fine e media tostatura, dopo una vinificazione in acciaio dove svolge anche la malolattica. «Siamo molto attenti alla materia prima di partenza e alla maturazione fenolica delle uve. Gli appezzamenti sono esposti a sud, ma la particolare conformazione della collina, che include alcuni avvallamenti, permette una certa ombreggiatura pomeridiana e questo ci aiuta a mantenere bassa la gradazione, che nel caso dell’annata 2020 è di 13,5% vol. L’obiettivo è produrre un Merlot piemontese, capace di leggere il terroir e già approcciabile in gioventù». Il risultato è un vino che gioca più sulla finezza che sul volume, dal tannino gentile e con una buona freschezza e balsamicità.

La ricerca sul Sauvignon e sul Moscato (fermo e in anfora)

La ricerca dell’eleganza abbinata alla territorialità è il trait d’union che abbraccia tutta la gamma. Interessante l’identità sapida e agrumata del Sauvignon, Piemonte Doc, che sosta unicamente in acciaio. Mentre per il Moscato – che arriva dalla tenuta di Santo Stefano Belbo già certificata bio – è proposto in versione secca e ferma. In base alle annate e all’andamento vendemmiale si decide se affinarlo in anfore di terracotta oppure no. «Si chiama Mò Frem e viene vinificato inacciaio inox Vinooxygen con temperatura controllata di 16 ˚C. L’uso di questa tecnologia ci permette di non doverlo mai travasare fino all’imbottigliamento, evitando perciò ossidazioni e permettendo di aggiungere dosaggi di anidride solforosa bassissimi». Nel prossimo futuro di Emanuele Gambino, prima ancora dell’uscita del Nizza Docg, prevista per il 2025, c’è il debutto del Nebbiolo Langhe Doc, che dovrebbe uscire dalla cantina il prossimo autunno.

Foto di apertura: © A. Florea

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© Riproduzione riservata - 11/03/2024

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