Il Sauvignon blanc Pitars in tre declinazioni

Il Sauvignon blanc Pitars in tre declinazioni

La famiglia Pittaro, che possiede 160 ettari nel cuore delle Grave del Friuli, dà vita a tre versioni di Sauvignon blanc di grande freschezza e mineralità: Braide Santa Cecilia, Sèris e la novità Cuntrevìnt. Le uve sono coltivate in un ecosistema naturale, che gode di un microclima unico dovuto alla vicinanza del fiume Tagliamento.

C’è un Friuli che punta da sempre con decisione sui vini bianchi e oggi continua a farlo interpretando le mutate esigenze di mercato. Stiamo parlando dell’azienda Pitars di San Martino al Tagliamento, al centro della piana friulana, a metà strada tra Udine e Pordenone, di fronte alla collina di San Daniele, nota per il suo rinomato prosciutto. Qui la famiglia Pittaro lavora da quattro generazioni, esprimendo al meglio le caratteristiche del territorio della Grave, fatto di suoli magri e ricchi di sassi.

Il vino simbolo aziendale

Nel 2019 il Sauvignon blanc Braide Santa Cecilia vince la medaglia d’oro e il riconoscimento come migliore d’Italia al Concours mondiale du Sauvignon e i Pittaro comprendono di essere sulla strada giusta.
«Il Sauvignon blanc è il vino simbolodi Pitars», spiega l’enologo Stefano Pittaro, «e si declina in tre versioni: il Braide Santa Cecilia, il Sèris e la novità Cuntrevìnt (da noi assaggiate in quest’ordine, nda). Nascono tutti dall’omonimo vitigno che interpreta al meglio le potenzialità dei nostri terreni. I sassi contribuiscono ad accumulare il calore e drenare il suolo. I nostri terreni più magri, con forte presenza di sabbie e quindi più asciutti, beneficiano così di una notevole escursione termica. Ciò contribuisce a donare maggiore intensità aromatica e freschezza ai vini. Ci sono delle analogie tra i nostri terreni e quelli del Marlborough in Nuova Zelanda, dove nascono quelli che sono considerati i migliori Sauvignon blanc al mondo».


Paolo, Loris, Bruno, e Mauro Pittaro, terza generazione alla guida dell’azienda, con il padre Angelo, scomparso nel 2017

L’apporto del fiume Tagliamento

L’identità dei Sauvignon blanc Pitars è legata anche alla presenza del Tagliamento in prossimità dei vigneti. Il suo bacino è candidato a diventare Riserva della biosfera dell’Unesco. «Considerato l’ultimo grande fiume selvaggio d’Europa – non è costretto entro argini e trova ogni anno una nuova conformazione – ha plasmato la pianura friulana depositando a valle rocce dolomitiche e sedimenti provenienti dalle alpi Carniche», racconta Nicola Pittaro, responsabile commerciale. La ricchezza dei minerali e il microclima particolare del Tagliamento (la zona è anche molto ventilata) conferiscono una mineralità e sapidità uniche alle nostre etichette».

Sostenibilità e sperimentazione

Pitars salvaguarda questo ecosistema naturale con scelte, sia in vigna sia in cantina, che mirano a ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Molti i progetti sperimentali attivati negli anni: l’autoproduzione di biofertilizzanti naturali, la promozione di un’economia circolare, l’uso di macchine intelligenti con tecnologia 4.0 e di atomizzatori a recupero, la sperimentazione sugli induttori di resistenza contro oidio e peronospora, la confusione sessuale, le prove di defogliazione prima della vendemmia per abolire gli antibotritici. Alcuni progetti sono stati portati avanti con la collaborazione dell’Università di Udine. La struttura ricettiva (costruita totalmente in bioedilizia) e la cantina sono coperte di pannelli fotovoltaici che soddisfano il 20% del fabbisogno energetico aziendale.

Le 3 versioni di Sauvignon blanc Pitars nel calice

Braida Santa Cecilia Sauvignon, Friuli Doc 2018

Le uve arrivano dalla tenuta Rivolto, sulla riva sinistra del Tagliamento, allevate su suoli a matrice sassosa, con scheletro importante e più argille, che favoriscono la maturazione dei grappoli. La raccolta avviene in due momenti diversi – precoce a inizio settembre e spinta nella seconda metà del mese – per dare più complessità, sempre coerentemente alle caratteristiche del vitigno. Al naso si evidenzia l’equilibrio dei profumi tra l’erbaceo e il fruttato. In bocca il bosso e la salvia lasciano poi spazio ai frutti tropicali, con un finale di grande freschezza e mineralità.
Prodotto in 42.000 bottiglie; prezzo medio in enoteca di 12 euro.


Sèris, Venezia Giulia Sauvignon Igt 2019

È una selezione delle migliori uve dal vigneto Braide Santa Cecilia e da San Martino al Tagliamento – di qua e di là dal fiume. La lavorazione avviene in riduzione, con un limitato contatto con l’ossigeno, e con macerazione pellicolare prefermentativa. Al naso ha un attacco più fruttato (pesca bianca) e agrumato (pompelmo). La bocca invoglia alla beva per l’estrema freschezza.
Prodotto in 6.000 bottiglie; prezzo medio in enoteca di 19 euro.


Cuntrevìnt, Venezia Giulia Sauvignon Igt 2019

Qui siamo nel vigneto San Cristoforo di San Martino al Tagliamento, più vicino al fiume (riva destra), dove c’è maggior ventilazione. I suoli più drenanti sono composti da sassi e sabbie, e godono di una maggior escursione termica. Le maturazioni sono più lunghe e lente; si raccoglie alla fine di settembre. Lavorazione in riduzione, con uso di lieviti indigeni, per mantenere intatte le caratteristiche donate da una maturazione spinta. Al naso biancospino, salvia e agrumi; al palato è complesso e sorretto da grande acidità, con chiusura sapida. Nato come esperimento, è stato prodotto in soli 700 esemplari non in vendita. Anche il packaging è particolare: l’etichetta è munita di una linguetta da strappare che rivela al di sotto il letto del Tagliamento. Ogni bottiglia è unica perché la linea dello strappo rappresenta l’argine del fiume.

Sauvignon blanc Pitars

La novità Cuntrevìnt con la sua particolare etichetta a strappo

Foto di apertura: Pitars si estende su 160 ettari nel cuore delle Grave del Friuli, al di qua e al di là del fiume Tagliamento

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© Riproduzione riservata - 01/06/2021

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