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Il debutto del Blanc de Noirs Grand Cru Bruno Paillard

Il debutto del Blanc de Noirs Grand Cru Bruno Paillard

La nuova etichetta, presentata al ristorante Cracco da Alice Paillard e Luca Cuzziol, restituisce l’impegno e il savoir faire della Maison sul Pinot nero. Una versione “nordica”, che esalta la gessosità dei villages più settentrionali della Montagna di Reims. In perfetto stile Paillard.

Bruno Paillard non ha bisogno di molte presentazioni. Maison indipendente e familiare di recente fondazione (1981), ha fatto della valorizzazione del carattere settentrionale e dell’anima gessosa della Champagne la sua appassionata missione. E dunque freschezza e finezza in primo piano, con dosaggi mantenuti volutamente bassi alla ricerca di una purezza che si esprime nell’equilibrio e nella profondità delle bollicine.

Lo stile della Maison

«I nostri vigneti, sia quelli di proprietà che quelli dei conferitori, si trovano in un raggio di 20 km intorno ad Épernay – tra la Montagne de Reims, l’inizio della Vallée de la Marne e la Côte des Blancs – e sono prevalentemente gessosi», ci spiega Alice Paillard, che affianca il padre Bruno alla guida aziendale, in un italiano che sfiora la perfezione. L’eccezione che conferma la regola? «Le vigne del village Les Riceys in Côte de Bar, quasi al confine con la Borgogna. Risalgono al periodo giurassico e sono marne di argille calcaree».
I 25 ettari di famiglia, che rappresentano il 50% dell’approvvigionamento, sono suddivisi in 89 parcelle distribuite su 19 Cru, di cui 6 Grand Cru e 5 Premier Cru. L’età media delle viti è superiore ai 30 anni, con una prevalenza di Pinot noir (50%) seguito da Chardonnay (37%) e Meunier (13%).

BLANC DE NOIRS PAILLARD
Alice Paillard con il nuovo Blanc de Noirs Grand Cru © G. Menchicchi

Una novità molto attesa

La collezione Bruno Paillard si arricchisce del Blanc de Noirs Grand Cru, presentato alla stampa milanese a inizio ottobre, durante un pranzo al ristorante Cracco alla presenza di Luca Cuzziol di Cuzziol Grandi Vini, distributore in esclusiva sul mercato italiano. Inevitabile il paragone con l’iconico Blanc de Blancs Grand Cru, storica cuvée della Maison dal cuore della Côte des Blancs, di cui rappresenta una sorta di nuovo alter ego.
«Con questa bottiglia vi chiediamo di lasciarvi sorprendere», invita Alice Paillard. «Ci lavoriamo da nove anni e siamo orgogliosi di questo debutto. Il Pinot nero è sempre stato al centro della nostra attività ed è fondamentale nell’assemblage della nostra Prémière Cuvée. Forse proprio per questo motivo c’è voluto così tanto tempo per deciderci a imbottigliarlo a parte, sebbene la voglia di lavorare quest’uva in purezza ci sia sempre stata. Siamo originari di Reims».

Dai Grand Cru del Nord

L’occasione imperdibile è arrivata nel 2018. «Un regalo della natura, in termini di qualità dei grappoli, che non potevamo proprio rifiutare», prosegue la produttrice. «Sappiamo che lo Chardonnay regala la finezza, mentre il Pinot nero la potenza, ma a contare è anche e sempre l’origine. Il nostro obiettivo con questa etichetta è quello di dimostrare che il Blanc de Noirs può essere approcciato anche dalla parte settentrionale, dai Grand Cru del Nord». In questo caso Verzenay, Mailly, Verzy e Bouzy, tre dei quali hanno un’esposizione maggiore a nord. «Questi suoli gessosi sono alla base dell’eleganza e della profondità distintiva del Pinot noir della Maison e ci hanno permesso di offrire un angolo di luce su quest’uva. Ancora una volta dico: lasciatevi sorprendere».

Le scelte in cantina

L’annata prevalente è la 2018, a cui si aggiungono vendemmie precedenti come la 2015, la 2016. «Siamo all’inizio di un percorso. In questo caso la percentuale dei Vins de Reserve è del 13%, ma contiamo di raddoppiarla già nella seconda edizione», precisa Alice Paillard.
La vinificazione è avvenuta principalmente in vasche di acciaio, con un piccolo passaggio in legno (il 20% della massa) in barrique non nuove. A seguire, affinamento sui lieviti per 3 anni e minimo 6 mesi in cantina dopo dégorgement. Dosaggio ridotto al minimo: Extra Brut a 3 g/l. Con qualche grammo in più forse sarebbe stato più accessibile, ma la Maison ha scelto di rimanere fedele al suo stile, che va a braccetto con le preferenze del pubblico italiano. Solo 5 mila bottiglie (di cui 1.450 assegnate al mercato tricolore per i prossimi tre anni). Il prezzo medio al pubblico è intorno ai 100-120 euro (contro gli 80-90 euro del Blanc de Blancs, la cui produzione complessiva non supera le 40 mila bottiglie).

Note di degustazione

Oro brillante dai riflessi ramati, perlage fine e lunghissimo. Profilo olfattivo scattante, con note di rosa, pompelmo rosa e pepe di Timut. Poi ciliegia, lampone, mela cotogna, nocciola, cannella, con una piacevole mineralità in sottofondo. In bocca grande corrispondenza: la gessosità e la salinità sono ben bilanciate dalla delicatezza del frutto. Texture vellutata, cremosità sinuosa e grande ampiezza al sorso. Che è profondo e lungo, come ci si attende dai fuoriclasse champenois.

Foto di apertura: il Blanc de Noirs di Paillard è stato presentato al ristorante Cracco da Alice Paillard e Luca Cuzziol © G. Menchicchi

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© Riproduzione riservata - 16/10/2023

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