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Nasce il Censimento delle Vecchie Vigne italiane

30 Luglio 2021 Elena Erlicher
Nasce il Censimento delle Vecchie Vigne italiane

Questa settimana vi presentiamo uno dei progetti di cui andiamo più fieri e nel quale riponiamo molte speranze: il Censimento delle Vecchie Vigne di Civiltà del bere, al quale abbiamo dedicato il numero della rivista che sta raggiungendo le edicole in questi giorni.

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Siamo convinti che il nostro Paese possa vantare un patrimonio inestimabile e certamente sottostimato di vigne vecchie. Abbiamo cominciato a censirle e chiediamo la collaborazione dei viticoltori e dei lettori per arricchirlo nel tempo. Sarà un documento in continuo aggiornamento. Nel momento in cui tutto il mondo si sta convincendo dell’importanza di preservare questi monumenti di biodiversità e qualità, ci siamo dunque posti il quesito

Come possiamo valorizzare le nostre Vecchie Vigne?

I vini da uve di vecchi vigneti hanno un valore aggiunto, che in Francia, per esempio, come in altri Paesi, è già riconosciuto da tempo sia dai produttori sia dai consumatori, con bottiglie che spuntano prezzi maggiori rispetto alle altre.

Alla scoperta delle Vecchie Vigne del Belpaese

E in Italia? Da noi c’è ancora scarsa consapevolezza sull’argomento, tanto che sono ancora pochi i produttori che segnalano in etichetta che il loro vino proviene da vecchi vigneti. Abbiamo voluto dare il nostro contributo rispondendo alla domanda: quante e quali sono le vecchie vigne nella nostra Penisola? E il quadro che ne è emerso, senza la pretesa di essere completo, è risultato assai interessante.

Ogni regione ha la sua storia

Sono molti i produttori che, al posto che espiantare i propri vigneti, al contrario prestano loro ogni cura perché possano durare nel tempo e sono sempre più convinti del loro valore intrinseco.
In certe zone, come Campania, Sicilia o Sardegna, vi è già una tradizione secolare portata avanti da capaci vitivinicoltori; in altre, come Marche o Abruzzo, la consapevolezza è maturata solo in tempi più recenti, ma oggi si lavora per la conservazione di un patrimonio per il futuro.

L’età giusta

Qual è l’età media che deve avere un vigneto per essere considerato “vecchio”? Non potendo contare su una definizione istituzionale (di legge), ci siamo rivolti al mondo della ricerca scientifica, individuando confini più definiti: almeno 30-35 anni d’età per un vigneto con piante innestate e 45-50 anni per viti a piede franco.

Una fotografia in aggiornamento

Nelle pagine seguenti troverete, dal Nord al Sud Italia, lo stato dell’arte di ogni regione con una selezione di vini che nascono da vecchie vigne. A seguire una tabella con dati aggiornati sui vecchi impianti presenti nel territorio: nome delle vigne, località, produttori, anno d’impianto, età media, estensione, sistemi di allevamento, rese… fino ai vini che da quei vigneti nascono. Inoltre abbiamo segnalato con un colore diverso quelli più vecchi.

Foto di apertura: vecchia vigna di Tintore a Gete, frazione di Tramonti (Salerno) dell’azienda Reale © S. Guadagno

Questo articolo fa parte de La Terza Pagina, newsletter a cura di Alessandro Torcoli dedicata alla cultura del vino. Ogni settimana ospita opinioni di uno o più esperti su temi di ampio respiro o d’attualità. L’obiettivo è stimolare il confronto: anche tu puoi prendere parte al dibattito, scrivendoci le tue riflessioni qui+
Il tuo contributo sarà raccolto e pubblicato insieme a quello degli altri lettori.

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