Focus Regaleali: la tenuta storica dei Tasca d’Almerita

Focus Regaleali: la tenuta storica dei Tasca d’Almerita

Abbiamo incontrato Alberto Tasca d’Almerita per un approfondimento sull’identità delle terre che sono la storia della sua famiglia. Regaleali, un “monopole” straordinario che è anche un laboratorio a cielo aperto.

Tempo di webinar, ancora per poco si spera. Ma intanto ci capitano anche occasioni come questa, che permettono di soffermarci sul noto per scoprire, come spesso accade quando ci si dispone rilassati all’ascolto, che possiamo arricchirci di sfumature preziose. La famiglia Tasca è notoriamente una delle storiche casate della vitivinicoltura siciliana, con vari primati di innovazione in ambito vinicolo a cominciare da quel Rosso del Conte che tra i primissimi ha riposizionato il Nero d’Avola verso l’alto, nella mappa mondiale del vino. Primo vino “di vigna” siciliano riconosciuto come tale. Questo vino, per inciso, nasce proprio qui ed è Regaleali di fatto la fucina sperimentale di Alberto Tasca e del suo staff, che scopriamo giovane, dinamico ma soprattutto molto femminile. Women’s empowerment, lo chiamano, e sta di fatto che a partire dall’enologa Laura Orsi l’azienda Tasca ha forti tinte rosa.

Regaleali Tasca d'Almerita

Per Alberto Tasca la terra non si possiede realmente, ma «appartiene a se stessa»

Il feudo: 5 km quadrati, 2 comuni, quasi 3 province

Tornando a Regaleali, è un antico feudo dove la presenza della vite è documentata dal 1390 e il primo riferimento alla “Vigna di Racaliali” è del 1580. Si trova su colline protette a sud dai monti Sicani e a nord dalle Madonie. Si estende su 538 ettari, 5 km2 e investe due comuni e due provincie (Palermo e Caltanissetta), sfiorando quella di Agrigento. Sono presenti 12 varietà di suoli, dall’argilla scura, alle sabbie con limo sino alle miscele di argilla, limo, sabbia con buona profondità. Si registrano sbalzi di temperatura da 40 gradi a meno di 15 nelle notti d’agosto. Di tanta terra, il 70% è coperto da viti, delle quali oltre il 50% a bacca bianca, con varie forme di allevamento dall’alberello alla spalliera. Ci sono seminativi, oliveti, frutteti, terre a pascolo, boschi, laghetti e 61 arnie. Un paradiso per chi ama l’agricoltura e un esempio di biodiversità.

Tra le novità, la valorizzazione dei cru

Vediamo i nuovi vini di Regaleali, con etichette rinnovate e una piccola rivoluzione sui nomi. È arrivato, ad esempio, il Buonsenso (vino da uve Catarratto, oggi chiamato anche Lucido). La tendenza aziendale, in accordo con un sentimento diffuso, è di valorizzare i cru, e il celebre Chardonnay Tasca ora porta ben evidente il nome del vigneto da cui proviene: Vigna San Francesco. Qualche ritocco anche per un altro best seller Tasca: Nozze d’Oro, Inzolia (uva che rappresenta il 12% delle varietà di vite allevate a Regaleali, che in totale sono 25) e Sauvignon “varietà Tasca”, qui presente dagli anni ’20 del Novecento.

Sostenibilità, essere custodi della terra

Tra le questioni prioritarie per la famiglia (e non da ieri, era riconosciuta come azienda modello già nell’Annuario della viticoltura siciliana del 1854) vi è quella della sostenibilità, basata oltre che sui noti valori di salubrità, anche sull’assunto che la terra non si possieda realmente, poiché essa «appartiene a se stessa» in un certo senso, come dice Alberto Tasca, e a chi la vive spetta il compito di garantirle un futuro. Nell’era contemporanea, la famiglia è sempre capofila, a livello regionale e nazionale, per promuovere metodi e certificazioni (come SOStain).


Lo Chardonnay Vigna San Francesco è parte del progetto di valorizzazione dei cru aziendali

Il Vigna San Francesco Chardonnay 2018

Tra i vini assaggiati durante la chiacchierata con Alberto Tasca, scegliamo di raccontare più nel dettaglio il Vigna San Francesco, che ha colpito per la sua capacità di esprimere originalità e tipicità usando lo strumento del grande vitigno internazionale. Ma come sempre, agli alti livelli, quando si tratta di vino d’autore, vince sempre il territorio. Questo vino nasce nel 1985 ed esce per la prima volta sul mercato nel 1989. Proviene dalla parte inferiore della vigna (mentre da quella superiore arriva un altro fuoriclasse, il Cabernet Sauvignon). Beneficia di un soffio fresco e dell’argilla profonda. Il profumo è preciso, accattivante: caprifoglio, fiore d’acacia, scorza d’agrume, mela rossa con piacevole tocco fumé. È al palato, come sempre, che convince e si esprime nella sua originalità, con quel fil rouge della sapidità tendente all’umami che abbiamo tracciato in tutti i vini, con una struttura compatta, tesa, e finale avvolgente e lungo.

Foto di apertura: Regaleali, la tenuta storica della famiglia Tasca, si estende su 538 ettari in quasi tre province (Palermo e Caltanissetta, sfiorando quella di Agrigento) © B. Tarantino

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© Riproduzione riservata - 13/06/2021

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