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Doc Friuli & Friends: le mille anime del Pinot grigio, dall’afternoon wine al ramato

Doc Friuli & Friends: le mille anime del Pinot grigio, dall’afternoon wine al ramato

Otto etichette regionali a confronto per scoprire la versatilità di questo vino-vitigno che vanta molti primati in regione, dal numero di ettari vitati alle performance sul fronte dell’export. Matteo Bellotto del Consorzio di secondo livello Doc FVG, ci aiuta a capire le ragioni del successo e l’evoluzione dell’universo Pinot grigio.

Nel registro delle varietà ammesse in Friuli Venezia Giulia figurano più di 100 vitigni. Solo il Disciplinare di produzione della Doc Colli Orientali ne conta 23. Parliamo di un vigneto regionale di 27 mila ettari, per un totale di circa 1.700 aziende, che hanno in media 13 referenze.

Pinot grigio in pole position

L’uva più diffusa è il Pinot grigio, pari a 7.840 ettari, seguita a stretto giro dalla Glera, a quota 7.616. Insieme Pinot grigio e Glera occupano quindi più della metà della superficie vitata. Terzo posto per il Merlot, circa 2.000 ettari, e quarto per la Ribolla, intorno ai 1.500, ma di quest’ultima stanno per entrare in produzione nuovi ettari (che porteranno il totale regionale a 28.000 ettari complessivi).

Una viticoltura regionale “polifonica”

«Spesso il Friuli viene accusato di avere troppi vitigni e non riuscire a trovare il “cavallo vincente”. Io preferisco pensare alla viticoltura regionale come a un’orchestra, in cui tutti gli strumenti sono necessari per la riuscita della sinfonia finale». A parlare è Matteo Bellotto, consulente in promozione per il Consorzio di secondo livello Doc FVG, che riunisce tutti gli enti di tutela della regione. Nelle scorse settimane ha condotto una serie di degustazioni digitali riservate alla stampa nell’ambito del format Doc Friuli & Friends; tra queste, ben due sono state dedicate al Pinot grigio.

Un vino, tante espressioni

«Per proseguire con le metafore, possiamo dire che il Pinot grigio è un po’ come la musica di Shakira o dei Beatles», continua Bellotto. La vocazione pop è fuori discussione e non a caso tutte le principali denominazioni friulane hanno in questo vino-vitigno una voce importante del proprio fatturato. «Si tratta di un prodotto pensato soprattutto per l’estero. Negli Stati Uniti, il principale mercato di riferimento, viene concepito come un afternoon wine: semplice, leggero, fresco». Ma questa non è l’unica declinazione. Oggi, ad esempio, sta crescendo l’interesse per la versione ramata, con macerazioni più o meno spinte. Una moda, quella della “ramatura”, che a ben guardare altro non è che un ritorno al passato, prima dell’“invenzione” della vinificazione in bianco e della rivoluzione tecnologica.

Pinot grigio Friuli
Matteo Bellotto, consulente in promozione per il Consorzio Doc FVG, paragona il Pinot grigio alla musica di Shakira o dei Beatles

Solista amatissimo all’estero 

La presenza del Pinot grigio in Friuli risale alla seconda metà dell’Ottocento. È un’uva che permette una costanza produttiva e qualitativa, aspetto non secondario visto che siamo nella regione più piovosa d’Italia. «L’enologia friulana è strettamente collegata all’arte del blend, quella che prima definivo con l’immagine dell’orchestra. Ma il Pinot grigio ha una natura più da solista e viene prodotto soprattutto in purezza. Il motivo? In primis di tipo commerciale: il suo nome è un brand di successo a livello internazionale. Le bottiglie si vendono anche e soprattutto perché sull’etichetta compare la scritta Pinot grigio». In compenso è relativamente poco bevuto dai friulani. «La sua piacevolezza e la morbidezza sono considerate eccessive per il palato regionale, che cerca invece una maggiore spinta acida e più struttura. Direi che è un vino troppo rassicurante e preciso per il carattere spigoloso dei miei conterranei, che non a caso considerano il Friulano (Tocai) e la Ribolla come vitigni di elezione».

Le 8 etichette degustate e le nostre note di degustazione

Colle Villano – Friuli Pinot grigio Doc 2019

La Cantina di trova a Faedis, nel Colli Orientali, dove il Pinot grigio occupa il 16% della produzione Doc e si gioca il primato con il Sauvignon. Siamo infatti in una zona fresca, con escursioni termiche marcate che favoriscono lo sviluppo degli aromi. Per certi aspetti didattico, questo Pinot grigio si distingue per la pulizia e il piacevole fruttato. L’acidità è ben compensata da una trama vellutata.

Zorzettig Friuli Pinot grigio Doc 2019

Ci spostiamo di pochi chilometri per raggiungere Cividale, località Spessa, sempre nel comprensorio dei Colli Orientali. Il profilo aromatico del vino è però molto diverso: c’è più ricchezza, avvolgenza, calore. Anche la nota minerale e la sapidità appaiono più spiccate. Siamo in alta collina e più vicini al mare. Un Pinot grigio deciso e soave insieme, con un finale agrumato. Perfetto (anche) per il gusto estero.

Alturis Friuli Pinot grigio Doc 2019

Il nome del vino sottintende la posizione collinare dei vigneti, nei pressi di Cividale del Friuli. Il quadro climatico, con buona ventilazione e piogge, garantisce circa un grado e mezzo in meno sulla media regionale e dunque una maturazione più lenta e progressiva. Fermentazione e affinamento sur lies in botti di cemento vetrificato. Il naso è contraddistinto dal fruttato esotico, con una piacevole nota tostata e ammandorlata. Non meno deciso il sorso, di buon corpo. È un Pinot grigio che strizza l’occhio più al pubblico friulano che americano.

Colutta – Friuli Colli Orientali Pinot grigio Doc 2019

L’azienda guidata da Giorgio Colutta si trova nel comune di Manzano, che insieme a Buttrio rappresenta la zona più calda dei Colli Orientali, dove non a caso si producono più vini rossi che altrove. Qui torniamo ad un Pinot grigio export oriented: preciso e immediato, accattivante nel profilo floreale e fruttato. Meno sfumato e più verticale.

Colmello di Grotta – Collio Pinot grigio Doc 2018

La Doc di riferimento è il Collio, marchio commerciale collegato alla mezzaluna di terra al confine con la Slovenia; 1.500 ettari totali che rappresentano il 10-11% della produzione regionale. Tutti i vigneti sono in collina (da qui il nome Collio). La Cantina è certificata biologica, in conversione biodinamica, e ha iniziato ad utilizzare le anfore in ceramica per l’affinamento. Questa etichetta è prodotta dal 1990 e l’età media delle viti raggiunge i 30 anni. Spalla acida, profondità e persistenza sono dalla sua.

Foffani Friuli Pinot grigio Doc 2019

L’azienda si trova a Trivignano Udinese, in frazione Clauiano (uno dei più bei borghi del Friuli) e ha sede in un’antica villa storica. Siamo nell’areale della piccola Doc Friuli Aquileia, una zona più calda, con terreni misti di ciottoli e argilla. Circa 24 ore di leggera macerazione donano al vino una soave veste ramata. Naso ricercato di piccoli fiori a bacca rossa, erba appena tagliata, geranio. In bocca è cremoso, il tannino dona polpa e rotondità. 

Scarbolo – Il Ramato, Friuli Doc 2019

La provincia di riferimento è sempre Udine. L’azienda si trova a Lauzacco, sulla direzione per Grado, e crede molto nel Pinot grigio, tanto da produrne quattro versioni differenti. In questa, di un bel color buccia di cipolla brillante, c’è una piccolissima percentuale di Chardonnay – lo 0,31% – affinato in botte piccola di primo passaggio per aggiungere rotondità. Si tratta di un single vineyard dalla vigna Codis piantata nel 2004 con 5.800 ceppi per ettaro. Complesso e sfaccettato, con sentori di mela, fragoline di bosco e litchi. In bocca il calore non copre sapidità e freschezza.

Butussi – Madonna d’aiuto, Friuli Colli Orientali Pinot grigio Doc 2018

Siamo a Corno di Rosazzo, nei Colli Orientali. Questa selezione viene prodotta in piccole quantità e solo nelle annate migliori; nel 2018 solo 1.298 bottiglie. Il suo nome è quello del piccolo vigneto, un fondo collinare esposto a sud-ovest con terreni di marne in profondità e pietre calcaree superficiali. In estate, le correnti che scendono dalle Alpi creano escursioni termiche che superano i 20° C tra il giorno e la notte. Colore ramato intenso e brillante, di grande appeal. Bouquet di gelsomino, fiori d’arancia, pesca, frutti rossi. L’attacco in bocca è minerale, sapido, poi cresce di volume e si fa cremoso. Bella persistenza, ottimo compagno a tavola.

Foto di apertura: veduta aerea dell’azienda Scarbolo, che produce ben 4 versioni di Pinot grigio

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© Riproduzione riservata - 25/04/2021

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