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Da Friuli, Monferrato e Valpantena 6 novità delle Tenute del Leone Alato

Da Friuli, Monferrato e Valpantena 6 novità delle Tenute del Leone Alato

Un bianco e un rosso Colli Orientali del Friuli di Torre Rosazza, una Barbera d’Asti Superiore e un Pinot nero di Bricco dei Guazzi, un Amarone Riserva e un Recioto di Costa Arènte. Sono i nuovi vini di fascia premium del gruppo vinicolo di Generali, Le Tenute del Leone Alato.

Sono passati solo due anni dalla nascita di Le Tenute del Leone Alato, il nuovo polo vinicolo che ha sostituito Genagricola con un progetto ambizioso di rinnovamento ed espansione. Tanto da far affermare al direttore commerciale Francesco Domini: «Genagricola non esiste più; oggi c’è una nuova realtà», che si è presentata a Vinitaly con ben 6 novità premium, «con l’intento di riposizionare il marchio verso l’alto». Si tratta di un bianco e un rosso Colli Orientali del Friuli di Torre Rosazza; una Barbera d’Asti Superiore e un Pinot nero di Bricco dei Guazzi; un Amarone Riserva e un Recioto di Costa Arènte. Li abbiamo assaggiati alla degustazione “Monferrato, Valpantena e Colli Orientali del Friuli. Tre micro terroir d’eccellenza”.

Le novità assaggiate alla degustazione di Vinitaly “Monferrato, Valpantena e Colli Orientali del Friuli. Tre micro terroir d’eccellenza”

Spirito d’innovazione continua

«Il Leone deve imparare a volare, innovando nel rispetto della tradizione», ha ribadito l’amministratore delegato Igor Boccardo. Il gruppo riunisce 780 ettari di vigneti in 7 territori ad alta vocazione e produce 65 vini da 47 vitigni per un totale di 4 milioni di bottiglie l’anno. «Nei prossimi tre anni lanceremo sul mercato altre nuove referenze», conclude Boccardo.
«Qui si lavora per dare valore alle uve e ai territori di provenienza», ha spiegato il winemaker internazionale Riccardo Cotarella, consulente delle Tenute del Leone Alato. «I vini sono seguiti e amati da persone del posto, indigene, che curano ogni aspetto con passione e rispetto».

La “ponca” dei ronchi sui Colli Orientali del Fiurli

Dai vigneti del Colli Orientali del Friuli di Torre Rosazza arrivano il bianco Ronco delle Magnolie e il rosso Ronco della Torre.
«Gli elementi caratterizzanti di questo terroir sono i ronchi», ha detto l’enologo Giovanni Casati, «cioè la sommità delle alture. Qui si trovano i vigneti terrazzati e che favoriscono la ventilazione e la maturazione delle uve. Altro fattore tipico è la “ponca”, formazione sedimentaria caratteristica di marna argillosa e arenaria, che permette ai vini di conservare acidità e salinità».

Ronco delle Magnolie e Ronco della Torre

Il bianco Ronco delle Magnolie, in commercio con l’annata 2020, è un blend di Friulano, Pinot bianco, Sauvignon e Ribolla gialla, che ben incarna l’anima internazionale e autoctona dei vitigni. Note di mandorla amara e dente di leone (tipiche del Friulano), agrumate (Ribolla gialla), pera e pesca bianca (Pinot bianco), salvia e muschio (Sauvignon). In bocca ha notevole struttura, acidità e concentrazione di frutto, che favoriranno la sua evoluzione nel tempo.
«Il Ronco della Torre 2019 un rosso friulano di grande stazza», ha commentato Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, «con il tannino ruvido del Pignolo che va a braccetto con quello del Merlot. Balsamico e “terroso” insieme, raggiungerà il culmine espressivo in 3-5 anni».

Barbera d’Asti Superiore e l’anteprima del Funtanin

Dal Monferrato alessandrino, e per la precisione dal cru vigneto Costa (Sangonin) identificato da Luigi Veronelli, arriva la novità della Barbera d’Asti Superiore Bricco dei Guazzi. Il vigneto è perfetto per il vitigno: ripido, asciutto, assolato, difficile, ma capace di conferire corpo, struttura e longevità al vino. Al fruttato tipico della Barbera (prugna, mora e mirtilli) si affiancano note speziate e di grafite. Abbiamo assaggiato anche un’anteprima, che sarà in vendita nel 2024: il Pinot nero Funtanin. Anch’esso frutto di un cru, ma attualmente non ammesso a disciplinare, è prodotto solo nelle annate migliori, che per ora sono la 2019 e la 2021. Affina in barrique con tostatura da bianco e sa di frutta rossa matura, con note floreali delicate.

Amarone Riserva e Recioto dalla Valpantena

Al 2015 risale l’ultima acquisizione del gruppo (Costa Arènte) in Valpantena, la valle più vicina a Verona, nella storica Grezzana.
Qui nascono vini di struttura che «potremmo definire “a metà strada” tra quella più scattante della zona classica e quello più corposa della Val d’Illasi», ha spiegato Alessandro Torcoli. I vigneti terrazzati si estendono fino a 600 metri d’altezza su suolo a prevalenza calcarea. La prima novità che esce con l’annata 2016 è la Riserva dell’Amarone della Valpolicella. Bouquet complesso di ciliegia sottospirito, marasca e prugna, più pepe e tabacco; tannino lungo e avvolgente con freschezza di beva tipica della Valpantena. Dagli appezzamenti più vecchi nasce, invece, un Recioto modernissima interpretazione di un vino storico, meno dolce e tannica. Dal frutto fresco e croccante, nonostante l’appassimento delle uve, ha finale amarotico da Chinotto, che non stanca la beva.

Foto di apertura: Igor Boccardo, AD delle Tenute del Leone Alato, Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, l’enologo del gruppo Giovanni Casati e il direttore commerciale Francesco Domini

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© Riproduzione riservata - 30/05/2022

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