Chianti Classico Collection: i nostri migliori assaggi
L’edizione n.31 dell’anteprima, che celebra i 100 anni del Consorzio del Gallo Nero, ha regalato molte interessanti scoperte nel calice, specialmente tra le tipologie Riserva e Gran Selezione. Le tasting notes delle etichette che ci hanno maggiormente conquistato.
Sono quattro ormai le annate che escono in occasione della Chianti Classico Collection. Alla Stazione Leopolda di Firenze si è tenuta la 31esima edizione, durante la quale sono uscite dalla piramide qualitativa del Consorzio le anteprime targate 2023, le annate 2022 presto sul mercato, le Riserve 2021 e le Gran Selezione 2020 e 2019. Uno spettro di vendemmie molto diverse tra loro.
L’andamento delle annate 2023 e 2022
L’ultima vendemmia, la 2023, è stata falcidiata dalla peronospora e i vini, prodotti in minore quantità, sono tendenzialmente poco estratti per evitare forse i problemi legati proprio a difficoltà di maturazione, ma godibili come vogliono essere i Chianti Classico giovani.
La 2022 mostra tutti i segni dell’annata siccitosa, con tannini spesso asciutti nel finale. Chi aveva visitato i vigneti due vendemmie fa, ricorderà zone belle e vocate con uve quasi appassite in pianta per la mancanza d’acqua. Secondo il report del Consorzio “lo stato sanitario dei grappoli portati in cantina è stato molto buono: il caldo prolungato e l’umidità modesta già dalle prime ore della giornata hanno facilitato la gestione della difesa sanitaria, tenendo molto bassi i rischi di malattie. La vendemmia del Sangiovese è iniziata in leggero anticipo, verso il 10 settembre e si è chiusa, come di consueto, dopo circa un mese”.
Focus sulla 2021, 2020 e 2019
Discorso opposto per la 2021 che riporta in auge la Riserva del Gallo Nero. Per gli amanti del genere non ha mai perso smalto, nemmeno a favore della più ricercata Gran Selezione, ma il binomio di una grande annata come il 2021, con concentrazione di frutto e struttura, insieme a un più lungo affinamento in cantina, ha prodotto vini straordinari. “A partire dalla fine del mese di agosto 2021 le temperature, pur rimanendo abbastanza alte durante il giorno, si sono abbassate notevolmente negli orari notturni. Questa importante escursione termica ha, in generale, consentito un ottimale completamento della maturazione delle uve. I tempi della vendemmia 2021 sono stati in linea con quelli delle ultime annate, con l’inizio della raccolta delle uve di Sangiovese intorno al 20 di settembre”.
La 2020 è più a macchia di leopardo, con vini ottimi da una parte, e dall’altra qualche Gran Selezione più esile e ossuta dovuta forse alle piogge di settembre. La 2019 si conferma grande annata, più di struttura che di polpa, più nervosa e di tensione che di souplesse, ma comunque da aspettare e bere con calma.
La forza delle Riserve
C’è stato spazio anche per qualche etichetta fuori programma, relativa a Cantine che tradizionalmente escono più tardi coi loro vini. Ad esempio la Riserva 2017 di Castell’in Villa. Un vino capace di domare il calore dell’annata e trasformarlo in virtù sotto forma di potenza e concentrazione, con numerosi dettagli e infinita complessità.
Tra le Riserve 2021 come accennato sopra in grande spolvero svettava il Rancia di Fèlsina, a Castelnuovo Berardenga. Alle tradizionali potenza e struttura di questo vino, con tannini in gioventù spesso sabbiosi, si alternava quest’anno invece una trama già vellutata e di grazia, anche al naso dove emergeva una bella nota di bergamotto figlia dei grandi Sangiovese.
L’espressività delle Gran Selezioni
Tra le Gran Selezioni svettava invece il Castello di Monsanto che dopo aver dato prova da sempre di tirar fuori bei vini nelle annate minori non poteva certo mancare l’appuntamento con il 2019. Da segnalare sempre per il 2019 la qualità, anche in questo ormai consistente di vendemmia in vendemmia, di Querciabella, una delle aziende biodinamiche più solide nel panorama nazionale, non solo toscano. Tra le Uga svettano Montefioralle, Lamole e Panzano, con quest’ultima rappresentata più per stile che per catasto dalla Gran Selezione di Nittardi che, seppur nel territorio di Castellina, ha un carattere squisitamente panzanese di concentrazione di frutto, potenza controllata di un gran tannino e sapidità.
I nostri migliori assaggi
Fèlsina – Rancia, Chianti Classico Riserva 2021
Questo 2021 sembra ispirato più che mai dall’esperienza e dalla cultura di Giuseppe Mazzocolin, una sintesi di ciò che Fèlsina è stato in questi anni. Un vino rubino, più speziato che fruttato come piace ai grandi vignaioli, pieno di sentori di brace, bastoncino di liquirizia, violetta e la ciliegia del Sangiovese, con una profonda nota di bergamotto. Denso e vellutato, riesce a coniugare la potenza della Berardenga con una straordinaria grazia. Vino “wow”.
Castell’in Villa – Chianti Classico Riserva 2017
Denso e granato, con un naso scuro di prugna secca, elicriso, bergamotto… In bocca è potente e austero, con tannini di fiera grana, ma sapido e lungo. Difficile assaggiare dei 2017 di questo livello. Fu un’annata calda, ha giovato l’uscita posticipata, ma è un grande esempio dello stile postmoderno dei vini della principessa. Fermenta e affina in botti grande.
Nittardi – Chianti Classico Gran Selezione 2020
Tra le tante Gran Selezioni uscite nell’annata 2020 una delle più belle, per classicità (bastoncino di liquirizia, nocciolo di ciliegia, pepe nero), ma soprattutto per un palato di grande finezza. Intendiamoci, qui c’è concentrazione di frutto, polpa, struttura. Il versante di Nittardi è a Castellina ma geologicamente è molto più affine a Panzano. Il tannino è vellutato (c’è la mano di Carlo Ferrini), e si mastica ben cucito a una lunga acidità.
Querciabella – Chianti Classico Gran Selezione 2019
Nella zona di Greve che sale verso Ruffoli, dove la terrosità della riva sinistra si sfina per una minor presenza di argilla. Azienda tra le prime del Chianti Classico a sposare convintamente la biodinamica, mantenendo fede a vini puliti ed eleganti (ma non fighetti). Ancora ai limiti del purpureo, segno di grande concentrazione di frutto, un vino fresco, con tanto floreale, una schietta nota di ciliegia al gusto e un finale vellutato, vibrante e intenso.
Ricasoli – Brolio, Chianti Classico Gran Selezione 2020
Il Barone Francesco Ricasoli ha impresso un corso nuovo ai vini di Brolio. Sempre più nitidi nella loro territorialità. Questa Gran Selezione evidenzia un frutto più rosso rispetto ad altre zone già citate ma non senza una naturale dolcezza, con lampone e gelatina di ciliegia in evidenza. C’è un vezzo erbaceo a dare complessità. Il palato è sottile, fine, succoso, con tannini gessosi che accompagnano un lungo finale.
Conti Capponi – Villa Calcinaia – Vigna Bastignano, Chianti Classico Gran Selezione 2020
La spezia dolce è la firma di Montefioralle, qui con cannella, viola di Parma, pan di zenzero e ciliegia. Il palato è teso, con tannini solidi e sapidi, finale austero ma che mantiene plasticità con ritorno di nocciolo di ciliegia. Da una vigna piantata nel 1994 ad alberello con una bella intuizione stando ai cambiamenti climatici.
Castello d’Albola – Il Solatio, Chianti Classico Gran Selezione 2020
Ci saremmo aspettati una maggiore concentrazione dal 2020, ma certo la vigna del Solatio, a 500 metri in ripido pendio verso est in quel di Radda è degna di nota per lo stile elegante. Una ciliegia rossa fresca, accompagnata da note floreali anche di peonia e un vezzo speziato, è incastonata su un palato fresco, sottile, ancora un po’ ossuto.
Castello di Ama – San Lorenzo, Chianti Classico Gran Selezione 2020
È una delle etichette più riconosciute della denominazione e non a torto. Nella 2020 soffre di un filo di concentrazione che manca, una grafite da legno ancora in evidenza, ma per il resto è un vino di rara complessità, con un bel frutto integrato a un finale di liquirizia. Il tannino è morbido e pettinato, con mordente nel finale segno di struttura giovane e longeva.
Badia a Passignano – Chianti Classico Gran Selezione 2021
Il Badia a Passignano è cambiato e cresciuto molto. Antinori sente il peso del Chianti Classico come “casa” e questo vino lo testimonia. Tipicità di ciliegia e violetta, chiodo di garofano da affinamento in legno pregiato e un palato vellutato, con tannini morbidi e dolci, la freschezza della valle della Pesa e un finale tostato.
Castello di Monsanto – Vigna Il Poggio, Chianti Classico Gran Selezione 2019
Il Poggio 2019, dopo la qualità di annate minori come 2014 o 2018, era molto atteso e non si è tradito. Il classico lampone fresco (c’è un piccolo saldo di Canaiolo), gelatina di ciliegia, arancia amara e un palato vellutato ma fiero, croccante, con tannini dolci e una impressionante tensione dell’acidità che resta ben integrata e lunga.
Monteraponi – Chianti Classico Gran Selezione 2019
Era attesa la prima Gran Selezione di Monteraponi. Si tratta di un campione da botte, scarico e granato al colore, incentrato su brace e liquirizia, complesso, con un frutto fresco e riduttivo, giovane, fino a ricordare la fragolina di bosco. Il palato è sottilmente raddese, con tannini setosi ed eleganti. Il finale ricorda di nuovo la liquirizia, sebbene ancora non del tutto disteso e persistente.
Lamole di Lamole – Vigneto di Campolungo, Chianti Classico Gran Selezione 2019
Lamole di Lamole nel suo Campolungo 2019 mostra il corpo esile della Uga più alta, con frutti rossi freschi, tannini levigati ma austeri, accentuati dall’acidità dell’altezza, ma pronti a una lunga evoluzione e accompagnati da un elegante gusto di nocciolo di ciliegia tipico del Sangiovese fresco. Un vino da seguire, non a caso in uscita leggermente posticipata rispetto ad altri di pari livello.
Le Cinciole – Aluigi, Chianti Classico Gran Selezione 2019
Una selezione di grande spessore. Frutti neri ricchi, Panzanesi, accompagnati da rosa e viola, con cenno balsamico, supportano un palato con bella concentrazione di frutto, succosità e un finale spesso con tannini gessosi e giovani. Torna la tipica nota di prugna fresca di Panzano e si prepara a una lunga evoluzione. Un filo di alcol nel retrobocca.
Frescobaldi – Rialzi, Chianti Classico Gran Selezione 2019
Lo storico marchio toscano non manca la bella annata. Questo Gaiole è fresco, incentrato sul lampone e l’amarena, sulla pesca gialla e l’arancia rossa. Una complessità di dettagli dovuta a territorio e stile moderno impresso a questo Gallo Nero. In bocca è vellutato, ha ancora bisogno di integrare il legno, ma è una bevuta già molto ricca.
I Fabbri – Chianti Classico Gran Selezione 2019
Questa Gran Selezione è di un rubino vivido, super floreale con giaggiolo e iris tipici di Lamole, liquirizia e una mineralità tra terroso e pietroso. Al nocciolo di ciliegia si accompagna un palato speziato di liquirizia con succosità, tannini più asciutti nel finale ma una lunga e spinta acidità. Chianti Classico da esperti, ha bisogno di tempo, ma la tensione lo manterrà per decadi.
Foto di apertura: in assaggio alla Chianti Classico Collection c’erano le anteprime targate 2023, le annate 2022 presto sul mercato, le Riserve 2021 e le Gran Selezione 2020 e 2019 © Consorzio Chianti Classico
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