Castillo Ygay, quando la Rioja sfidò i Claret di Bordeaux

Castillo Ygay, quando la Rioja sfidò i Claret di Bordeaux

Tappa italiana per la storica Cantina spagnola che ha aperto una strada e segnato uno stile nella più classica tra le zone viticole nazionali. Vini, sia bianchi sia rossi, progettati per sfidare il tempo.

Si narra che Luciano Murrieta portò le barrique in Rioja a metà del XIX secolo, cominciò per primo a diraspare le uve, introdusse in regione la logica del cru, ovvero della selezione da singolo vigneto sul modello bordolese. Così nel 1852 produsse il primo “fine wine” della zona e nel 1877 acquistò la finca Ygay, nella Rioja Alta.

Dal passato alla cantina high-tech

Che il modello da imitare fosse quello francese lo si può comprendere dalle frequentazioni del Murrieta: i banchieri di Londra, con i quali condivideva a tavola soprattutto i Claret. Nel frattempo, quel flagello chiamato fillossera cominciava ad avvicinare alla Spagna i négociants di Bordeaux, man mano che l’insetto devastava le vigne in Francia (e poi ovunque in Europa). Con un balzo acrobatico nella storia dell’azienda arriviamo al 2018, con la nuova proprietà dei Cebrián-Sagarriga, quando è stato concluso un investimento per 40 milioni, destinato alla costruzione di una cantina high-tech di 25 mila metri quadri e 6 mila tonnellate di pietra, dove il vino si eleva in 8.300 barriques.

I caratteri della “finca” e la degustazione

Della Cantina abbiamo assaggiato Reserva e Gran Reserva risalendo agli anni Sessanta, durante un incontro al ristorante Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano, organizzato dall’importatore Sagna. Nei tratti distintivi della cantina iberica vi è l’utilizzo di Mazuelo e Graciano, che portano freschezza. Per il resto, il protagonista in Rioja è il Tempranillo, con i suoi tannini verdi che necessitano, oltre della diraspatura, un notevole scambio di ossigeno, favorito dall’uso della barrique americana. Di seguito, il racconto della degustazione, dal 2019 indietro fino al 1968, oltre a due Rioja Blanco di notevole fattura, compreso un millesimo 1986 di 38 anni.

Marques de Murrieta Rioja 2019

Annata fresca ed eccellente dopo le 2001, 2010 e 2011. L’origine sono 250 ettari divisi in 30 parcelle, ad alta quota, su suolo calcare e ferroso. Affinamento di 24 mesi in “barrica” americana. Rappresenta l’85% della produzione, ossia 1 milione e 200 mila bottiglie (vendute in Italia a circa 30 euro). Al naso ancora domina il legno, con frutti rossi e neri, fragola, prugna, vaniglia, cocco, con nota balsamica. Molto fresco, con sapore di sottobosco, tabacco; il tannino è molto severo e asciutto, il vino è ancora giovane.

Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2012

Vino che proviene dai 33 ettari piantati nel 1950, terreno calcareo-argilloso, allevamento ad alberello. Questa etichetta non esce tutti gli anni e non esce prima dei 10 anni di affinamento. Profuma di prugna, finocchietto, arancia matura, tabacco, ferro; nel tempo il calice mantiene note piacevolmente balsamiche. Ottimo al palato, con astringenza misurata e succosa, lunghezza, e tannini (tipicamente) verdi sul finale.

Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2011

Il profumo è ancor più fresco e giovanile, rispetto alla 2012, con un frutto brillante, fragola e ciliegia mature, con un tipico tabacco, spezie, foglia di fico, sanguinella e tocco balsamico. Al palato è snello, severo ed elegante con un intenso finale di arancia matura, tabacco, cioccolato, finale di erbe aromatiche e rosmarino. 

Castillo Ygay Gran Reserva Especial 2009

Il tempo passa, e si acuiscono le note balsamiche e mediterranee (rosmarino), mantenendo l’agrume e i frutti rossi (fragola) e spezie dolci. Il tannino è setoso, il frutto fresco con nota mentolato, poi tabacco, caramello salato e grande lunghezza, con rosmarino finale.

Castillo Ygay Reserva Especial 1968

Da un certo punto in avanti, il tempo è sospeso, il vino mantiene la sua fisionomia attendendo di essere stappato. Questo esempio, di 56 anni, ne è la prova: note di caffè, erbe aromatiche, eucalipto, salvia, polline e cera d’api, chinotto. Ossia, tutto quello che si percepiva nelle annate recenti, nobilmente evoluto. In bocca sapore di caramello salato, tannini rotondi e vellutati, una leggera chiusura di sottobosco (fungo). Il ritorno al calice dopo svariati minuti continua a regalare freschezza con ricordi di sanguinella.

Capellanía Rioja Blanco Gran Reserva 2018

Un grande bianco di Spagna, con ampiezza aromatica di agrumi (cedro), albicocca e mela cotogna, finocchietto. In bocca è avvolgente con tocco fumé e finale leggermente caramellato.

Castillo Ygay Blanco Gran Reserva 1986

Un’altra prova di tenuta per i vini d’Ygay, un fuoriclasse. Un bianco di 38 anni complesso, ma equilibrato: profumo di caramello, tocco affumicato, erbe aromatiche. Al palato esprime concentrazione e lunghezza con retrogusto complesso, ampio di erbe aromatiche, camomilla, miele, noci, mela.

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© Riproduzione riservata - 06/06/2024

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