Bianca e Brando, elogio di due vini contemporanei pensati da Brandino Brandolini d’Adda

Bianca e Brando, elogio di due vini contemporanei pensati da Brandino Brandolini d’Adda

Un Friulano (il bianco) e un Merlot (il rosso) di ispirazione molto attuale, prodotti con tecniche tradizionali dall’azienda friulana Vistorta: lunghe macerazioni, follature manuali, fermentazioni spontanee in botti aperte. Il risultato è eccellente: sono vini espressivi dalla beva scattante (in particolare Brando).

La lettura di Jon Bonné, stimato critico enologico del San Francisco Chronicle, deve aver colpito l’immaginario di Brandino Brandolini d’Adda. Agricoltore di nobile stirpe, dunque cosmopolita e concreto, Brandolini d’Adda si è avvicinato a quello che stiamo per raccontare con il coraggio dell’uomo curioso che accoglie il cambiamento, ma senza dimenticare di valutare a fondo la questione. Il libro di Bonné si intitola The new French Wine, Redefining the world’s greatest wine culture. Non c’entra nulla con il Friuli, ma spiega tutto di come si sta muovendo il gusto per i fine wine nel mondo, dato che la leadership francese in termini di valore non è minacciata da nessun altro Paese, Italia compresa. Per adesso.

Brando Brandolini d’Adda

Bianchi freschi e rossi eleganti

Dunque, in occasione dei 30 anni di amicizia con la famiglia Santini di Canneto sull’Oglio, Brandolini ha presentato due vini, figli di una riflessione sulla contemporaneità del vino. Si chiamano Bianca e Brando, sono due vini da monovitigno (rispettivamente Friulano e Merlot), prodotti con tecniche tradizionali come la prolungata macerazione sulle bucce, le follature manuali, le fermentazioni spontanee in botti aperte. Si badi bene alla scelta dei termini utilizzati dalla famiglia: “tecniche tradizionali”. Sì, perché in prima battuta sembrerebbero etichette pensate per la nicchia del cosiddetto vino “naturale”, ma non è così. Si tratta però certamente di progetti enologici mossi da questa e altre tendenze attuali.
Dopo la certificazione bio ottenuta nel 2008, Vistorta ha cercato di operare in regime sempre meno interventista, non solo in vigneto ma anche in cantina, riducendo i quantitativi di anidride solforosa e utilizzando contenitori come il legno o il cemento per le vinificazioni. La vocazione, ben assecondata dai caratteri del luogo, è per bianchi freschi e rossi eleganti e di grande finezza.

Alla prova del calice

L’esperienza in Francia di Brandino Brandolini D’Adda e la sua continua ricerca in territorio d’Oltralpe di tecniche di vinificazione innovative hanno trovato una sponda ideale della sensibilità dell’enologo Alec Ongarowinemaker di casa, ed ecco il risultato.
Sia Bianca sia Brando fermentano a barrique aperta e in ceramica, gli affinamenti, sempre a contatto con le bucce, sono prolungati: 200 giorni per Bianca, 180 per Brando. Dopo la svinatura e la torchiatura, la maturazione avviene sia in ceramica sia in legno francese per donare eleganza e raffinatezza, mantenendo il forte carattere dei vini. Caratterizzati da etichette di elegante semplicità, i vini sono prodotti in quantità limitate (massimo 3.000 bottiglie).
Bianca 2018, di colore dorato brillante, ha un profumo attraente di camomilla, fiori di campo, miele d’acacia e ortica, un tocco tannico al gusto con sapore di mela golden ed erbe aromatiche.
Brando 2018 è rubino chiaro e brillante, il naso balsamico, mentolato con nota piacevolmente pepata, di notevole eleganza, al palato il tannino è gentile, il sorso succoso e profondo, di straordinaria bevibilità.

Foto di apertura: alcune viti di Merlot dei vigneti di Vistorta risalgono al 1918

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© Riproduzione riservata - 06/11/2023

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