Benvenuto Brunello, la nuova formula e i nostri migliori assaggi
Brunello di Montalcino Docg 2018, Riserva 2017 e Rosso 2021 (con qualche fuori programma) debuttano in anteprima a Benvenuto Brunello 2022. Ecco le nostre considerazioni sulle novità di quest’ultima edizione e i vini che ci hanno convinto di più.
Mai come in questi giorni gli occhi del mondo – quantomeno vinicolo – sono puntati su Montalcino, dove è in corso la 31esima edizione di Benvenuto Brunello. Fino al 21 novembre (la più lunga anteprima italiana) è possibile assaggiare in anticipo le nuove annate di Brunello di Montalcino Docg 2018, Riserva 2017 (e altre annate sparse), Rosso 2021 (e 2020) di 137 Cantine, al debutto sul mercato nel 2023. Dopo le sessioni riservate a 100 ospiti fra stampa, Master of Wine, Master Sommelier e buyer selezionati, la manifestazione organizzata dal Consorzio di tutela nei chiostri del Museo di Sant’Agostino prosegue con gli appuntamenti per i sommelier dell’alta ristorazione, gli operatori, i produttori e il pubblico degli appassionati. E la novità internazionale del Brunello Day, con il battesimo dei nuovi millesimi in contemporanea a New York, Los Angeles, Toronto e Londra il 17 novembre.
Segnaliamo innanzitutto che Benvenuto Brunello è stato anticipato di tre mesi (solitamente si svolgeva a febbraio) e questo ha fatto discutere; per qualcuno troppo presto (il Rosso era stato in molti casi appena imbottigliato, apposta per l’evento) per altri un’ottima occasione per assaggiare fuori dalla mischia di tutte le altre Anteprime. Certamente è necessario avere una buona conoscenza del territorio e dimestichezza nella degustazione per interpretare correttamente rossi da lungo invecchiamento, con insufficiente affinamento in bottiglia.
Brunello 2018: vendemmia complicata e meno fresca del previsto
Prima di calarci nel racconto di due belle giornate professionali, anticipiamo una valutazione complessiva delle annate in arrivo. Il Brunello 2018 ha registrato tra i colleghi assaggiatori pareri contrastanti, tra elogi per la freschezza e lo stile snello e meno corposo rispetto alla ’17, e critiche per la mancanza di equilibrio, tra apparente leggerezza, nasi freschi e alcolicità in crescendo (anche quest’anno, di media, sui 14% vol.).
Per quanto ci riguarda, dopo aver assaggiato con calma e numerosi confronti (eravamo in due a degustare gli stessi vini) circa la metà dei 195 campioni, possiamo affermare che la 2018 si presenta come un’annata complicata, meno fresca di quanto ci si possa aspettare sulla carta e da certe espressioni olfattive, con tannini spesso amari, alcolicità notevole, senza il contraltare dello spessore nel tessuto del vino. Abbiamo trovato molta variabilità tra azienda e azienda, a prescindere da fattori territoriali impattanti come l’esposizione a Nord, Est o Sud-Ovest. I tempi di raccolta hanno fatto la principale differenza, come l’uso dei legni naturalmente.
Cresce nel mondo il mercato del Brunello
«Chi quest’anno si aspettava una pausa di riflessione sui mercati dopo gli exploit dell’ultimo biennio dovrà ricredersi. La denominazione continua a girare oltre le attese a prescindere dai ranking delle annate, grazie a un brand collettivo sempre più riconosciuto e apprezzato nel mondo», ha commentato Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio, ricordando anche l’eccellente posizionamento nella Top 100 di Wine Spectator di uno storico produttore ilcinese (Fattoria dei Barbi, al 2° posto nella classifica mondiale con il Brunello Riserva 2016). C’è allerta per la fase recessiva prevista nel 2023 dal Fondo monetario internazionale, ma per ora i numeri sono lusinghieri: nei primi 9 mesi di quest’anno sono state vendute quasi 7 milioni di bottiglie di Brunello Annata, Vigna e Riserva, protagonista quest’ultima di un fortissimo rialzo sul pari periodo 2021.
La denominazione più nota d’Italia
Si registra una crescita complessiva del 21% in valore e del 14% in volume, stando ai dati dell’Osservatorio economico del Brunello. E un forte interesse anche sul mercato nazionale (+17% volume e +31% valore), che oggi rappresenta circa un terzo del mercato. Anche il report annuale di Wine Intelligence che analizza forza e riconoscibilità delle nostre 46 principali denominazioni ha messo in luce la brand awareness del Brunello di Montalcino, conosciuto da 2 consumatori italiani su 3. La lista delle denominazioni più note vede ben tre toscane fra le prime cinque (Brunello di Montalcino Docg, Chianti Docg e Chianti Classico Docg, insieme a Prosecco Doc e Montepulciano d’Abruzzo Doc), ma è il vino simbolo di Montalcino a dominare la classifica, pur a fronte di una superficie vitata pari allo 0,3% del vigneto Italia.
L’ultima vendemmia a Montalcino è “la più calda e siccitosa di sempre”
Al termine degli assaggi pomeridiani nei chiostri del Museo di Sant’Agostino – gestiti da un servizio di sommellerie Ais molto efficiente, ma senza la presenza dei produttori – il 12 novembre al Teatro degli Astrusi si è svolta la conferenza istituzionale con la presentazione dell’annata agronomica 2022: «la più calda e siccitosa di sempre» per Gabriele Gorelli MW, con conseguente vendemmia anticipata e un alto contenuto di polifenoli nelle uve.
Le celebrazioni dell’annata 2022, il Premio Gambelli e i cinque Leccio d’Oro
Sul medesimo palcoscenico è stato consegnato il Premio Gambelli 2023, destinato agli enologi under 40, al toscano Andrea Scaccini (di Bindella); assegnato anche il Leccio d’Oro a cinque ristoranti o enoteche con carte vini altamente rappresentative dei vini di Montalcino: Varrone (Milano), Hide (Londra), Eataly New York Flatiron, Enoteca Rocchi (Roma) e La Dolce Vita (Montepulciano). All’annata 2022 è dedicata anche la tradizionale mattonella celebrativa posata al termine dell’incontro, nella piazza di Montalcino. Per questa edizione è stata disegnata da Brunello Cucinelli, stilista del cashmere e «fautore di un “capitalismo umanistico” capace di valorizzare ed esaltare il rapporto tra uomo e territorio», spiega Bindocci.
Le nostre selezioni
Per gli appassionati dei numeri, si potevano assaggiare 198 Brunello 2018, di cui 54 tra “selezione” e “vigna”; 36 Riserva, di cui 34 del 2017, un 2016 e un 2013; 43 Rosso di Montalcino 2021, 63 Rosso del 2020 (“uscita ritardata”, sempre più comune tra chi vuol dare particolare dignità a questo vino); un Rosso 2019 e un Rosso 2018. Di seguito i nostri preferiti, con una pennellata descrittiva che speriamo possa rendere l’idea dello stile del vino, aiutandovi nella vostra personalissima scelta.
Come da tradizione non tutti i produttori ilcinesi partecipano alle degustazioni nel Chiostro. Per esempio Fuligni, che offre un’interpretazione dell’annata 2018 molto convincente ed equilibrata, e Biondi-Santi, che ci ha invitato a una sua degustazione privata dove abbiamo assaggiato il Rosso di Montalcino 2019, la Riserva 2016 e un’annata storica (Riserva 1999), di cui scriveremo a parte.
Brunello di Montalcino Docg 2018
Altesino – Vigna Montosoli
Viola liquirizia composta di lamponi, mora. Carezzevole, potente, lungo.
Banfi -Vigna Marrucheto
Iodio, succo di fragola e lampone, tabacco. Potenza, larghezza, lunghezza, sole e potenza.
Gianni Brunelli – Le Chiuse di Sotto
Colore rubino più carico. Naso contratto, composta di lampone, bosso, tabacco. Concentrazione dolcezza, lunghezza. Piacevolezza.
Caparzo – Vigna La Casa
Prugna, balsamico, liquirizia. Ottima trama, tannino morbido (perfetto, rispetto alla 17 assaggiata a Vinitaly 2022), stoffa, buona persistenza e retrogusto goudron.
Castiglion del Bosco – Campo del Drago
Intensa espressione olfattiva, con buccia d’arancia, marmellata di lampone e fragole. Esplosivo. Stoffa, spinta, potenza, lunghezza, con finale liquirizia e frutti rossi.
Patrizia Cencioni – Ofelio
Gentile al naso, di agrume e fragola. Ben bilanciato: maturità di frutto, tannino maturo, freschezza.
Le Chiuse
Complesso intenso, balsamico, iodato, lampone e pepe. Seta al palato, fresco spicca acidità, ma dona estrema lunghezza e tensione. Chiusura precisa.
Fornacella
Iodio, corteccia, alghe, tocco d’agrume. Morbido, fresco, tannino rotondo, agrumato e corteccia finale.
Mastrojanni – Vigna Loreto
Pepe, tanto tabacco, prugna, amaretto, anice. Tannino levigato, preciso e scoppiettante, freschezza integrata, succo di fragola, lampone fresco, erbe aromatiche, lunghezza.
Agostina Pieri
Sottobosco, tabacco, iodio. Morbidezza, straordinaria maturità per l’annata, finale umami.
Pietroso
Prime note olfattive dolci, speziate, si apre poi in frutti rossi maturi, tocco di agrume e iodio. Esplosivo in bocca, poi si espande nel palato con buona stoffa, non troppo fitta, sapido e lungo il finale.
Poggio di Sotto
Tabacco, iodio, erbe aromatiche. Grande palato, concentrazione di frutto, sapidità, tabacchi, tostature leggere.
Castello Romitorio – Filo di Seta
Rubino più fitto rispetto alla media, profumo intenso, di piccoli frutti anche neri, maturi, fondale marino, fogliame. Grande intensità e densità gustativa, profondità, iodio e tabacco lampone maturo e ciliegia. Lunghezza.
Salvioni La Cerbaiola
Bilanciamento esemplare tra frutti lampone, agrume e tabacco, sottobosco. Gran palato, stoffa, spessore, frutto solare e maturo senza appassimenti, tannino centrato, piacevolmente amarognolo, leggermente verde la chiusura.
San Guglielmo
Composta di lampone, erbe aromatiche. Bella bocca, tannino morbido, ferroso, lungo ed elegante.
San Polino – Helichrysum
Profumo molto intenso, con fiori di campo, finocchietto, erbe aromatiche e sottobosco, poi fragola-lampone, caffè. Maturo, pieno, intenso, succoso, persistente, caramella di rabarbaro e orzo.
San Polo – Vignavecchia
Buona intensità al naso, note di erbe aromatiche, cardo gobbo, succo arancia, profumato. Denso, teso, profondo, lungo. Interessante, verticale.
Uccelliera
Rubino scarico, granata. Naso intenso e intrigante, agrumato, tabacco, more, erbe aromatiche. trama elegante fine al palato intensa liquirizia, mora, fresco e sapido finale. Meno potenza, snello e accattivante.
Brunello di Montalcino Riserva Docg
Patrizia Cencioni “123” 2017
Molto intenso e balsamico, fondale marino, more. Bel palato, frutto gentile brillante, più fresco rispetto alla media dell’annata.
Sesti – Phenomena 2017
Violetta, lampone, tabacco. Piacevole, rotondo con sensazione di canditi sul finale.
San Polino 2017
Mora, tabacchi, balsamico. Bocca piena, fruttata, un po’ rotonda ma per questo soddisfacente in un’annata secca.
La Rasina – Il Divasco 2016
Fresco mentolato fragoloso. Gran frutto fresco al palato, piacevole, con ottimo equilibrio tra freschezze e calore alcolico.
Le Chiuse – Diecianni 2013
Complesso profondo e marino, prugna. Bocca setosa, grande stoffa, profondità e personalità.
Rosso di Montalcino Doc 2020
Altesino
Colore già tendente al granato. Elegante, balsamico. Morbido, ma secco sul finale, bella trama.
Castiglion del Bosco – L’America
Agrume, lampone, leccio-bosco. Bella tessitura, fresco ma con frutto rosso giustamente maturo, profondo.
Fanti
Intenso lampone, tabacco dolce. Bel palato frutto, giustamente ferroso, gessoso, con finale di liquirizia. Bel bere.
Lisini
Violetta. Succo di fragole e lamponi con tipico tabacco e ferro, tocco balsamico. Bella bocca tesa, fresca, tannino pungente il giusto, speziato e convincente.
Mastrojanni
Erbe aromatiche (eucalipto) molto intenso, fragola, ferro e sottobosco. Tocco erbaceo e speziato al palato, serioso. Complesso con beva scattante.
Pietroso
Viola mammola, lampone, castagna. Autunnale. Tannino brillante, ancora squadrato, buona acidità, retrogusto frutti rossi. Ottimo con prospettive buone di sviluppo 3-5 anni.
Foto di apertura: abbiamo deciso di dedicare la foto d’apertura ai migliori Rosso di Montalcino 2020 e 2021 assaggiati in anteprima, premiando lo sforzo significativo dei produttori per dare dignità ed elevare la denominazione
Tag: Benvenuto Brunello, Fabrizio Bindocci, Gabriele Gorelli© Riproduzione riservata - 18/11/2022