Anteprima Colline Teramane, i nostri migliori assaggi
Sei annate e una pluralità di interpretazioni. Tra versioni “giovani” e Riserva la fotografia dello stato di salute della denominazione abruzzese. Un’enclave che esalta le qualità del Montepulciano. I 15 vini che hanno attirato la nostra attenzione.
Colline Teramane è una piccola boutique del Montepulciano. Un’enclave che ha scelto una viticoltura esigente e interpretazioni intime. Con una vena identitaria che rende ben distinguibili i suoi vini da quelli della Doc. Anno o produttore, qualsiasi cosa ci sia scritta in etichetta, nel bicchiere c’è sempre entusiasmo e voglia di fare.
Qualcuno si dedica ad affinamenti essenziali e sperimenta espressioni più giovani, altri sfoderano un’anima neoclassica e c’è chi strizza l’occhio a uno stile più internazionale. Ma su un’idea tutti convergono: legno, acciaio, cemento o vetro che sia, questo vino ha bisogno di tempo per svelarsi. E come lui anche il progetto comune della denominazione, maturato lentamente e con ancora tanta strada davanti.
Campioni di vasca e di botte, ben 6 annate diverse, 26 Cantine partecipanti e una pluralità di declinazioni: 38 gli assaggi proposti nella cornice della Sala Ipogea della Pinacoteca Civica a Teramo. Solo vini non ancora in commercio e tutti (a dispetto del disciplinare che ammette anche piccole percentuali di altre varietà) Montepulciano al 100%. Ecco i 15 campioni che ci hanno convinto maggiormente
Fattoria Nicodemi – Le Murate, Colline Teramane Docg 2021
Dal nome di una delle antiche contrade di Notaresco, a meno di 10 chilometri dall’Adriatico. Le uve sono selezionate dalle vecchie vigne a pergola abruzzese degli anni ‘70 e impianti più recenti di circa 20 anni. Fermentazione e affinamento esclusivamente in acciaio e 4 mesi di bottiglia prima del commercio. Vivace bouquet di frutti di bosco e petali di rosa. Sorso snello, sorretto dalla trama tannica ben scolpita e dalla vibrante acidità.
Abbazia di Propezzano – Colline Teramane Docg 2021
Propezzano, nella Valle del Vomano, la più meridionale delle Colline Teramane. I vigneti sono un corpo unico che cinge un’antica abbazia. Il Montepulciano nasce da uve sui suoli più ghiaiosi della tenuta. Il “giovane” fa solo acciaio per 18 mesi e il campione in oggetto evolverà qualche mese in bottiglia prima di uscire sul mercato. Un naso inizialmente ritroso che poi svela piacevoli profumi di frutta a bacca rossa e accenni ematici. Il vetro smusserà qualche asperità tannica, ma il sorso è già moderno e appagante.
Barba – Yang, Colline Teramane Docg 2020
“Yang” come da concetto filosofico cinese, quasi a simboleggiare “l’altro” Montepulciano della denominazione. Frutto della dedizione ultratrentennale dei fratelli Barba e dei vigneti tra Pineto e Roseto degli Abruzzi su terreni fatti di deposito alluvionale, di natura limo-sabbiosa.
Sviluppo in solo acciaio e sosta sulle fecce nobili per circa 60 giorni. Rosa e viola, mora e rabarbaro, ricordi balsamici, speziati, salmastri: al naso affilato risponde una bocca di frutta giovane, con un tannino cesellato e invitante freschezza.
Cerulli Spinozzi – Gruè, Colline Teramane Docg 2020
Siamo a Canzano, da 250 metri fino a 400 metri di altitudine su suoli di matrice alluvionale tipici della Vallata del Vomano (prevalenza di argilla con sabbia e sassi). Dove Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio, sta portando avanti da anni una partnership con l’Università di Teramo sui lieviti indigeni. Questo vino riposa sulle sue fecce fini per qualche mese e viene imbottigliato a partire dalla primavera successiva. Sbuffi di frutta rossa polposa. In bocca essenziale, preciso, sapido. Edittale espressione dei canoni della Docg.
Velenosi – Verso Sera, Colline Teramane Docg 2020
Nasce su terreni di medio impasto ma con buona dotazione minerale da vigne accarezzate dalle brezze marine nel territorio comunale di Controguerra, a circa 260 metri d’altitudine. Fermentazione in cemento a temperatura controllata, 25 giorni di macerazione e affinamento per 8 mesi in botte grande da 30 hl di rovere italiano. Amarena, violetta, cenni balsamici e tostati. Espressivo, scorrevole e già molto equilibrato, con un tannino sotto controllo.
Montori – Fonte Cupa, Colline Teramane Docg 2019
Sobria eleganza distillata da vecchie vigne coltivate ad alberello e cordone speronato nel comune di Controguerra. Invecchiamento in botti di rovere da 20 e 30 hl per 30 mesi e arrotondamento in bottiglia per altri sei. Naso cattedratico con profumi di frutta a polpa scura, liquirizia e sussurri ematici e di tabacco biondo. Palato simmetrico e invitante, tannino e freschezza in mirabile bilanciamento e un finale in crescendo.
Ausonia – Nostradamus, Colline Teramane Docg Riserva 2019
Credo biodinamico sulla conduzione dei 13 ettari di vigneto nella zona di Atri, Valle del Vomano a 300 metri di altitudine. Zona di calanchi e fondi di matrice argillosa. In cantina si scelgono fermentazioni con lieviti spontanei e nel caso specifico, botte grande per 12 mesi. Sentori di frutti di rovo e liquirizia. Pieno e carnoso il sorso e un tannino che chiede tempo.
Barone Cornacchia – Vizzarro, Colline Teramane Riserva Docg 2019
A Contrada Torri, Torano Nuovo, le vigne (in regime biologico certificato) affacciano sui Monti Gemelli a 250 metri di altitudine. Il terreno è arido, pietroso e calcareo e conferisce ai vini acidità e sapidità. Affinamento in barrique di rovere americano per 30 mesi. Il campione, lo dice il sorso, manca della rotondità del riposo in vetro. Eppure ha stoffa e molta freschezza. E un perimetro olfattivo invitante, tra frutta in confettura, pepe e tostature misurate. Prova di botte.
Centorame – Castellum Vetus, Colline Teramane Riserva 2018
Cantina fondata nel 2002 a Casoli di Atri dove spuntano 13 ettari vigne a pergola di 45 anni su terreni argillosi. Lamberto Vannucci ha uno stile “classico, corretto e pulito”. Il vino è un campione di botte che vedrà vetro a maggio. Due inverni in acciaio per favorire la precipitazione dei tartrati e poi 18 mesi di botte da 15 ettolitri. Sostanza senza pesantezza al sorso anticipate da note olfattive di frutto nero, arancia amara, liquirizia e una punta di spezie dolci. Termina con appagante sapidità.
Illuminati – Zanna, Colline Teramane Riserva 2018
Nasce dalla vigna di cui porta il nome, che si trova nel territorio di Controguerra, in Val Vibrata. Le viti, allevate in parte secondo l’antico metodo del tendone abruzzese e in parte a spalliera, affondano le radici su un terreno marnoso con alta percentuale di argilla. Fiori secchi, frutti rossi e echi eterei e tostati. Buona freschezza, tannino in smoking e un ricordo finale di spezie.
San Lorenzo – Escol Colline Teramane Riserva Docg 2018
Espressione da singola vigna della Cantina di Castilenti, nella zona più meridionale della denominazione, che con 118 ettari vitati a corpo unico è la realtà più estesa delle Colline Teramane. Le uve vengono dalla vigna storica, che ha quasi cent’anni ed è allevata a pergola. Promessa di un Montepulciano classico. Tre anni di tonneau e ancora strada da fare in bottiglia. More di rovo, prugne, mirto, cenni di grafite e note torrefatte. E sentori terziari in fine evidenza. La massa glicerica aiuta a smussare il graffio tannico.
Strappelli – Colle Trà, Colline Teramane 2017
Torano nuovo, 14 ettari in storica conduzione biologica sorvegliati con agricoltura di precisione. Siamo 245 metri sul livello del mare su terreni di medio impasto tendente al breccioso. I grappoli di Montepulciano crescono su vigne di circa 50 anni. Le parcelle vengono vinificate e affinate separatamente e diventano Riserva solo nelle annate ritenute più idonee. Nel caso della versione “giovane” della Docg l’evoluzione prevede 18 mesi in tonneau di secondo passaggio dopo la fermentazione spontanea con lieviti indigeni. Marasca, sentori floreali e tostati anticipano un palato morbido e avvolgente che conferma il timbro di un’annata calda.
Fantini – Colline Teramane Docg 2016
Uve dai vigneti nei comuni di Colonnella, Notaresco e Roseto. Macerazione a freddo per 4-6 giorni, fermentazione sulle bucce e maturazione negli stessi tini d’acciaio per quattro mesi. Un anno di barrique e altri sei mesi in botte da 30 hl prima del vetro. Vino dallo stile contemporaneo, poliglotta. Frutta scura, grafite e vaniglia e un sorso brillante quanto il colore: freschezza e progressione e tanto futuro davanti.
Faraone – Santa Maria dell’Arco, Colline Teramane Docg 2016
Espressione del cru della famiglia Faraone. I vigneti guardano da vicino il mare (è a soli 3 km) a pochi passi da Giulianova, nella valle del Tordino. Cinque anni di affinamento in botte da 30 ettolitri e l’annata favorevole ne fanno un vino dal fascino intramontabile, con un naso di ritrosa eleganza, balsamico e silvestre. Freschezza e astringenza lasciano immaginare ancora tanta strada.
Monti – Pignotto, Colline Teramane Riserva 2016
Cru che prende il nome dall’omonimo colle tra Controguerra e Colonnella, in Val Vibrata, in una terra di confine con le Marche. Agricoltura integrata in vigna, basse rese (40 quintali/ettaro) e solo lieviti indigeni in cantina dove si sperimentano vini senza solfiti con l’enologo Massimo Bartolini che segue la via tracciata dal celebre predecessore Riccardo Cotarella. Dopo 25 giorni di macerazione il vino affina in cemento vetrificato e barrique (16 mesi). Profilo olfattivo invitante, in cui le note terziarie non celano stoffa e vitalità espressiva: frutti di bosco, spezie, rintocchi balsamici e sulla lingua tannino che non frena la scorrevolezza. Prova di botte.
Tag: anteprima colline teramane docg© Riproduzione riservata - 28/03/2023