In Italia

In Italia

Annate storiche: Quintodecimo, serve una lenta, lenta evoluzione

31 Dicembre 2012 Roger Sesto
Il professor Luigi Moio, titolare con la moglie Laura Di Marzio di questa splendida tenuta a Mirabella Eclano (www.quintodecimo.it), non ha bisogno di presentazioni. Ne approfittiamo allora per strappargli una testimonianza “scientifica” sul concetto di longevità. «Un grande vino deve invecchiare lentamente e durare a lungo. Terziarizzazione e successivo decadimento devono avvenire il più tardi possibile. Il decadimento di un vino porta alla sua omologazione, mentre il suo picco evolutivo coincide con la sua massima differenziazione. Questo comporta da parte del produttore la volontà di affrontare una sfida costosa, una precisa filosofia vitienologica. Per favorire questa lenta evoluzione occorre partire da uve sanissime, caratterizzate da elevati precursori aromatici. Inoltre le uve, al momento della raccolta, devono presentarsi in perfetto equilibrio biochimico». TAURASI RISERVA VIGNA QUINTODECIMO - Chiediamo di parlarci dei suoi vini: «Abbiamo impiantato le prime vigne nel 2001: un cru di Aglianico atto a produrre il Taurasi Riserva Vigna Quintodecimo; la prima vendemmia è del 2004. Poi nel 2006 sono stati vinificati i primi bianchi. Ebbene, per noi l’annata 2004 è stata eccezionale. La vigna nel suo primo anno di produzione, se il clima è perfetto, dà pochissimi grappoli e per questo eccellenti frutti; poi si fa produttiva e la qualità decade, per tornare a crescere dopo alcuni anni. Di per sé non è che le vigne vecchie diano dei frutti migliori di quelle giovani, il discorso è indiretto. Accumulando più sostanze e producendo meno, offrono frutti più concentrati. Ma anche le piante più giovani sono potenzialmente in grado di dare qualità simili». LE ANNATE MIGLIORI - Per Moio l’approccio alla conservazione delle annate storiche è quasi fisiologico: «Accantonare importanti partite di ogni etichetta dei nostri vini, sia di rossi a base di Aglianico, sia di bianchi come Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina è per noi fondamentale. Questo per organizzare delle verticali, per nostre esigenze di monitoraggio interno, ma anche a fini commerciali. Se parti subito con un modus operandi di questo tipo, il tuo cliente non si farà meraviglia di trovare a listino più annate di uno stesso vino, giustamente valorizzate». Chiediamo quali siano i millesimi più significative della Cantina. «Giudico buona la 2006, eccellente – ma solo per i rossi - la 2007, ottima la 2009, interessante – più per l’Aglianico che per i bianchi – la 2010».

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati