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Terlano: archivio storico dei bianchi

15 Marzo 2010 Roger Sesto
Il caso di questa cooperativa è unico: una realtà che ha fatto capire al mondo che non bisogna per forza andare in Borgogna e spendere cifre astronomiche per bere vini bianchi lungamente invecchiati. A Terlano l’affinamento dei vini, che oggi avviene sotto la sapiente sorveglianza dell’enologo Rudi Kofler, è tradizione consolidata, resa possibile dall’elevato contenuto minerale del suolo, da impianti maturi ed equilibrati, da vigne curate e a bassa resa, dall’impiego di uve sane e mature. Altro fattore determinante è l’affinamento sur lies, tecnica che accentua le peculiarità aromatiche, la complessità organolettica e la freschezza dei vini di Terlano. Per tradizione le migliori partite delle annate più interessanti subiscono un particolare processo di maturazione. La tecnica prevede di affinarle sui lieviti per tempi molto lunghi; dapprima restano per un anno in botti di legno, poi da 10 a 30 anni in fusti d’acciaio da 2.500 litri, infine si procede all’imbottigliamento. La maturazione si completa con quattro-cinque anni in vetro. Attualmente, la cantina ha in deposito 14 annate vinificate con questo metodo, a partire dal 1979. I vitigni sono esclusivamente Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon; in purezza o in blend. L’archivio enologico della Cantina è uno scrigno colmo di rarità: più di 20 mila bottiglie di annate che vanno dal 1955 a oggi, con qualche esemplare ancora più vecchio, sino al 1893, l’anno di fondazione. Trattandosi in gran parte di bianchi, è sorprendente ritrovarvi un’intonsa freschezza acida e minerale. Non a caso l’archivio è spesso paragonato a una vera e propria biblioteca storica. Ma è pure una collezione enologica creata per consentire degustazioni comparative, apprezzare lo sviluppo delle tecniche di vinificazione e conoscere sempre meglio le caratteristiche e la natura dei vini. Sarebbe riduttivo soffermarsi sulla descrizione di un singolo vino e di pochi suoi millesimi. Vale la pena di sottolineare che tra le etichette simbolo della Maison dal punto di vista della longevità va menzionato l’Alto Adige Pinot bianco Riserva Vorberg, che ha raggiunto risultati eclatanti nelle annate 2001, 1980 e 1959. Un caso aziendale, quello di Terlano, che dovrebbe essere studiato ed emulato.

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