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Bolgheri batte tutti. Sassicaia 2015 miglior vino del mondo

23 Novembre 2018 Aldo Fiordelli
Sassicaia 2015, come ormai molti sanno, è stato scelto come miglior vino del mondo da Wine Spectator. Il primo assoluto, il campione. Un riconoscimento che arriva, per la precisione, dopo i 98/100 di John Stimpfig su Decanter già sei mesi fa (e dopo l’eccellenza de L’Espresso e i tre bicchieri del Gambero Rosso). Non solo un endorsement degli americani, insomma.
Al Sassicaia 2015 non è mancata la bracciata vincente della Pellegrini. C’è nel suo Dna attuale il gene femminile dell’enologa Graziana Grassini, nota per la sua pignoleria nel fare vini puliti e precisi. Non è mancata nemmeno la determinazione di un Alex Zanardi per arrivare a questo risultato, superando i celebri nomi di Bordeaux e Borgogna. Superando cioè un limite dovuto soprattutto al pregiudizio del tutto fuoriluogo su Bolgheri come zona più giovane rispetto ad altre in Italia.

Sassicaia e Bolgheri: un mito internazionale

Eppure già il 1985 dello stesso Sassicaia od Ornellaia 1998 o ancora svariate annate ed etichette di Bolgheri avrebbero dovuto chiarire le idee sul valore vero di questa terra. Oltre alla bellezza ubriacante del viale dei cipressi e alla luce unica di questo lembo settentrionale di Maremma ci sono la mitezza del clima, la brezza del mare, la purezza della Macchia della Magona. Il marchese Incisa della Rocchetta ha il merito di aver aperto una strada, ma con quel Cabernet Sauvignon e una piccola parte di Cabernet Franc anche di averla saputa interpretare, rinnovandosi nel tempo quel tanto che basta. C’è chi dice già che il 2016 di Sassicaia sarà ancora migliore. Vedremo.    

Equilibrio ed eleganza (come il Nizza di Chiarlo premiato da Wine Enthusiast)

Ciò che bisogna sottolineare e che fa il paio con il riconoscimento al Nizza Cipressi 2015 di Michele Chiarlo da parte di Wine Enthusiast, è che a San Guido hanno capito da sempre il valore dell’equilibrio e dell’eleganza per produrre vini longevi. Non contano solo estrazione e potenza. Non è la prima volta che gli americani si sbilanciano sull’Italia. Lo fecero con l’annata 1997 in Toscana e con la 2001 in Piemonte proprio su Wine Spectator. Sappiamo come è andata a finire. Il gusto per annate e vini più generosi si è rivelato un falso scoop per italiani ed europei. Ma il mercato ne beneficia ancora, per il semplice fatto che stampa e lettori in America hanno un rapporto di fiducia reciproco che da noi fatica a instaurarsi. E quindi va a rimorchio del nemo propheta in patria.

I primi 10 della Top 100 di Wine Spectator

Tenuta San Guido Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc 2015
Castello di Volpaia Chianti Classico Riserva 2015
La Rioja Alta  Rioja 890 Gran Reserva Selección Especial 2005
Moët & Chandon Dom Pérignon Legacy Edition Brut Champagne Aoc 2008
Aubert Larry Hyde & Sons  Carneros Chardonnay Ava 2016
Colene Clemens Dopp Creek Pinot Noir Chehalem Mountains Ava 2015
Le Vieux Donjon Châteauneuf-du-Pape Aoc 2016
Tenuta delle Terre Nere San Lorenzo Etna Doc 2016
Bedrock The Bedrock Heritage Sonoma Valley Ava 2016
La lista completa dei 100 vini selezionati da Wine Spectator è su top100.winespectator.com
 

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