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Chianti Classico: i commenti della stampa estera all’approvazione delle Uga

24 Giugno 2021 Anita Franzon
Chianti Classico: i commenti della stampa estera all’approvazione delle Uga

I soci del Consorzio del Chianti Classico hanno approvato l’uso delle Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) e la notizia ha raggiunto in breve tempo giornali nazionali e internazionali. Si tratta, infatti, di un annuncio importante per una denominazione che, soprattutto all’estero, ha scritto e sta ancora scrivendo la storia del vino italiano. Contestualmente, è stata approvata una seconda proposta di modifica al disciplinare per la tipologia Gran Selezione, per la quale cresce la percentuale minima di Sangiovese (min. 90%) e scompaiono, in caso di blend con altri vitigni, gli internazionali. Intanto Eric Asimov elegge il Chianti Classico come vino perfetto per questa estate.

Per approfondimenti: Harpers.co.uk, Decanter e The New York Times


Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (che comprende Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), e Vagliagli. Sono queste le 11 Unità Geografiche Aggiuntive (Uga) approvate a metà giugno dal Consorzio Vino Chianti Classico.

L’approvazione delle 11 Uga

Queste nuove menzioni potranno essere aggiunte in etichetta, per ora solo nella tipologia Chianti Classico Gran Selezione, ma non è escluso che vengano estese in futuro anche al Chianti Classico e al Chianti Classico Riserva Docg. Il giornalista Jacopo Mazzeo riporta su Harpers.co.uk l’importanza di tali sottozone scelte in base al carattere territoriale dei vini del Gallo Nero. Le nuove Uga prendono, infatti, il nome da alcuni dei borghi più noti dell’area perché «la terra fa la differenza, questo è sempre stato uno dei motti della nostra regione», ha affermato il presidente del Consorzio Giovanni Manetti.

La parola ai produttori

«Una campagna incessante per affinare l’identità unica della regione ha portato a una suddivisione in 11 sottozone», afferma Michaela Morris, che su Decanter dà la parola ai produttori del Gallo Nero. Il 90% dei soci del Consorzio ha votato a favore della proposta. Il seme venne piantato negli anni Ottanta dal giornalista Burton Anderson, tra i primi a raccontare i vini del Chianti Classico in base al loro comune. La discussione è poi riemersa in modo serio circa un decennio fa. «Siamo partiti da molto lontano, ma a ogni incontro ci siamo avvicinati all’obiettivo», ha affermato Giovanni Manetti, che ora parla di un «grande spirito di coesione e di collaborazione» presente tra i produttori. Angela Fronti di Istine ritiene che le Uga siano positive per l’intera denominazione: «Aiuteranno finalmente a spiegare la diversità della nostra regione», ha commentato.

Ci sarà anche una seconda modifica, ma non tutti i produttori sono d’accordo

Oltre all’adozione delle Uga, il Consorzio ha approvato l’aumento della quantità minima di Sangiovese richiesta nella Gran Selezione; dall’80% si passa al 90%, limitando il restante 10% alle sole varietà a bacca rossa autoctone. Mentre per la prima proposta si è osservata più coesione tra i produttori, per questa seconda modifica Michaela Morris nota qualche piccola delusione. «Sarebbe stato perfetto avere un’etichetta che richiedesse il 100% di Sangiovese, in modo da poter parlare della coltivazione di questo vitigno in tutte le sue sfaccettature all’interno del territorio del Chianti Classico», ha osservato Michele Braganti di Monteraponi. Anche Angela Fronti inizialmente tifava per il 100% Sangiovese, ma comprende la decisione; perché al di là del legame con il passato bisogna guardare al futuro della denominazione. «Non sappiamo dove ci porterà il cambiamento climatico e avere la possibilità di aggiungere altre varietà sembra una scelta saggia».

Eric Asimov: «Ecco il mio vino per l’estate»

Per il giornalista del New York Times il Chianti Classico sarà il vino perfetto per l’estate 2021. «Anche nella stagione più calda, alcune occasioni richiedono un rosso. E questo vino toscano è una splendida espressione di Sangiovese, con molti ottimi produttori». Asimov, che non ha mai nascosto il suo debole per il Sangiovese, afferma di essere al momento «ossessionato» dal Chianti Classico per la sua profondità; ma anche per la sua ottima dote di acidità che lo rende adatto a un breve passaggio in frigorifero. Il giornalista ha dunque acquistato una dozzina di vini provenienti da diversi comuni della storica area toscana decantandone le doti di grazia, finezza e territorialità perfette per una tranquilla serata estiva.

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