In Italia In Italia Anita Franzon

Nebbiolo Prima 2018: le nuove annate e i migliori assaggi

Nebbiolo Prima 2018: le nuove annate e i migliori assaggi

Format rinnovato per Nebbiolo Prima 2018, manifestazione organizzata da Albeisa – l‘Unione Produttori Vini Albesi identificata dalla riconoscibile bottiglia – e pensata per promuovere le nuove annate dei grandi vini da Nebbiolo di Langhe e Roero. La 23ª edizione si è svolta ad Alba dal 14 al 17 maggio: quattro giorni di degustazioni intensive di Barolo, Barbaresco e Roero. Per un totale di 310 assaggi alla cieca (suddivisi in base alla Denominazione di origine, al comune e alla sottozona) provenienti da 230 cantine.

Le annate presentate, ovvero Barolo Docg 2014 e Riserva 2012, Barbaresco Docg 2015 e Riserva 2013, Roero Docg 2015 e Riserva 2014 sono complessivamente figlie di buone vendemmie, che hanno messo in luce, ma in alcuni casi anche a dura prova, la sapienza dei viticoltori.

Nuovo format in scena

«Location, target, pubblico: tutto nuovo. Questa edizione di Nebbiolo Prima è per noi una fase di passaggio, ma crediamo molto in questo format» afferma Marina Marcarino, presidente Albeisa. L’evento ha visto la partecipazione di solamente 30 giornalisti e operatori del settore (anche sommelier di fama internazionale, Master of Wine, formatori e wine influencer), quasi tutti stranieri. Ma ogni anno si pone lo stesso problema: il tour de force da quasi 100 vini al giorno continua a lasciare perplessi partecipanti e organizzatori, nonostante sia il modo più esaustivo per conoscere e approfondire i diversi aspetti di tre importanti denominazioni e le loro variazioni a seconda dei territori di appartenenza.

Un secondo appuntamento a dicembre

Questa nuova edizione si è dunque rivelata una prova generale in vista di un doppio appuntamento: Nebbiolo Prima si svolgerà anche a inizio dicembre per la degustazione delle nuove annate che entreranno in commercio nel 2019. Non sarà forse il periodo migliore per apprezzare il paesaggio circostante, ma aiuteranno i prodotti locali, come il tartufo bianco d’Alba, ad arricchire l’evento.

 

 

La produzione annuale in cifre

Andrea Ferrero, direttore del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, fornisce i dati aggiornati sulla produzione degli anni relativi all’anteprima. Nel 2014 sono state prodotte 12,7 milioni di bottiglie di Barolo Docg su un totale di 2067 ettari; sono invece 4,6 milioni le bottiglie di Barbaresco Docg 2015 da 738 ettari. Della produzione annuale di Barolo e Barbaresco, circa il 6% viene classificata come Riserva. Intanto gli ettari vitati stanno progressivamente aumentando, anche se il Consorzio pone un limite alle nuove superfici impiantate.

Come si divide il vigneto Langhe

Il Nebbiolo è oggi il vitigno più coltivato e ha raggiunto il 37%, mentre il 27% è Dolcetto, il 15% Barbera e il restante 21% è dedicato ad altri vitigni autoctoni e non. Nella zona del Barolo si trovano 350 aziende e, tra queste, ben 164 realtà producono meno di 10.000 bottiglie all’anno. Un dato che indica una produzione definita dallo stesso Ferrero «sartoriale» considerando, inoltre, che circa l’80% dei produttori rivendica almeno una menzione geografica aggiuntiva (Me.G.A.). Trend seguito anche nell’areale del Barbaresco, dove quest’ultimo dato sale al 92%.

Anche il Roero è in grande movimento

«Il Roero è una zona effervescente e in grande movimento», afferma il critico Vittorio Manganelli, che continua: «ci sono molti giovani che stanno cambiando la fisionomia della viticoltura roerina: una carica di novità e professionalità in poco più di 1.000 ettari vitati». Ma se per l’Arneis l’identità del Roero non ha ormai alcun rivale, «per quanto riguarda il Nebbiolo», commenta sempre Manganelli, «questa zona patisce ancora la fratellanza con le Langhe. Questo perché qui non si produce solo Roero Docg, ma anche Nebbiolo d’Alba Doc e Langhe Nebbiolo Doc, creando così confusione nel mercato». Oggi le bottiglie di Nebbiolo prodotte a marchio Roero sono circa 500.000, ma le potenzialità di crescita sono esponenziali.

Barbaresco 2015: fra le annate più favorevoli

La prima giornata di Nebbiolo Prima è partita con l’assaggio di 75 etichette di Barbaresco Docg 2015. L’ingresso in quella che i romani chiamarono “Barbarica Silva”, da cui il toponimo Barbaresco, non è stato straniante: vini nel complesso armonici, molto profumati e dai tannini strutturati, ma aggraziati e – solo in alcuni casi –  una leggera prevalenza dell’alcol. D’altra parte l’annata 2015 verrà ricordata come una delle più favorevoli degli ultimi anni, grazie a un inverno caratterizzato da abbondanti nevicate e a una primavera con temperature miti, condizioni che hanno consentito un anticipo del ciclo vegetativo; in estate il caldo non ha causato nessun fenomeno di stress ai vigneti grazie alle riserve idriche accumulate nei primi mesi dell’anno. Il Nebbiolo è arrivato così a maturazione in modo perfetto e in leggero anticipo rispetto alla media degli ultimi anni.

In anteprima anche il Barbaresco Riserva 2013

Discorso diverso per il Barbaresco Riserva 2013, annata caratterizzata da una vendemmia più tardiva (le operazioni di raccolta delle uve sono iniziate con 15 giorni di ritardo rispetto agli ultimi 10 anni), a causa dell’avvio stentato della primavera. Ma da giugno le condizioni atmosferiche sono migliorate, in particolare per il Nebbiolo, che ha potuto godere delle alte temperature autunnali, ideali per poter sviluppare al meglio il quadro fenolico e ottenere vini adatti all’invecchiamento.

Barolo Docg 2014 e Riserva 2012

Il 2014 è l’anno che ha segnato un importante traguardo per il paesaggio viticolo di Langhe-Roero e Monferrato con l’inserimento nella World Heritage List dell’Unesco, ma la stessa annata non è stata altrettanto fortunata sotto il punto di vista climatico: se l’inverno è stato piuttosto mite, a mettere in crisi i viticoltori ci ha pensato l’intensità delle precipitazioni che si sono verificate. La pioggia ha creato le condizioni ideali per gli attacchi fungini e mai come quest’anno l’attenzione a questo aspetto da parte dei viticoltori ha rappresentato un punto fondamentale per arrivare alla maturazione dell’uva con grappoli sani. 

Vini equilibrati, annate non eccellenti

Nonostante tutto, la complessa gestione del vigneto nel 2014 ha riservato piacevoli sorprese: un settembre soleggiato, buone escursioni termiche e la diminuzione della produzione, hanno consentito di ottenere risultati pur sempre in linea con l’annata, ma di tutto rispetto. Poca la quantità anche per il 2012, le cui Riserve sono figlie di un’annata non tra le eccellenti, ma dall’ottima materia prima, che ha permesso di ottenere vini equilibrati.

Roero Docg 2015 e Riserva 2014

Fragranti, profumati, generosi: sono i vini del Roero, un’area dai suoli più sabbiosi e noti per dare vini meno tannici rispetto alle vicine Langhe. Dei 24 vini dell’annata 2015 e 9 Riserva 2014, molti rispettano queste caratteristiche, ma alcuni produttori tendono ancora a vestirli con abiti più impegnativi e complessi che, però, ne nascondono il carattere leggiadro e immediato, snaturandoli. Nel complesso, due annate differenti come la 2015 e la 2014 (per le Riserve) hanno dato risultati buoni, da valutare anche in prospettiva.

 

 

I nostri 10 migliori assaggi a Nebbiolo Prima 2018

Ecco la selezione delle dieci etichette che ci hanno più colpito.

Barbaresco e Roero

Giuseppe Cortese – Barbaresco Rabajà Docg 2015 

Floreale all’ennesima potenza, il naso affonda tra petali di rose American Beauty e il calice sprigiona un profumo sensuale e affascinante. Il vortice continua anche in bocca, grazie alla grande freschezza e alla sapidità. Il tannino è setoso, ma l’assaggio non  risulta lezioso. 94/100

Rizzi – Barbaresco Pajorè Docg 2015 

Colore vivo, quasi brillante. Al naso si apre lentamente ed è un campione di compostezza, eleganza e armonia. In bocca le morbidezze non prevaricano mai le durezze. È fresco, dritto, tagliente, persistente, un concerto di voci, ma al coro di “esageruma nen”: non esageriamo, dal tipico carattere piemontese. 94/100

Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy – Camp Gros Martinenga, Barbaresco Docg Riserva 2013 

Spettacolare fin dal colore, che ne preannuncia la grande eleganza. E già al naso si capisce come tutto sia al posto giusto, comprese le sfumature. All’olfatto frutta e fiori lasciano lentamente spazio alle spezie e al tabacco su uno sfondo balsamico. L’assaggio è strutturato con una fitta ed elegante trama tannica. Fine dal primo all’ultimo sorso. 93/100

Albino Rocca – Barbaresco Ronchi Docg 2015 

Naso molto ampio e complesso. Si distinguono il geranio, la rosa, la viola, ma anche la fragolina di bosco e il lampone. I toni fruttati si ricompongono anche in bocca insieme a una leggera sensazione balsamica che dona freschezza, agilità e persistenza. 92/100

Molino – Teorema, Barbaresco Docg 2015

Rosso rubino più scuro rispetto ad altri calici. L’olfatto è caratteristico, ammaliante, composto dai classici profumi floreali del vitigno (rose e viole) e chiare note di liquirizia e menta. Non nasconde una certa rusticità, ma in senso positivo: si sente la territorialità del vino e una mano che sa dosare legni e altri interventi. 91/100

Tibaldi – Roero Docg 2015 

All’olfatto è subito un po’ schivo, ma lentamente si apre iniziando a esprimersi. E lo fa soprattutto in bocca, raccontando di un vino che è così come lo si sente: pulito, fine, schietto. Ma che conserva anche un lato capace di evolvere e diventare altro, crescere, maturare, sbocciare. 89/100

Barolo

Fenocchio Giacomo – Bussia 90 dì, Barolo Docg Riserva 2012

Rubino intenso con sfumature aranciate appena percettibili, all’olfatto profumi di fiori essiccati, pepe e noce moscata, infine cuoio. All’assaggio è tanto strutturato quanto aggraziato e composto, tannino fine e ottima persistenza. Grande potenzialità di invecchiamento. 92/100

Poderi Colla – Bussia Dardi Le Rose, Barolo Docg 2014

Un sorso classico, anticipato da un profumo altrettanto classico. Tutto fa pensare alla delicatezza del Nebbiolo nella sua espressione più elegante, il Barolo. Il bouquet è espressivo e avvolgente, fiori freschi, piccoli frutti di bosco. Mentre in bocca vince l’armonia. Bella la struttura, morbidi i tannini, è fresco e sapido e – come direbbero i francesi: tout se tient, tutto si incastra alla perfezione. 92/100

Bera – Barolo Docg 2014

Colore rubino tendente al granato, quando si avvicina al naso sprigiona inizialmente note floreali, che virano subito dopo verso la menta e la liquirizia per poi farsi più dolci con il cacao e il caffè. La bocca è composta e leggiadra, ottima la bevibilità. È un vino solare. 90/100

Figli Luigi Oddero – Barolo Docg 2014

Colore granato con riflessi leggermente aranciati, naso piacevole, ampio e profondo, ricco di erbe aromatiche, spezie, note dolci di confetti e frutti di bosco, infine liquirizia. In bocca è saporito, materico, ricco e dal sorso lungo adatto ad accompagnare una cena sostanziosa. 89/100

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© Riproduzione riservata - 24/05/2018

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