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Langhe, Roero e Monferrato Patrimonio dell’Umanità

23 Giugno 2014 Civiltà del bere
È ufficiale: il paesaggio vitato piemontese fa parte del patrimonio artistico e culturale dell'umanità. Ieri l'Unesco ha decretato l'annessione alla World Heritage List dell'area vitivinicola di Langhe-Roero e Monferrato - oltre 100 chilometri quadrati e 29 Comuni in provincia di Alessandria, Asti e Cuneo - facendo salire a cinquanta i siti d'Italia in lista. Il nostro Paese conta il maggior numero di siti Unesco del mondo, ma è la prima volta per una zona di produzione vinicola italiana. SECONDO L'UNESCO - Ecco come l'ente internazionale descrive la new entry: "Il paesaggio vitato piemontese di Langhe-Roero e Monferrato si compone di cinque distinte aree produttive dai panorami eccezionali, e il Castello di Cavour, nome emblematico per la storia dell'enologia e della nazione italiana. Si trova nella parte meridionale del Piemonte, fra il fiume Po e l'Appennino ligure, e comprende tutta la varietà di processi tecnici ed economici legati alla vitivinicoltura che caratterizzano la regione da secoli. Sono stati rinvenuti nella zona pollini di vite risalenti al V secolo a.C., quando il Piemonte era luogo di incontro e scambio commerciale fra gli Etruschi e i Celti; alcune parole provenienti da queste due culture, in particolare i termini legati al vino, si trovano ancora nei dialetti locali. Durante l'Impero Romano, Plinio il Vecchio descrive il Piemonte come una delle regioni più adatte alla produzione vinicola nell'antica Italia; Strabone (ndr: storico dell'antica Grecia) menziona le sue botti".

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