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Via Giacomo Tachis: la Sardegna omaggia il grande enologo

26 Novembre 2018 Emanuele Pellucci
Anche la Sardegna, dopo la Toscana, ha voluto rendere omaggio alla figura di Giacomo Tachis grazie a una bella iniziativa di Cantina Santadi, l’azienda che lo aveva “adottato” come consulente fin dai primi anni Ottanta.
Un convegno ha visto portare le testimonianze di personaggi che hanno avuto il privilegio di lavorare con il celebre enologo di origine piemontese (nato a Poirino, "il paese dei ranocchi", ci disse quando lo conoscemmo nel 1980) trapiantato in Toscana. A Tachis è stato intitolato anche un tratto di strada: Via Giacomo Tachis, di fronte alla Cantina di Santadi. Ededicato un busto bronzeo dell’artista senese Carlo Pizzichini.

Un libro per ricordare il Mescolavin

Per l’occasione è stato presentato in anteprima nazionale anche il volume Giacomo Tachis - Mescolavin, a cura di Andrea Cappelli e Bruno Bruchi edito dalla Fondazione ChiantiBanca. Un volume di grande formato e ricco di immagini che racconta in maniera appassionata e partecipe la storia professionale dell’enologo. Infine, l’artista fiorentina Elisabetta Rogai, nota per la sua enopittura, ha regalato a Cantina Santadi un ritratto di Giacomo Tachis.    

L'amore di Giacomo Tachis per la Sardegna nelle parole di Antonello Pilloni

«Che Tachis sia stato il più grande enologo italiano del dopoguerra è fuori di dubbio», ha dichiarato in apertura di convegno il presidente della Cantina di Santadi, Antonello Pilloni, che fortemente ha voluto questa iniziativa, anche per l’amicizia che lo ha legato per decenni a Giacomo Tachis. «È importante però ricordare il suo amore profondo per la nostra isola, a cui era sinceramente affezionato, e per i nostri vitigni. Dobbiamo a lui la riscoperta del Carignano. E non possiamo non riconoscere il contributo fondamentale che Tachis ha dato alla crescita di Cantine come la nostra, che solo grazie a lui sono arrivate a confrontarsi con una dimensione nazionale e internazionale a cui forse non avrebbero mai potuto ambire».    

A lui si deve il rilancio del Carignano

Un caloroso omaggio da parte non solo della Cantina, ma anche delle massime istituzioni regionali. Erano presenti il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e il sindaco di Santadi Elio Sundas. «Il rapporto di Tachis con la nostra isola», ha detto Pigliaru, «è una storia che andrebbe fatta conoscere in tutta la Sardegna perché è stata una lezione di enorme importanza, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione del vitigno Carignano. Una storia di successo, un modello, come questo di Santadi, da replicare».    

L'omaggio di Piero Antinori e l'emozione di Ilaria Tachis

All’appuntamento non poteva mancare Piero Antinori, ringraziato dal presidente Pilloni per aver permesso a suo tempo a Tachis di prestare la sua collaborazione pur essendo dipendente della Casa fiorentina. «Tachis ha sempre creduto nel potenziale dei vini sardi», ha affermato Antinori. «Ma soprattutto vorrei sottolineare il suo grande amore per il vino. Per me è stata una bella esperienza lavorare con lui». «È una grossa emozione essere qui», ha poi aggiunto Ilaria Tachis, la figlia, «perché sento che la sua persona aleggia qui in questa sala. Antonello Pilloni è stato un fratello per mio padre e la Sardegna era il suo rifugio, pur amando molto anche la Sicilia». In rappresentanza di quest’ultima era presente Leonardo Agueci, già presidente dell’Istituto Regionale Vite e Vino.    

Tante le aziende presenti, dal Trentino alle Sicilia

Non sono mancate le testimonianze del professor Mario Fregoni, dell’ex sindaco di San Gimignano Marco Lisi e di esponenti di Cantine con cui Tachis aveva collaborato (il marchese Carlo Guerrieri Gonzaga di Tenuta San Leonardo e Augusto Reina di Duca di Salaparuta). Presenti anche altri produttori che si sono avvalsi della sua consulenza, tra cui i fratelli Michael e Christopher Falchini, i coniugi Mannucci Droandi e l’enologo Mariano Murru (Argiolas).

L'enologo che ha creduto e voluto il rilancio dell'enologia sarda

In chiusura di convegno, Antonello Pilloni ha voluto ribadire ancora una volta come «per noi Giacomo Tachis è stata la salvezza. Credeva nel Carignano e nel clima, soprattutto nella luce, di questa nostra isola. Inoltre non era un enologo geloso dei suoi “segreti”. Amava trasmettere il suo sapere perché credeva nelle cose che faceva. Non c’è dubbio», ha poi aggiunto Pilloni, «che Tachis sia uno dei padri della moderna enologia in Italia. Sicuramente è la figura che più ha caratterizzato il passaggio dell’enologia sarda ad una dimensione più moderna. In mezzo ai tanti grandi vini da lui creati ci sono anche due “perle” della nostra Sardegna, il Turriga e il Terre Brune. Due etichette prestigiose che portano la sua firma, ma grande è stata la sua influenza su tutta l’enologia sarda degli ultimi decenni».

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