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La Viarte di Prepotto: viticoltura di precisione per vini di terroir

5 Aprile 2011 Civiltà del bere
“Viticoltura di precisione per vini di terroir”: si possono sintetizzare così i contenuti di un progetto dal titolo ben più lungo “Pianificazione irrigua e gestione agronomica del vigneto assistita da tecniche biochimiche, geofisiche e geostatiche”, avviato in una delle più prestigiose aziende vitivinicole La Viarte di Prepotto (Udine), progetto del quale sono stati presentati in un convegno i risultati di metà percorso. L'iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’azienda e il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) di Gorizia, che nel 2008 lo hanno presentato al Ministero per le Politiche Agricole nell'ambito di un bando per progetti di ricerca e sperimentazione che trasferissero le conoscenze della ricerca italiana ai giovani imprenditori agricoli per incrementare la competitività delle imprese nazionali con innovazioni di processo e/o di prodotto. La qualità della proposta elaborata da Giulio Ceschin, titolare dell’azienda, e Gilberto Bragato, coordinatore scientifico del progetto, è stata premiata con una lusinghiera posizione in graduatoria e un finanziamento MIPAAF. Obiettivo del progetto, quello di fornire strumenti conoscitivi idonei per un’efficiente pianificazione agronomica e irrigua aziendale in funzione delle caratteristiche intrinseche del territorio, adottando i più moderni approcci della viticoltura di precisione. Nel corso di un incontro svoltosi venerdì 1° aprile nella sede aziendale, Giulio Ceschin ha spiegato le motivazioni che hanno spinto l’azienda ad intraprendere questo percorso di ricerca. Hanno poi preso la parola per i saluti di rito l'assessore Provinciale all’Agricoltura Daniele Macorig, e Marina Montedoro, responsabile per le politiche della competitività e dello sviluppo rurale del Ministero. Hanno successivamente parlato, per la loro parte di competenza tutti i tecnici intervenuti nel progetto, che prevede ancora oltre un anno di indagini e studi conclusivi. I relatori hanno fornito una approfondita panoramica sulla strumentazione utilizzata  e sui vari campionamenti e misure per mappare la fertilità azotata la disponibilità idrica del suolo. Con l’aiuto di una puntuale sintesi geostatistica si è giunti a mappare le varie aree omogenee, giungendo infine a fare osservazioni di carattere agronomico ed enologico sui vari vigneti e vini. Nell'ampio dibattito finale sono intervenuti tra gli altri il Prof. Luigi Bavaresco, direttore del Centro di ricerca per la Viticoltura (CRA-VIT) di Conegliano, molti produttori del territorio e della vicina Slovenia, comunicatori del vino, agronomi, enologi, ricercatori delle università di Udine, Nova Gorica e Lubiana nonché Phil Brooks, ricercatore di punta della emerita Stazione Sperimentale di Rothamsted, Gran Bretagna. Giulio Ceschin ha concluso la giornata di lavori con una riflessione sulla necessità dello sviluppo di una cultura aziendale che permetta la conoscenza approfondita dei vigneti e utilizzi la viticoltura di precisione per avvicinarsi sempre più al concetto di terroir, nel senso di assoluta comprensione del territorio e della valorizzazione della sua intrinseca variabilità intesa come elemento di distinzione da preservare.  

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