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Incontri Rotaliani, appuntamento al 2021

17 Maggio 2019 Civiltà del bere
Incontri Rotaliani, appuntamento al 2021

Teroldego e vini di Borgogna: sarà una storia d’amore? La prima edizione di Incontri Rotaliani ha dato vita a un gemellaggio inedito fra due regioni produttive solo apparentemente distanti. Un dialogo destinato a consolidarsi in concreti progetti di collaborazione, confronto e ricerca, con il fondamentale contributo della cattedra Unesco dell’Université de Bourgogne. In attesa dell’edizione 2021, con un nuovo incontro tra terre del vino.

Si è conclusa la prima edizione di Incontri Rotaliani 2019. Domenica 12 e lunedì 13 maggio abbiamo preso parte a un evento denso di contenuti, ben lontano dalla spettacolarizzazione del tema vinicolo, basato sulla ricchezza del dialogo tra Piana Rotaliana e Borgogna. Un confronto senza pregiudizi, declinato in due giorni di seminari, masterclass e degustazioni dai temi disparati.

Un territorio unito pronto a sbocciare

“Nella nascita di Incontri Rotaliani ho visto qualcosa che è raro vedere in Italia: l’umiltà e la forza di un territorio dal grande potenziale con il desiderio di crescere, la volontà di confrontarsi con realtà più affermate. E una bella partecipazione corale, a più livelli: fra pubblico e privato, produttori grandi e piccoli, giovani vignaioli e realtà storiche”, racconta Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere e direttore artistico della prima edizione dell’evento.

I protagonisti di Incontri Rotaliani

Insieme a importanti realtà locali come Fondazione E. Mach, Università di Trento, Consorzio Turistico della Piana Rotaliana e l’associazione Alteritas, veri protagonisti di questa prima edizione sono stati i produttori del territorio: Luigino Betta, De Vescovi UlzbachMarco DonatiElio Endrizzi e fratelliFedrizzi CiprianoRoberto ZeniLuigi ZaniniCantina DevigiliCantina EndrizziCantina MartinelliCantina Mezzacorona, Cantina Rotaliana, Dorigati, Foradori e Redondèl, con Villa de VardaBertagnolli e Distillerie Trentine sul fronte distillati. In tutto 15 aziende vinicole e 3 distillerie per 34 etichette in assaggio al walk-around tasting, a cui si sono uniti altri 10 Domaine ospiti: Domaine Chevrot, Contat-Grangé, Domaine du Vieux Pressoir, Lucian Muzard et Fils, Paul Jouard, Perrault, Rebourgeon-Mure, Regnard, Regnaudot e Domaine Vincent.

Un dialogo dalle radici antiche

L’incontro fra Piana Rotaliana e Borgogna ha origine ben più antica. Già più di 2000 anni fa i Reti, abitanti dell’arco alpino centro-orientale, entrarono in contatto con i Celti, e secoli dopo Burgundi e Longobardi, entrambi popoli barbari di origine germana, lasciarono un segno permanente nei territori che occuparono: i primi dando il loro nome all’area dell’attuale Borgogna, i secondi legando la loro presenza in loco alla prima menzione scritta della Piana Rotaliana. Il vino, oggi come in epoca romana, è un potente strumento d’incontro fra civiltà, veicolato da intensi scambi commerciali. “Gli abitanti di Bibracte, in Borgogna, nel I secolo a. C. bevevano parecchio vino, importato soprattutto dall’Etruria”, ha spiegato Vincent Guichard, direttore del sito archeologico di Bibracte.

Archeologia, genetica, climate change. Un confronto denso di contenuti

Il territorio vitivinicolo Rotaliano si è riunito nella sua interezza e complessità, portando idee e contributi diversi, con l’obiettivo comune di dar vita a un incontro di spessore. Un proposito pienamente realizzato grazie al prezioso contributo della delegazione francese e di importanti realtà come il Bivb (Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne) e la cattedra Unesco dell’Università di Borgogna. Dall’archeologia alla genetica, ai cambiamenti climatici, alla selezione clonale, fino al legame di parentela che lega Teroldego e Pinot noir (quest’ultimo pare sia il “nonno” dell’autoctono rotaliano!) avremo presto modo di raccontare nel dettaglio le relazioni storico-scientifiche esposte nel corso dei due giorni.

Sei masterclass tematiche

Accanto a seminari e walk-around tasting, un ciclo di 6 degustazioni guidate ha consentito di approfondire le peculiarità della produzione vitivinicola dei due territori in gemellaggio. Masterclass condotte da professionisti di spicco del settore: Paolo Basso, Roberto Anesi, Jean-Yves Bizot, insieme ai “nostri” Alessandro Torcoli e Jessica Bordoni, con focus tematici che spaziano dalle vecchie annate di Teroldego ai climats di Borgogna, fino alle ultime generazioni di vignaioli della Piana Rotaliana. 

Verticale di vecchie annate di Teroldego (leggi)

Teroldego “sentinella del terroir”. Assaggio di vini provenienti da diverse microzone (leggi)

Il trionfo dei climats. Assaggio di 5 vini da microzone differenti della Côte d’Or (leggi)

Capitani coraggiosi, assaggi e storie di 8 giovani che ci credono (leggi)

Degustazione dei vini premiati in occasione del Concorso valorizzazione vini territorio dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (leggi)

L’altra Borgogna (leggi)

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