Alla scoperta dell’altra Borgogna

Alla scoperta  dell’altra Borgogna

Dalla volontà di impostare Incontri Rotaliani come momento di confronto e dialogo tra le realtà vinicole della Piana Rotaliana e della Borgogna, sono nate anche le due masterclass dedicate ai vini d’Oltralpe. Lunedì 13 maggio alle 18 il Palazzo della Ricerca della Fondazione Mach ha ospitato la degustazione “L’altra Borgogna”, condotta da Jean-Yves Bizot, vigneron e vice-presidente della commissione tecnica del Bureau Interprofessionnel Vins de Bourgogne.

L’obiettivo dell’incontro si rivela già nel titolo: l’importanza di andare oltre i grandi nomi e le denominazioni note per offrire una visione più completa del pianeta Borgogna, sia sul fronte rossista che bianchista. In assaggio cinque vini e, proprio alla maniera “bourguignonne”, la scelta è stata quella di partire dai rossi, per poi passare ai bianchi.

Domaine Michelot – Bourgogne Côte d’Or Aoc 2017

Si tratta di una denominazione recente, nata nel 2017, che include 40 villages della Côte de Beaune e della Côte de Nuits. La caratteristica principale dei suoli è legata alla presenza di argille pesanti del Triassico. Domaine Michelot si trova nel sud della Côte de Beaune ed è di proprietà della famiglia Michelot da sei generazioni. In tutto 20 ettari gestiti seguendo pratiche agronomiche sostenibili. Il loro Bourgogne Côte d’Or Aoc 2017 è un Pinot nero in purezza senza eccessiva complessità: leggero, fine, facile da bere. Un Pinot nero disimpegnato.

Domaine Theulot-Juillot – Les Croichots, Mercurey Premier Cru Aoc 2016

Mercurey è l’appellation communale più grande della Borgogna. Non è molto nota, ma produce vini di grande potenzialità. Poggia su un terroir complesso, difficile da definire perché molto cangiante; la costante è la ricchezza di calcare. Domaine Theulot-Juillot è un’azienda di 12 ettari con un’impostazione familiare. Les Croichots, Mercurey Premier Cru Aoc 2016 è un Pinot nero con un bouquet che si apre pian piano, svelando note di frutta matura e sentori fumé. In bocca ci sono buona complessità, una certa densità materica e un’interessante freschezza.

Domaine La Croix Montjoie – L’Impatiente, Bourgogne Vezelay Aoc 2017

Ci troviamo a nord della Borgogna, non lontani dallo Chablis, in una zona difficile dal punto di vista climatico. Vezelay è un’appellation relativamente recente così come il Domaine La Croix Montjoie, fondato nel 2009 da da Sophie e Matthieu Woillez, entrambi agronomi ed enologi. L’Impatiente, Bourgogne Vezelay Aoc 2017 è uno Chardonnay che proviene da piante che hanno in media 25 anni, con vinificazione in acciaio. Freschezza, tensione, vivacità sono i punti di forza di questo vino molto varietale e minerale, di buona finezza.

Domaine Louis Moreau -Vaulignot, Chablis Premier Cru Aoc 2016

Il Vaulignot, Chablis Premier Cru Aoc 2016 nasce nel Domaine Louis Moreau di Beine, specializzato nella produzione di tutti e quattro i “livelli” d’appellation: Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Crus et Chablis Grands Crus. Vaulignot è uno Chardonnay dotato di notevole forza, larghezza, opulenza. Nel naso troviamo note iodate, in bocca è burroso, con accenni di nocciola, ma non manca una vena acida di sottofondo.

Cave de Vignerons des Terres Secrètes -Pouilly-Fuissé Aoc 2015

Con il Pouilly-Fuissé Aoc 2015 di Cave de Vignerons des Terres Secrètes scendiamo a sud e nel tempo, fino al 2015. La zona di Pouilly-Fuissé non ha bisogno di grandi presentazioni e da parte dei produttori locali c’è una grande richiesta per il riconoscimento della specifica Premier Cru. La Cave de Vignerons des Terres Secrètes è una cooperativa storica di Prissé con quasi un secolo di attività alle spalle (la Borgogna è terra di cantine sociali, anche se poco conosciute). In questo vino si ritrovano le caratteristiche tipiche dello Chardonnay di Borgogna quali la nota agrumata e una certa carica alcolica.

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© Riproduzione riservata - 17/05/2019

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