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Gli inattesi “veterani” di Monte delle Vigne

Situata a Ozzano Taro, a una ventina di chilometri a sud-ovest di Parma verso la Cisa, Monte delle Vigne è la dimostrazione che quando si lavora bene, con i giusti protocolli, i vitigni adatti e con l’ausilio di un enologo navigato come Attilio Pagli, anche aree giudicate più votate alla quantità che alla qualità possono offrire risultati perfino spettacolari. Due sono i vini ritenuti da Andrea Ferrari, patron della Cantina con Paolo Pizzarotti, più capaci di dare il meglio di loro nel corso degli anni: il Callas (Malvasia di Candia in purezza) e il Nabucco (Barbera 70% e Merlot 30%). Callas 2008«Callas ha subito un radicale cambiamento», racconta Ferrari, «a partire dalla vendemmia 2004. Non più fermentazione in barrique, ma solo acciaio, con un periodo variabile per il bâtonnage. Questa scelta ha permesso al vino di esprimere, senza bisogno di ulteriori affinamenti, la sua aromaticità e mineralità, con una beva facile e

Andrea Ferrari

Andrea Ferrari

immediata. A una recente verticale, in cui si sono degustate annate a partire dalla 1999, questa Malvasia ha sfoggiato una straordinaria longevità, freschezza, integrità, pulizia. Caratteristiche che ora pubblico e critica cominciano ad apprezzare. La mia annata del cuore? Proprio la 1999; non solo perché segna il debutto del Callas, ma in quanto rappresenta la realizzazione di una mia ambizione: produrre un vino bianco aromatico, dunque già caratterizzato in partenza, vinificandolo in barrique!».
E cosa ci dice del Nabucco? «È stato il mio primo vino fermo. L’ho pensato e l’ho sognato in un luogo dove solo i frizzanti avevano diritto di cittadinanza. Volevamo dimostrare che anche a Parma possono esistere vini con l’anima e la forza di vivere nel tempo: grazie alla freschezza della Barbera e a i tannini dolci del Merlot, l’obiettivo è stato raggiunto in pieno. Se devo citare le annate del passato più spettacolari, ancora presenti in cantina, direi sopra a tutte la 1998, assieme alla 1993, per tannini, polpa e profondità, la 1996 e 1997 per eleganza minerale e finezza».

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© Riproduzione riservata - 15/07/2010

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