Dalle Nostre Rubriche

In Italia

In Italia

Enantio, un autoctono rustico e longevo

30 Dicembre 2018 Roger Sesto

Enantio, nome che esprime l’aerale della Terra dei Forti, tra monte Baldo e Lessinia, in bassa Vallagarina. È l’antico Lambrusco a foglia frastagliata che, pur appartenendo a questa famiglia, ha proprie peculiarità genetiche.

Racconta Lorenzo Bongiovanni, viticoltore di Sabbionara d’Avio: «La vigna che allevo a Enantio, vitigno rustico e longevo derivante dalla vitis silvestris, è per me un pezzo di storia: nel 1908 il mio bisnonno acquistò 4 ettari coltivati a Lambrusco a foglia frastagliata su terreni sabbiosi resistenti alla fillossera e perciò con vigne franche di piede. Il vigneto attuale si estende su di un ettaro, con piante di 70-80 anni, oltre a una parcella in affitto con ceppi ultracentenari».

 

Viti di Enantio

Solo 30 ettari per questo vitigno antico

Il vitigno era molto diffuso fino agli anni Settanta, ma venne svilito per il suo impiego nel blend del Casteller. È stato poi sostituito con varietà più remunerative e oggi viene coltivato su una superficie di soli 30 ettari. Prosegue Bongiovanni: «Ho ripristinato le vecchie pergole con sesti d’impianto larghi sulla fila, reimpiantando le vigne mancanti con il metodo della propaggine, così da avere solo piante originali. Ha una buona resistenza a peronospora e oidio, che controllo con zolfo e rame. In annate con fioriture ottimali le vigne hanno adeguata produttività e, a differenza di quelle innestate, il grappolo è più alato e spargolo, con acini più piccoli, quindi più qualitativi.».

 

Lorenzo Bongiovanni tra le sue pergole di Enantio

L’Enantio di Bongiovanni fa 12 mesi di legno

Una parte delle uve a base dell’Enantio Valdadige Terradeiforti Doc di Bongiovanni appassisce in fruttaio per 2 mesi. La restante frazione si vendemmia dopo la metà di ottobre. Dopo la vinificazione separata, si assembla il tutto per un affinamento di 12 mesi in tonneau e 10 in vetro.
Da giovane il vino è rosso rubino intenso, dai delicati profumi di frutti di bosco, dalla beva speziata ricca di morbidi tannini resi vellutati dalla quasi indispensabile maturazione in legno.

Per conoscere gli altri autoctoni del Trentino Alto Adige clicca qui

L’articolo sui vitigni autoctoni trentini e altoatesini prosegue su Civiltà del bere  1/2018. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati