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Ad Abbazia di Novacella l’identità va a braccetto con la sperimentazione

Ad Abbazia di Novacella l’identità va a braccetto con la sperimentazione

Un percorso nella storica tenuta della Valle d’Isarco, tra le tradizionali espressioni monovarietali della linea premium Praepositus e i vini anticonvenzionali della gamma Insolitus. Abbazia di Novacella lavora seguendo il sentiero della sostenibilità e per rispondere ai cambiamenti climatici. I nostri assaggi.

Tradizione in evoluzione. Abbazia di Novacella è una cantina altoatesina tra le più antiche d’Italia, con una storia di viticoltura ininterrotta dal 1142. Lo documentano antichi testi impilati nella libreria del comprensorio monastico a Varna (un luogo da visitare), che vanno a ritroso fino agli albori della fondazione. La sua rinnovata vocazione si esprime attraverso due linee simbolo. Praepositus imbottiglia l’anima dei migliori cru della tenuta: è l’identità, l’eredità, la personalità del territorio. Insolitus, nata nel 2020, è anticonvenzionale come il nome suggerisce e traduce il desiderio di imboccare nuove strade con la missione ultima di alzare l’asticella della qualità nel bicchiere.

Cambiamenti in vigna e in cantina

Praepositus (“abate” in latino) ha preso forma nel 1997 con l’arrivo dell’enologo Celestino Lucin e l’ammodernamento della cantina. È composta otto bianchi, due rossi e due vini dolci, tutti monovarietali.
«Oggi la nostra linea cru (l’altra è la Classica, nda) abbraccia tutte le varietà coltivate nei terreni di proprietà, l’unica eccezione è la Schiava», spiega Lucin. «In quasi 25 anni sono cambiate tante cose, come le proporzioni produttive. Negli anni ’90 le bottiglie di Kerner erano appena 20 mila, oggi sono 250 mila. Sono diminuiti Müller Thurgau e Sylvaner, che pure rimane la nostra varietà storica. Anche le scelte di cantina non sono le stesse: affiniamo più a lungo i nostri vini e li mettiamo in commercio qualche mese più tardi».

Tre tenute in una

I 6 ettari della conca di Bressanone, tra i rintocchi delle campane dell’abbazia, un paesaggio da cartolina, tengono a battesimo le uve bianche. I filari si aggrappano ai muretti a secco su pendenze che arrivano anche al 200% (63,4°). Tra i più settentrionali d’Italia e incastonati ad altitudini che variano tra i 600 ai 900 metri, i vigneti cercano microesposizioni ottimali e sfruttano le forti escursioni termiche su fondi particolarmente magri, ciottolosi e sabbiosi, morenici di origine glaciale. È l’habitat delle migliori vigne di Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner, Grüner Veltliner, Pinot grigio, Riesling, Gewürztraminer e Sauvignon blanc. Il Pinot nero che diventa Praepositus cresce nella tenuta Marklhof a Cornaiano, acquisita dall’abbazia all’inizio del XX secolo, dove si prende due terzi degli 11 ettari vitati. Nella conca di Bolzano, invece, posta a 250 metri di altitudine, i terreni sabbioso-limosi danno i natali al Lagrein.

I muretti a secco dei vigneti, che arrivano a pendenze del 200% (63,4°)

Scelte “insolite” contro i cambiamenti climatici

Se Praepositus è il retaggio della tradizione, Insolitus è un viaggio fuori dal selciato della produzione classica di Novacella. Un sentiero di pura sperimentazione. Pochissime le bottiglie prodotte, una selezione che non percorre la distribuzione canonica, ma viene riservata a un ristretto segmento dell’horeca.
«È una linea nata per ricordare che la nostra lunga storia non significa immobilità», spiega Werner Waldboth, direttore vendite della Cantina. «Nella nostra visione c’è il desiderio di innovare e affrontare le tematiche importanti del futuro come i cambiamenti climatici e la sostenibilità. Abbiamo deciso di farlo attraverso scelte, appunto, insolite; esperimenti su vinificazione e affinamento, ricerca su varietà resistenti, immagine ed etichette con uno stile marcatamente distante dal nostro abito usuale».

Ogni anno nuovi esperimenti

I primi esemplari di Insolitus, usciti nel 2020, sono stati: Ohm Bronner, Mitterberg Igt 2019, ottenuto con il vitigno Bronner – una della varietà più storiche dell’universo Piwi; Quota, Alto Adige Pinot bianco Doc 2018, espressione d’altura estrema per un vitigno che in Alto Adige è riuscito da sempre a trovare un terroir capace di valorizzarlo; e Hora Orange Wine, un Sylvaner vendemmia 2015 in versione macerata. Pinot bianco e Sylvaner sono protagonisti di nuovi esperimenti con la linea 2021, mentre nel futuro prossimo si guarda con curiosità alla spumantizzazione delle varietà più tipiche della Valle d’Isarco.


Werner Waldboth, direttore vendite, spiega come il desiderio di innovare e affrontare le tematiche importanti come cambiamenti climatici e sostenibilità abbia dato il là alla linea Insolitus

I nostri assaggi delle linee Paepositus e Insolitus

Praepositus Sylvaner, Valle Isarco Alto Adige Doc 2019

Varietà piantata in Valle d’Isarco dal 1880 e ormai identitaria della zona. «Per il Sylvaner batte il nostro cuore», spiega Waldboth, «qui ha trovato il suo terroir d’elezione, per questo vogliamo associarlo sempre di più alla nostra produzione». In questa versione Praepositus affina per l’80% in acciaio e per il 20% in legno grande (d’acacia) per 6 mesi. Eleganti profumi di fiori bianchi, pera matura, agrumi, frutta a polpa gialla. In bocca è fresco, sapido, di una invitante mineralità.

Praepositus Grüner Veltliner, Valle Isarco Alto Adige Doc 2018

«Varietà difficile e affascinante, in grado di donare risultati emozionanti», parola di Waldboth, «ma complicati da vendere e far conoscere sul mercato italiano». Ed è un peccato perché il vino conquista con profumi di mela cotogna, miele, erbe aromatiche e un tipico tocco pepato. Una vena alcolica (14% vol) che si fonde con grazia alla freschezza, regalando un sorso profondo e persistente. Riposa in acciaio (per 2/3 mesi) e botte grande di rovere per 12 mesi.

Praepositus Pinot nero, Valle Isarco Alto Adige Riserva Doc 2017

Un Pinot nero strutturato e consistente. Nasce da vigne vecchie di 25 anni al maso Marklhof a Cornaiano su depositi morenici permeabili a base porfirica. Elegante come si conviene alla tipologia, ne esprime le classiche note di sottobosco e piccolo frutto rosso. Al palato un tannino ancora teso e una vivida acidità, frutto dell’annata fresca. Fermentazione in acciaio inox con macerazione sulle bucce per 15 giorni. Malolattica in botte grande e maturazione in barrique per 24 mesi (1/3 nuove).


Quota2 e Ton sono le novità della linea Insolitus dedicata alle sperimentazioni vitivinicole

Linea Insolitus

Ton, Mitterberg Sylvaner Igt

Prima novità Insolitus 2021. Nasce da vigne a 630 metri di altitudine con esposizione a sud e di quasi 50 anni di età. Blend di due annate, 2018 e 2019, che hanno svolto la fermentazione in anfora di argilla (“ton” in tedesco) e poi vi hanno sostato per la maturazione rispettivamente per 24 e 12 mesi. Nessuna macerazione sulle bucce. Vino molto complesso e della spiccata personalità. «L’anfora accentua la mineralità del Sylvaner», dice Waldboth. E in effetti note salmastre, di gesso e sasso bagnato emergono al naso e si mischiano ad accenti di menta e anice disegnando un profilo originale quanto raffinato. Lunga persistenza gusto-olfattiva. Appena 1.200 bottiglie prodotte.

Quota², Alto Adige Pinot bianco Doc 2019

Seconda puntata del Pinot bianco d’altura, Quota, per «esplorare i nuovi limiti imposti dai cambiamenti climatici e testare un’annata diversa rispetto alla caldissima 2018», spiega l’enologo Lucin. Un esperimento che ha dato i suoi frutti: le note boisè rimangono, ma incorniciano un’espressione più fresca ed equilibrata rispetto al fratello maggiore, con un tannino ellagico meglio integrato e una maggiore beva.

Le uve provengono da un vigneto piantato nel 2015 a pochi passi da quelli dell’abbazia (a 650 m di altitudine): un unicum per le condizioni estreme del Nord della Valle d’Isarco, tanto che le gelate del 2017 ne hanno distrutto il 50%. Fermentazione malolattica in barrique, dove il vino matura per 18 mesi. Un’altra rarità di un migliaio di esemplari.

Foto di apertura: La storia viticola di Abbazia di Novacella, a Varna (Bolzano), inizia nel 1142

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© Riproduzione riservata - 25/07/2021

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