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La Vigna dell’Impero di Tenuta Sette Ponti

24 Giugno 2015 Emanuele Pellucci
Vigna dell’Impero è il nome altisonante che la toscana Tenuta Sette Ponti ha dato al suo ultimo nato, un rosso Sangiovese da viti vecchie di 80 anni, prodotto solo nelle annate più prestigiose e in quantità limitatissime. Simbolo del Valdarno Superiore, una delle aree indicate nel bando del granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici del 1716 tra le migliori per la produzione del vino Chianti, Vigna dell’Impero è un vino complesso, intenso, fine, persistente, equilibrato, armonico e predisposto a durare nel tempo, così come il vigneto da cui proviene.

La vigna "imperiale" piantata nel 1935

Una storia particolare, quella di questa vigna che per decenni ha dato uve destinate agli altri rossi dell’azienda e che adesso, con la vendemmia 2012, viene utilizzata per la prima volta in esclusiva per quello che è già diventato il fiore all’occhiello di Tenuta Sette Ponti. A raccontarla, in modo spigliato e con il marcato accento aretino solo in parte mitigato dal fiorentino, è Antonio Moretti Cuseri (in foto al centro, con il figlio Amedeo a destra e il sommelier Luca Gardini a sinistra), la cui famiglia possiede questa tenuta da oltre sessant’anni. «Tutta l’area era all’epoca di proprietà dei duchi d’Aosta, e sul finire del 1935, a guerra d’Abissinia iniziata, il duca Amedeo d’Aosta, che due anni dopo sarebbe stato nominato vicerè d’Etiopia, incaricò il cugino Vittorio Emanuele conte di Torino di seguire i lavori per l’impianto di una vigna terrazzata di tre ettari. Vigna che l’anno successivo, con la fondazione dell’impero (1936), venne intitolata appunto a celebrare l’evento».

L’impianto terrazzato a mano

Posizionata al centro della zona dell’allora proprietà reale, questa vigna ha continuato per decenni a dare uva di ottima qualità. Già ai primi del Novecento l'area era dedicata alla viticoltura, vista la forte vocazione dei terreni, che si prestavano all’impianto vinicolo. Situato su terreno ghiaioso, saturo di massi calcarei di galestro, l’impianto fu terrazzato a mano per eliminare la forte pendenza naturale. Attualmente, dopo vari interventi negli anni Sessanta per meccanizzare il lavoro in vigna, i filari furono distanziati e oggi si contano 6.666 ceppi per ettaro.

Antonio Moretti: moda e vino, due grandi passioni

La tenuta, o meglio una parte della vasta proprietà reale, fu acquistata nei primi anni Cinquanta dall’architetto Alberto Moretti Cuseri dalle principesse Margherita e Maria Cristina di Savoia Aosta. È grazie però al figlio Antonio, imprenditore nel settore della moda ma con la passione per i grandi vini, che Tenuta Sette Ponti decolla definitivamente, immettendo sul mercato in anni recenti vini di grande livello, tra cui spicca il rosso Oreno, elegante taglio bordolese con tocco toscano. E non è tutto, perché nel 2000 Antonio Moretti Cuseri si sposta in Sicilia dove nell’area vocata al Nero d’Avola, tra Noto e Pachino, acquista Feudo Maccari, mentre cinque anni dopo è la volta dell’azienda Orma a Bolgheri.

Le caratteristiche secondo Luca Gardini

Vigna dell'Impero è stato presentato nei giorni scorsi alla stampa italiana all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, dopo il debutto a New York nel ristorante di Joe Bastianich. A descrivere il nuovo gioiello di Tenuta Sette Ponti, Antonio Moretti Cuseri ha voluto accanto a sé (sia a New York che a Firenze) il sommelier Luca Gardini, che con la sua proverbiale verve ha sintetizzato, calice alla mano, le principali caratteristiche del vino: 2012 grande annata, cemento, legno grande, bottiglia; frutto, mineralità, bevibilità e pulizia, freschezza, ottimo bilanciamento, tannino acido, grande persistenza e morbidezza. «Stop, tutti a tavola!». E il menù di Pinchiorri ha fatto da degna cornice al vino festeggiato.

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