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Sacro e profano. Il vino italiano per Santo Stefano

1 Giugno 2010 Fabio Bottonelli
Sacro e profano: il vino, il grande vino italiano, entra per la prima volta in scena nel cuore più sacro e amato di Bologna, la Basilica di Santo Stefano. Per contribuire a salvarla. Organizzata da Claudio Cavallari e Marco Nannetti dell’Enoteca italiana, negozio leader di Bologna, nell’ambito della campagna “Salviamola” lanciata del quotidiano cittadino Il Resto del Carlino, si è tenuta una memorabile degustazione nell’inedita cornice del chiostro. Settanta marchi importanti – tra cui Antinori, Bellavista, Ca’ del bosco, Ferrari, Jermann, Villa Bucci, Inama, Vigne di Zamò ecc. oltre a una decina di aziende dei Colli Bolognesi – hanno donato le loro bottiglie migliori per la causa, mentre l'Enoteca italiana grazie a sommelier Ais e amici ha gestito il servizio gratuitamente. L’Alcisa, il Consorzio di tutela del Parmigiano reggiano e il panificio Patelli hanno offerto i loro prodotti, mentre Caraiba ha messo a disposizione i calici. Sono stati raccolti alla fine 20.000 euro, ottenuti da quasi 400 biglietti a numero chiuso, solo in prevendita a 50 euro. Il monumento, fra i principali di Bologna e d’Italia, è bisognoso di urgentissimi restauri a causa di infiltrazioni di umidità che ne minacciano le fondamenta: interventi che i pochi olivetani benedettini rimasti nel complesso non sono in grado, ovviamente, di finanziare. Le “sette chiese”, infatti, non sono di competenza della diocesi ma dei monaci olivetani benedettini, e Regione e fondazioni bancarie hanno chiuso il rubinetto. Fortunatamente la degustazione nel chiostro è stata un successo e nel suo piccolo avvicina la stratosferica asticella dei 3.600.000 euro, quanti stimati necessari dai tecnici. “Dom” Ildefonso Chessa, l’abate, gongolava, dimostrando di apprezzare i Franciacorta e lo spumante local di Tizzano, concedendosi un sigaro a fine serata, fa tintinnii di brindisi e rimbombi di canti. Presenti, oltre al capocronista del Carlino Massimo Gagliardi, anche Massimo Ponzellini, presidente della Banca popolare di Milano; l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni e il commissario di Bologna Anna Maria Cancellieri.

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