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Dal Mipaaf un disegno di legge per valorizzare le aree agricole e contenere il consumo di suolo

25 Luglio 2012 Andrea Gabbrielli
«Stiamo consumando suolo destinato all'agricoltura a un ritmo incompatibile per un Paese che vuole avere cura di sé e delle generazioni future», ha dichiarato a Roma il ministro delle Politiche agricole Mario Catania in occasione del convegno “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione”. «Ogni giorno 100 ettari di terreno vanno persi», ha poi proseguito. «Negli ultimi 40 anni parliamo di una superficie di circa 5 milioni di ettari. Siamo passati da un totale di aree coltivate di 18 milioni di ettari a meno di 13». Il grido di allarme è stato lanciato in occasione dell’incontro a cui hanno partecipato in veste di relatori Carlo Petrini, presidente Slow Food e Sergio Rizzo, editorialista del Corriere della Sera. CEMENTIFICAZIONE E IMPERMEABILIZZAZIONE DEI SUOLI - Dagli anni Settanta al 2010 il nostro Paese ha perso una superficie agricola pari all’intero territorio di Liguria, Lombardia e Emilia Romagna messe insieme. I terreni interessati sono soprattutto le frange urbane (pianeggianti), molto redditizie dal punto di vista immobiliare. Un andamento dovuto a piani regolatori permissivi e dalla possibilità da parte dei comuni di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione. L’effetto è la cementificazione e la impermeabilizzazione dei suoli, pratica di elevato impatto ambientale ad altissimo tasso di irreversibilità. La riduzione riguarda maggiormente la superficie a seminativi e i prati permanenti cioè gli ambiti da cui provengono i prodotti base della nostra alimentazione: pane, pasta, riso, verdure, carne, latte. CRESCE LA NECESSITÀ DI IMPORTARE GENERI ALIMENTARI - Le perdite di terreni coltivabili porta l’Italia a dipendere sempre più dall’estero per l’approvvigionamento di generi alimentari. «Tutto ciò», ha dichiarato il Ministro, «avviene in un Paese come il nostro dove il livello di approvvigionamento è molto basso, dato che almeno il 20 per cento dei consumi nazionali è coperto dalle importazioni. Qual è il nostro compito? Dobbiamo aggredire le cause di questo processo, serve una nuova visione economica, un diverso modello di sviluppo». LE RIFLESSIONI DI PETRINI E RIZZO - D’accordo con il ministro  Carlo Petrini che ha aggiunto «Dobbiamo riuscire a cogliere il senso di questa proposta, che non deve essere solo riconducibile alla dimensione di un Ministero, ma deve porsi come un’indicazione sul modello di sviluppo che riguarda l’intero sistema-Paese, che dovrebbe essere sensibile a una riflessione di questo tipo. L’agricoltura va al di là della semplice produzione di cibo». Il giornalista Sergio Rizzo intervenendo nel dibattito ha ricordato che «I Padri costituenti avevano già capito tutto, tanto è vero che in uno degli articoli fondamentali della Carta avevano introdotto la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Il nostro Paese non ha riserve di gas, non ha giacimenti di petrolio, non ha miniere di diamanti, ma ha un paesaggio unico. E invece che far leva su questo spesso si pensa a cementificare il territorio. Un governo che abbia un senso di quello che, da questo punto di vista, può dare il Paese, deve proporre un piano straordinario di rivalutazione ambientale». LA PROPOSTA DI UN DISEGNO DI LEGGE - Nel corso dell’incontro il Ministro ha presentato un disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e del contenimento del consumo di suolo.

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