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Un altro cambio per la Doc Valdichiana che diventa Valdichiana Toscana

27 Luglio 2011 Emanuele Pellucci
La Doc Valdichiana cambierà presto denominazione, e lo farà per la seconda volta dalla sua istituzione (1972) dopo che già nel 1999 era stato modificato l’originario nome di Bianco Vergine della Valdichiana. Dopo l’imminente approvazione da parte del Comitato nazionale vini la Doc assumerà il nome di Valdichiana Toscana. Da cinque anni il Consorzio dei produttori aveva infatti avanzato la richiesta trovando tuttavia un ostacolo proprio nella Regione poiché, a detta dell’organismo consortile, si voleva privilegiare l’Igt Toscana, anche se formalmente si dava il diniego basandosi su una interpretazione restrittiva del regolamento comunitario antecedente la riforma dell'Ocm. Finalmente, nei giorni scorsi la Regione, dopo una serie di incontri e dopo l’adesione quasi unanime alla richiesta di variazione delle categorie a livello provinciale nonché della Provincia e della Camera di commercio di Arezzo, ha espresso parere favorevole. «La nostra richiesta di aggiungere alla Denominazione la parola Toscana», spiega il presidente del Consorzio Massimo Peruzzi, «si è basata sulla dimostrazione che la Valdichiana è un comprensorio a cavallo di due regioni (Toscana e Umbria), mentre invece la Doc Valdichiana insiste solo nel territorio toscano della Valdichiana e pertanto, ai fini di una migliore identificazione della zona, si è ritenuto opportuno aggiungere alla Denominazione anche il nome Toscana. È indubbio però che con l'aggiunta del nome Toscana ci si attenda anche un vantaggio sul piano commerciale potendo contare sul peso che la parola Toscana ha nel mercato dei vini». Oltre al nome, la modifica riguarderà anche un articolo del disciplinare di produzione laddove si accenna alla base ampelografica relativa alla tipologia bianco o bianco vergine. Sarà infatti eliminato il vincolo riferito ad altri vitigni a bacca bianca, rispettivamente raccomandati e/o autorizzati per le province di Arezzo e Siena che possono concorrere fino a un massimo del 15% per la composizione della base ampelografica stessa, di essere "non aromatici". Apprezzamento per la modifica del nome è stato espresso anche dalla Cia Toscana e di Arezzo (la Confederazione degli agricoltori): «Un’idea apprezzabile», ha commentato Alessandro Del Carlo della Cia regionale, «che tuttavia deve essere approfondita poiché si apre a problematiche sia sul piano della normativa, sia della strategia nel settore in Toscana». Per Giorgio Del Pace, direttore Cia Arezzo, «ci vuole una maggiore tutela della qualità e tipicità dei vini della Valdichiana; il cambiamento della Denominazione può servire a identificare meglio il legame col territorio, ma ritengo sia necessario organizzare una più efficace azione di promozione sui mercati».

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