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Annate storiche di vini mitici (12° puntata – prima parte)

13 Gennaio 2012 Roger Sesto
Molte le varietà autoctone allevate nelle Marche, ma Verdicchio in primis e poi Montepulciano sono le cultivar alla base dei più longevi vini dell’area. Bucci con la sua Riserva, Fazi Battaglia con San Sisto e Massaccio, Sartarelli con Balciana e Tralivio, Garofoli con Podium e Grosso Agontano, Umani Ronchi con Pelago e Plenio: esemplari testimonial di un territorio dall’antica vocazione. Nelle Marche la vite ha radici antiche; già i Romani apprezzavano i vini della zona, trasportati in anfore di terracotta, diventate poi emblema stesso del Verdicchio. Entrando in regione da nord, nella provincia di Pesaro-Urbino, hanno un ruolo importante il vitigno Sangiovese e il Pinot nero. Tra le varietà bianche va segnalato il Biancame, alla base della Doc Bianchello del Metauro. Più a sud, la Lacrima di Morro d’Alba si fa notare per la sua sottile aromaticità. In gran spolvero la Docg Conero Riserva, sempre più a base di Montepulciano. Ma è il Verdicchio dei Castelli di Jesi, le cui uve dimorano sulle colline dell’entroterra di Ancona, il simbolo enoico delle Marche, con il suo carattere grasso, ricco, minerale, austero di mandorla amara e anice. Esistono due macro-zone che ne tratteggiano il profilo: una alto-collinare, il cui epicentro è Cupramontana, foriera di vini più freschi, eleganti e profumati, con una vendemmia verso la prima metà di ottobre; e l’altra – vicino a Serra de’ Conti e Jesi – quasi marina, con vini più caldi, concentrati e potenti, frutto di uve raccolte nella seconda metà di settembre. Il Verdicchio di Matelica, meno significativo da un punto di vista quantitativo e prodotto unicamente nell’omonimo comune maceratino e nei borghi adiacenti, non ha invece nulla da invidiare al “cugino” jesino quanto a personalità: la sua sapida beva è talvolta ancora più imperiosa e intransigente. Verso Macerata, passata la Doc Esino, ci si imbatte nell’altra Docg regionale, la Vernaccia di Serrapetrona, con un originale spumante rosso. Nel Piceno troviamo la Doc Offida, prima a prevedere i vitigni Passerina e Pecorino in purezza, e il Rosso Piceno Superiore. Nell’ottica della nostra ricerca, sulle tracce dei vini più longevi della Penisola, la parte del leone la fa comunque l’ormai rilanciato Verdicchio, di Jesi e di Matelica, con poche eccezioni – fra cui qualche Conero – tutte dominate dal Montepulciano. Considerata la vastità di materiale raccolto, abbiamo deciso di dividere in due parti la trattazione di questa importante regione. Le vigne bonsai di Bucci Fazi Battaglia: grande versatilità Sartarelli: fedele al bianco Garofoli: vendesi vecchie annate Umani Ronchi: il Pelago che stupì il mondo

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